FORMIA – La conferma è arrivata direttamente dalla Questura di Latina: due persone che hanno promosso nei giorni scorsi presso una nota struttura di Gaeta la presentazione del libro e del film “La Casalese-Operazione Spartacus” sono state denunciate a piede libero alla Procura della Repubblica di Cassino per l’inosservanza di una precisa disposizione del testo unico di pubblica sicurezza mentre il titolare del locale ha ricevuto una sanzione amministrativa, di natura pecuniaria, per aver omesso di informare il locale commissariato di Polizia dell’organizzazione dell’iniziativa.
La Questura di Latina aveva preannunciato che avrebbe adottato alcuni provvedimenti e così è stato. Soprattutto dopo la presentazione, avvenuta rigorosamente a porte chiuse e ad inviti, del libro scritto dall’ex moglie di Renato Vallanzasca, Antonella D’Agostino, del libro che poi ha costituito la sceneggiatura del film prodotto dalla Roxy Music di cui è titolare Angelo Bardellino, nipote del fondatore del clan dei Casalesi e da anni residente a Formia con la sua famiglia. La duplice segnalazione alla Procura da parte della Questua costituisce un altro momento di un braccio di ferro avviato la settimana precedente a Spigno Saturnia dove la presentazione del libro della D’Agostino e del film “La Casalese”, sempre a porte chiuse, era stata bloccata sul filo di lana dalla Prefettura di Latina per motivi legati alla tutela e alla sicurezza pubblica.
Di certo, la signora D’Agostino non si era persa d’animo organizzando la presentazione del suo libro altrove, a Gaeta, e sempre senza l’apporto del pubblico. Il produttore del film, per la cronaca, non c’era ma il suo legale, l’avvocato Enrico Cellini, ha voluto precisare come il film non parli di camorra anche se il titolo “è ingannevole” e, confermando come il primo divieto della Prefettura sarà oggetto di un ricorso al Tar, mostra anche una fattura con cui è stata regolarmente pagata l’occupazione del locale per un evento privato: “La Polizia? – conclude – E’ perché avremmo dovuto avvisarla. Non c’era proprio necessità di farlo”.
Saverio Forte