FORMIA – E’ sempre più simile ad un vaso di Pandora l’infinita querelle tecnico-amministrativa e soprattutto giudiziaria relativa al fallimento della Formia Servizi spa e, in particolar modo, alla realizzazione, gestione e vendita dell’importante opera realizzata prima del default sancito dal Tribunale di Latina il 23 settembre 2010. Mentre il gruppo di Formia della Guardia di Finanza continua le sue indagini su un secondo filone che ha preceduto lo svolgimento del l’ultimo “buco nero” del parcheggio “Aldo Moro” di piazzale delle Poste, la sua vendita lo scorso 20 dicembre davanti il giudice fallimentare del Tribunale di Latina Linda Vaccarella, il Gip del Tribunale di Cassino ha riaperto un altro capitolo tanto caro all’impresa che ha realizzato la struttura, la “Multipiano del Golfo scarl”, la mancata approvazione del collaudo tecnico amministrativo della struttura effettuato dall’ingegnere milanese Antonio Turco.
Rischiano il processo per omissione d’ufficio l’ex sindaco di Formia Sandro Bartolomeo e l’ex responsabile del settore urbanistica del comune Sisto Astarita dopo l’opposizione formalizzata dalla “Multipiano del Golfo” nel 2018 al decreto di archiviazione emesso dal sostituto procuratore Maria Beatrice Siravo. A chiedere di mandare sotto processo Bartolomeo e Astarita era stato il legale della “Multipiano del Golfo”, l’avvocato Pasquale Cardillo Cupo che si è costituito parte civile per conto dell’impresa di Spigno Saturnia nell’altro grande procedimento penale in corso davanti il Tribunale di Latina per il default della Formia Servizi spa in cui sono imputati per bancarotta e peculato i vertici della fallita società mista. A decidere sul futuro processuale di Bartolomeo e di Astarita sarà lo stesso Gip del Tribunale di Cassino nella camera di consiglio già fissata per il prossimo 7 maggio. Le opzioni sono praticamente due: chiedere il via a nuove indagini sulle ragioni che sarebbero alla base della mancata approvazione del collaudo tecnico amministrativo del multipiano da parte dello stesso comune che aveva conferito l’incarico all’ingegnere Turco oppure confermare l’archiviazione disposta dalla Procura di piazza Labriola.
Se il Comune, attraverso la sua avvocatura, continua a ripetere che non avrebbe potuto mai più avallare il collaudo del parcheggio perché la sua proprietà con l’ormai storica sentenza del Consiglio di Stato del 2016 era finita ad appannaggio della curatela fallimentare rappresentata dall’avvocato Gianmarco Navarra, l’amministratore unico della “Multipiano del Golfo scarl”, Williams Di Cesare, preannuncia ancora battaglia. Lo fa nell’intervista video allegata in cui dice chiaramente e con l’immancabile vena polemica che la mancata approvazione del collaudo tecnico amministrativo sinora non gli ha consentito di guadagnare l’etichetta di “creditore privilegiato” e, dunque, di poter ambire a far parte dell’assemblea dei creditori dove rivendicare quanto ancora attende di ottenere: poco più di un milione e 600 euro dalla vendita dei 111 lotti del multipiano a fronte dei cinque milioni e 700 mila euro investiti per la realizzazione della struttura secondo quanto hanno periziato approssimativamente sia l’ingegner Turco che il consulente di parte del giudice Vaccarella quando lo scorso anno ha deciso di mettere in vendita il parcheggio di piazzale Aldo Moro (anche se la base d’asta – strano a dirsi – è stata poco meno della metà, due milioni e 700 mila euro circa).
A far scattare sulla sedia Di Cesare è stato un atto con cui il 23 luglio scorso il curatore fallimentare Navarra faceva il punto del suo mandato al neo sindaco di Formia Paola Villa. Molti hanno ignorato questo documento sino a quando l’avvocato Alessandro Izzi, nella duplice veste di segretario generale e di responsabile dell’anti corruzione del comune, ha deciso di renderlo noto nella parte delle 26 pagine dedicate alla storia amministrativa del parcheggio multipiano nella sua monumentale relazione del 15 febbraio scorso sul “Sistema integrato dei controlli interni e controllo successivo di regolarità amministrativa”. L’avvocato Navarra ha scritto che il 22 dicembre 2017 gli era arrivata una nota con cui il dottor Mastrogiacomo, consulente fiscale della procedura di fallimento della Formia servizi spa, gli comunicava di aver accettato l’incarico di consulente tecnico di parte a supporto, sotto il profilo economico contabile, dei legali che assistono uno degli imputati eccellenti nel processo per il fallimento della società mista, il suo ex amministratore delegato Massimo Vernetti, da qualche settimana nominato con consensi bulgari alla testa della Confcommercio di Napoli. Si tratta di un processo delicato – e lo fa rilevare ancora Di Cesare nell’intervista – in cui la stessa curatela fallimentare si è costituita parte civile. Ma non è finita qui. L’avvocato Navarra correttamente aveva informato del contenuto della lettera del commercialista Mastrogiacomo il giudice fallimentare Vaccarella , la quale, tra la sorpresa dell’imprenditore Di Cesare, ha ritenuto che l’incarico assunto dal professionista di Latina nel processo penale promosso e avviato nei confronti degli organi gestori e di contropllo della fallita Formia servizi “non lo rendesse incompatibile all’attività di consulenza fiscale” E, dunque, ha disposto “il nulla osta alla conferma dell’incarico”.
Che la problematica amministrativa, gestionale e giudiziaria del parcheggio Multipiano “Aldo Moro” debba essere oggetto di più approfondita indagine, “anche amministrativa interna”, anche per “meglio chiarire alcune “cripticità” gestionali-provvedimentali, anche conseguenti a decisioni di indirizzo politico-amministrativo che, allo stato, non appaiono del tutto lineari” lo aveva scritto alla neonata amministrazione formiana il segretario Izzi. Il suo fu e resta un giudizio “critico” nei confronti delle modalità di esplicazione dell’azione amministrativa gestionale. Al gaetano Di Cesare, come il segretario generale del Comune di Formia, non è rimasto altro che commentare, con molto amaro in bocca, un passaggio di uno dei giuristi cattolici italiani più significativi, Salvatore Satta che nel “Mistero del processo” del 2013 scriveva che “il formalismo comincia dove il diritto finisce” ed una celebre frase di Aristotele nella sua Metafisica “Tutte queste cose dunque sono irrazionali e sono in contrasto esse stesse con se stesse e con i discorsi ragionevoli”: “Per questo motivo – ha concluso tirando un sospiro di sollievo Di Cesare – io e la mia famiglia sino a quando avremo le forze a disposizioni dobbiamo continuare, anche da soli, a condurre questa battaglia che, lo so, vinceremo quanto prima…”
Saverio Forte
Devi effettuare l'accesso per postare un commento.