FORMIA – “Ho atteso a divulgare la notizia di questo ennesimo scempio perché i tecnici e i funzionari dell’ente parco regionale dei Monti Aurunci sinora sono stati molto dubbiosi sul fatto che potessero essere stati un branco di lupi affamati. Parlavano di cani ma questi animali non possono arrivare tanto”. Michele Minchella è un giovane allevatore della frazione di Maranola a Formia, appartiene ad una storica famiglia, una delle ultime rimaste, che gestisce da sempre sui Monti Aurunci, tra Formia, Itri, Spigno Saturnia ed Esperia, ma anche in Abruzzo capi di bestiame. Sabato mattina ha chiesto e, per certi versi, ha preteso che ad un sopralluogo dei Guardiaparchi dell’ente di Campodi-mele vi partecipasse anche un veterinario dell’Asl: “Si, è vero – ha sentenziato – sono stati loro, i lupi”.
Ora l’intervento del servizio veterinario dell’Asl ha sciolto definitivamente ogni dubbio: se fossero stati i cani i vitelli sarebbero stati uccisi alla giugulare. E invece – come l’episodio dell’altra sera – gli aggressori hanno colpito alle spalle e hanno letteralmente portato via la carcassa posteriore del vitellino. E’ stata una scena raccapricciante quella cui ha assistito Michellla e gli altri suoi familiari che, stanco e deluso, chiede ora che la Regione Lazio, attraverso l’ente Parco regionale dei Monti Aurunci, cambi finalmente idea sulla questione dei risarcimenti danni per la quale sarebbe stato alzato un autentico muro. “Le perdite economiche cominciano ad essere ingenti – ha dichiarato Minchella – quando noi, a livello familiare, siamo tra i pochi, tra mille e mille sacrifici, a portare avanti questa tradizione. Non ce la facciamo più. Eppure continuamo ad investire i guada-gni e risparmi in questo settore che rischia concretamente di scomparire. Le istituzioni competenti riconoscano il nostro ruolo, non solo sul piano econo-mico ma anche culturale. In caso contrario, saremmo costretti a vendere tutto, anche quelle nuovi terreni e ricoveri con i quali stiamo cercando di mantenere viva la tradizione della pastorizia sulle montagne del sud-pontino”.
Saverio Forte