FONDI – Tutto come previsto. In molti lo davano per favorito ed il consiglio di amministrazione in programma mercoledì ha rispettato all’unanimità questa indicazione: è il dottor Antonio Carroccia il nuovo presidente della Banca Popolare di Fondi. La scelta ha investito l’apprezzato e stimato ex presidente del collegio sindacale dell’istituto di credito di via Appia che domenica ha affrontato e superato quello che (a torto) era considerato un ostacolo dopo l’uscita di scena dello storico ed indimenticato presidente, il Cavaliere Giuseppe Rasile.
L’assemblea dei soci ha riempito l’accogliente auditorium della nuova direzione generale e, grazie ai toni concilianti e propositivi fortemente voluti dal direttore generale Gianluca Marzinotto, ha proceduto a ricomporre il “plenum” del CdA alla luce della scadenza del mandato di tre dei nove componenti. E così che Lucia Orlandi e Nicola Rasile sono stati riconfermati nei loro ruoli mentre a succedere al presidente Rasile nel consiglio di amministrazione i 150 soci presenti della Banca popolare di Fondi hanno eletto proprio il presidente del collegio sindacale della banca, Antonio Carroccia, ora in predicato di dare continuità all’ottimo operato del Cavaliere Rasile. Sulla sua figura e sul ruolo svolto in apertura di assemblea il vice presidente in carica Luigi Trani ha utilizzato una “valanga” di apprezzamenti e non poteva essere diversamente: 50 anni “spesi” a favore della crescita della Banca popolare di Fondi, di cui 20 trascorsi alla sua presidenza, dovevano essere costituire il prologo, meritorio, di un’assemblea per certi versi storica che con l’approvazione al’unanimità del bilancio dell’esercizio 2018 ha confermato l’ottimo management sotto la direzione esecutiva di Marzinotto.
E i numeri gli danno ragione: la Banca popolare di Fondi nel corso dell’ultimo ano ha registrato un aumento del 27,5% rispetto al precedente esercizio che, pari ad un incremento di due milioni e 300mila euro dell’utile netto, ha consentito il raggiungimento e la conseguente distribuzione di un dividendo pari a 2 euro per azione. Il tunnel della crisi non è stato ancora completamente attraversato ma sullo sfondo si vede la luce. La relazione illustrata dal direttore generale Marzinotto ha messo in evidenza elementi e riscontri positivi anche in tema di numero sempre più crescente di correntisti e di risposte positive concesse alle istanze di accesso al credito da parte di famiglie e delle imprese de territorio, il vero core business della Banca Popolare di Fondi.
Ma l’assemblea dei soci – arrivati a quota 3046 con un aumento di 65 unità rispetto al 2018 – domenica ha tributato un doveroso e meritorio ringraziamento all’operato del direttore Marzinotto anche per gli sforzi compiuti – tra gli immancabili ostracismi di parte della vecchia guardia interna del managemt della banca – in tema di riorganizzazione interna , di innovazione tecnologica e soprattutto di rilancio della formazione professionale del personale. Ha riguardato l’intero asset dell’istituto di credito, dalle strutture centrali, dalla direzione generale agli uffici e alle filiale più periferiche operanti su un vasto e complicato territorio del Basso Lazio. Il now how – secondo Marzinotto – resta sempre un imprescindibile elemento comune denominatore per coltivare quella fiducia che ha consentito dal 1891 e permette alla Banca popolare di Fondi di “praticare” un modo di fare banca che, nonostante tutto, ha ancora (e fortunatamente) le sembianze dal volto umano.
Saverio Forte
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