FORMIA – Il consiglio comunale di Formia non riesce, nonostante tutto, a fare a meno del cognome Forte. E questa la frazione di Maranola non c’entra… La conferma, puntuale, è arrivata lunedì sera dalla seduta consiliare convocata per l’approvazione – secondo molti tardiva ed anacronistica – del piano triennale delle opere pubbliche. I protagonisti sono stati essenzialmente due che hanno dovuto supplire all’irrituale silenzio (dopo il caso del presidente del consiglio comunale Pasquale Di Gabriele che ha prima accettato e poi revocato l’incarico a difendere Gustavo Bardellino) del sindaco Paola Villa: i fratelli Pasqualino e Gerardo Forte, il primo assessore alle opere pubbliche espressione della lista civica “Ripartiamo con voi”, il secondo capogruppo di una lista di maggioranza, “Un’altra città”. E’ toccato a loro rintuzzare gli attacchi, a macchia di leopardo, delle diverse minoranze.
“Concretezza, è lo spirito di questo piano nel tentativo di far ripartire Formia” così’ aveva esordito l’assessore Forte illustrando la sua relazione in cui campeggiano interventi per circa 16 milioni in settori cardine quali sono le scuole, la cultura, la viabilità, i cimiteri e i campi sportivi”. Un piano molto francescano ma anche intriso della filosofia Villana delle “piccole ma necessarie cose che favoriscano diverse opportunità di sviluppo e crescita per la città.” In questo consiglio comunale che ha preceduto l’atteso voto provinciale di domenica alcune forze di opposizione hanno a nascondersi. Il più duro degli interventi è stato quello del consigliere comunale della Lega Nicola Riccardelli che, definendo comunque generoso lo sforzo fatto dall’assessore Forte, ha etichettato il suo piano triennale delle opere pubbliche, un “inutile libro dei sogni perché non ha un’anima e non ha una forte caratterizzazione progettuale”.
A difendere il fratello assessore ci ha pensato Gerardo Forte, capogruppo di “Un’altra città”, una delle quattro gambe della maggioranza del sindaco Villa: “Questo piano triennale delle opere pubbliche è frutto di un gioco di squadra all’interno della maggioranza, nonostante qualcuno (il capogruppo di Formia città in comune, Enrico D’Angelis, era arrivato a parlare di un orticello che qualcuno ha voluto coltivare come meglio ha creduto) – gli ha fatto eco il consigliere Fabio Papa – la pensi diversamente. Noi proponiamo un piano serio e vero, si tratta di piccole cose che ci impegniamo a realizzare entro il 2019 con il nostro bilancio. Siamo una realtà civica e non abbiamo grandi interlocutori alla Regione e nel governo del paese come qualcuno dell’opposizione (la Lega). Siamo aperti al confronto al confronto, dimostratecelo”. Questa dichiarazione ha fatto indispettire non poco il capogruppo del carroccio Antonio Di Rocco: “Questo doppiopesismo è figlio di una palese arroganza politica – ha dichiarato – la maggioranza del sindaco Villa quindici giorni ha respinto tanti nostri emendamenti presentati alla bozza del bilancio di previsione. Ora ci chiede collaborazione e sostegno. In uno dei due momenti ha barato e di grosso”.
Ma nel suo intervento il consigliere Riccardelli ripetendo più volte la parola “immobilismo” è riuscito a far saltare sulle loro sedie i “pasdaran” più ortodossi della maggioranza consiliare di Formia, Fabio Papa e Christian Lombardi che, convinti di un “working in progress” in corso nonostante “i problemi che tutti conoscono”, non hanno digerito l’accusa del coordinatore D’Angelis e riproposta da Riccardelli secondo la quale “in questo piano triennale delle opere pubbliche non si vede alcun segno di cambiamento. Ci sembra redatto con gli stessi metodi del passato” quello della “suddivisione dei (pochi) pani e pesci a disposizione tra pochi eletti”. “Sono fantasie” ha detto a più riprese Gerardo Forte polemizzando a distanza con Enrico D’Angelis, la cui posizione politica all’interno della maggioranza, dopo questa seduta consiliare, appare essere sempre più isolata dal resto della coalizione. Non ha parlato sei ore come ha potuto fare nella discussione sul bilancio di previsione ma la tentazione è stata tanta nei diversi interventi del capogruppo di “Formia con te” e presidente della commissione trasparenza Gianfranco Conte. Sciorinando le sue accademiche nozioni di scienze delle finanze e di spesa pubblica, il cinque volte parlamentare di Forza Italia in un’intervista video ha di nuovo evidenziato alcune contraddizioni e carenze nei documenti che caratterizzavano il piano triennale delle opere pubbliche polemizzando sul fatto che si siano utilizzati mutui per le piccole opere. Sul suo profilo facebook si è detto, poi, convinto “sempre di più che il sindaco, con la sua maggioranza, viva come un fastidio la presenza di un’opposizione che, mai coinvolta nelle scelte strategiche per la nostra città, si permetta di dissentire sui provvedimenti presentati in consiglio comunale ! Voglio ricordare alla professoressa Villa che sui banchi della minoranza siedono i rappresentanti di chi non l’ha votata ed il loro compito è quello di dare loro voce! Se ne faccia una ragione e governi, finché può, rappresentando tutti i cittadini ed ascoltando le loro istanze senza usare quel sorrisetto sarcastico di commiserazione lamentando le assenze dall’aula! Prima mi si accusa di parlare troppo e poi di non essere presente! Fate pace con voi stessi!”
INTERVISTA Gianfranco Conte, capogruppo consiliare Formia con te
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Alla distanza il piano triennale delle opere pubbliche 2019-2021 del comune di Formia è stato approvato grazie ai voti dei consiglieri di maggioranza presenti mentre quelli contrari sono stati quattro, dei consiglieri Antonio Di Rocco e Nicola Riccardelli (Lega), di Erasmo Picano (Udc) e appunto dell’Onorevole Gianfranco Conte (Formia con te). Politicamente inspiegabile il comportamento di Forza Italia. Se Eleonora Zangrillo ha comunicato al presidente dell’assemblea Pasquale Di Gabriele la sua impossibilità ad essere presente, gli altri consiglieri azzurri Gianluca Taddeo, Tania Forte e Pasquale Cardillo Cupo dopo un’iniziale apparizione hanno abbandonato (chissà per quale ragione) l’aula consiliare. Il più atteso era proprio l’avvocato Cardillo Cupo che, dopo aver accettato la candidatura per i Fratelli d’Italia alle elezioni di domenica 31 marzo per il rinnovo del consiglio provinciale, avrebbe dovuto annunciare pubblicamente la sua fuoriuscita dal gruppo consiliare di Forza Italia. “Ho avuto la febbre a 39 e sono dovuto andare a casa”. Per la mitica Loretta Goggi quella sarebbe stata una “maledetta primavera”.
Saverio Forte