VENTOTENE – E ora intervenga direttamente il Ministro degli Interni per ripristinare una situazione di legalità e di democrazia all’interno del consiglio comunale di Ventotene. Lo si evince da una lettera che i consiglieri d’opposizione Raffaele Sanzo, Pietro Pennacchio, Andrea Biondo, Silvestro Verde e Modesto Sportiello – questi ultimi due ex consigliere di maggioranza e addirittura ex vice sindaco ed assessore al demanio – hanno inviato al titolare del Viminale, alla sua direzione centrale per gli uffici territoriali di governo e al Prefetto di Latina Maria Rosa Trio per giustificare la loro assenza, l’ennesima, all’ultimo consiglio comunale di mercoledì sera della seconda isola pontina che prevedeva sette argomenti all’ordine del giorno e, tra questi, l’approvazione del nuovo Statuto comunale.
L’argomento, il più importante dell’agenda consiliare, è saltato perché per il suo varo, promesso a più riprese dal sindaco Santomauro, avrebbero richiesto la partecipazione in aula di almeno sette consiglieri e invece – a causa dell’Aventino delle minoranze – quelli presenti erano soltanto sei, compreso il sindaco notaio Gerardo Santomauro. A Ventotene ormai i consigli comunali non durano oltre mezz’ora. Almeno dal 3 luglio scorso quando la maggioranza con la contestatissima delibera numero 23, a causa dei numeri risicati cui ha dovuto nel frattempo far fronte, modificò il regolamento del consiglio comunale consentendo di abbassare a quattro il quorum dei consiglieri votanti ciascuna delibera. Tutto ciò in spregio allo statuto del Comune che, ormai datato nel tempo, prevede che una delibera sia valida solo se venga approvata dalla metà dei consiglieri assegnati. E a Ventotene sono dieci…
I consiglieri Raffaele Sanzo, Pietro Pennacchio, Andrea Biondo, Silvestro Verde e Modesto Sportiello hanno chiesto ora l’intervento del Ministro degli Interni specificando che diserteranno a tempo indeterminato la sedute consiliari “per non legittimare ciò che è illegittimo”. Questo comportamento politico va avanti proprio dalla scorsa estate e i consiglieri ribelli confidano una risposta ad un quesito inviato nel frattempo al Dipartimento per gli affari interni e territoriali del Viminale e ad una mirata e circostanziata interrogazione presentata dal deputato dei Fratelli d’Italia Fabio Rampelli. Ma perché le minoranze non vogliono arretrare di un millimetro? Facile perché la modifica del regolamento del consiglio comunale ha consentito alla maggioranza il 12 agosto scorso di approvare l’assestamento di bilancio e la salvaguardia degli equilibri di bilancio che, se avvenuta in maniera illegittima (come reclama l’opposizione), prevede lo scioglimento dritto dritto del consiglio comunale.
Ostenta, invece, serenità il sindaco dell’isola Gerardo Santomauro: “Noi andiamo avanti e non possiamo fare diversamente. Nell’ultimo consiglio comunale la maggioranza ha ratificato il protocollo d’intesa sottoscritto dai comuni di San Felice Circeo, Ponza, Terracina, Sabaudia, dal parco Nazionale del Circeo e dalla Comunità dell’Arcipelago delle isole ponziane per realizzare quanto prima un distretto turistico. Noi siamo impegnati a tentare di ridurre l’isolamento politico-istituzionale in cui è ridotta Ventotene. Altri – ha concluso il sindaco Santomauro – stanno facendo altre scelte, rispettabili ma assolutamente non condivisibili”. Il sindaco isolano ha voluto ricordare come due ricorsi presentati dal suo ex “vice” Modesto Sportiello contro la modifica del regolamento del consiliare siano stati respinti dal Tar prima e dal Consiglio di Stato. Ha Ribattuto l’opposizione: “E’ vero ma i giudici amministrativi non sono mai entrati nel merito”.
La controreplica è stata del consigliere di maggioranza Pasquale Bernardo, soprattutto l’iniziativa parlamentare del deputato dei Fdi Rampelli: “Non paghi delle sentenze della magistratura amministrativa alcuni rappresentanti dell’opposizione ora tentano la via parlamentare. A loro dire non avremmo la maggioranza necessaria per approvare il nuovo statutoin quanto occorrerebbe la sola maggioranza dei due terzi dei consiglieri assegnati. L’iter procedurale dettato dal Ministero evidenzia in maniera chiara che per la definitiva approvazione dello statuto è necessaria la maggioranza dei consiglieri assegnati e quindi nel nostro caso la maggioranza si raggiunge con il voto di 5 consiglieri più il sindaco. Ecco le indicazioni ministeriali: “Ministero degli interni – dipartimento affari interni e territorio: L’iter deliberativo di approvazione dello statuto e delle sue modifiche comporta che in sede di prima votazione la delibera sia approvata con il voto favorevole dei due terzi dei consiglieri assegnati ivi compreso il sindaco, che è componente del consiglio comunale ai sensi dell’art. 37 del citato testo unico. Ove tale quorum non venga raggiunto, si apre un’ulteriore fase procedimentale per la quale lo statuto è approvato “se ottiene per due volte il voto favorevole dalla maggioranza assoluta dei consiglieri assegnati”. Le due votazioni per le quali la legge richiede la maggioranza assoluta, da tenersi entro trenta giorni, termine che dalla lettura della norma appare ordinatorio, possono anche non essere consecutive, ma intervallate da una o più votazioni infruttuose. Qualora l’ente, nella propria autonomia normativa non abbia fornito indicazioni in merito alla regola da applicarsi in tutti i casi in cui il computo dei consiglieri necessario a vari fini assommi ad una cifra decimale, possa trovare applicazione il criterio dell’arrotondamento aritmetico’. Quanto allo scioglimento del consiglio, una cosa è certa – conclude il consigliere Bernardo – la delibera di approvazione dell’assestamento dei conti è viva e consolidata ed ha superato il vaglio della magistratura amministrativa. Quanto alla paventata ispezione ministeriale ne saremmo ben lieti consapevoli che ancora occorra fare chiarezza sulle passate gestioni del comune. Noi non abbiamo alcunché da temere. Il nostro faro: trasparenza e legalità.”
Saverio Forte