MINTURNO – La Polizia, dopo una segnalazione anonima, cercava armi ma nel soffitto di un casolare, non molto lontano dal complesso archeologico di Minturnae, ha rinvenuto, ben occultato e conservato in alcune cassa di legno abitualmente utilizzate per la frutta e la verdura un autentico tesoro d’arte. E così che è finito nei guai G.D., un pregiudicato di 64 anni di Marina di Minturno, ora denunciato per ricettazione, violazione in materia di ricerche archeologiche di beni culturali, impossessamento illecito di beni culturali appartenenti allo Stato e contraffazione di opere d’arte storiche ed archeologiche.
In attesa che la stessa Procura disponga una perizia, gli accertamenti – e lo ha rimarcato il dirigente del Commissariato di Polizia di Formia, il vice questore Massimo Mazio nel corso di una conferenza stampa- sono finalizzati ad accertare se questo materiale fosse destinato al mercato nero del comprensorio o fosse frutto degli scavi illegali notturni di qualche “tombarolo”.
Una curiosità, infine. Il possessore di questo scrigno del passato ha cercato di difendersi affermando come i reperti archeologici fossero un lascito ereditario del padre…
INTERVISTA Massimo Mazio, dirigente commissariato Polizia di Formia
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