FORMIA – Nella realtà periferica di Gianola a Formia nascerà un’importante area per la sosta per i caravan e le roulotte e, contrariamente a quanto sinora autorizzato dal comune, sarà estesa per l’intero anno. Lo ha deciso la prima sezione di Latina del Tar del Lazio che, bocciando clamorosamente il comportamento amministrativo della Giunta Villa, ha raccolto la richiesta di un’imprenditrice, Loredana Di Maio, che è conosciuta sul territorio per questa importante attività turistica svolgendola da anni nel piazzale degli Spaltoni, ai piedi del parco urbano di Monte Orlando a Gaeta.
La donna si è rivolta agli avvocati Aldo e Luca Scipione per impugnare il diniego dell’area tecnica del comune di Formia del 18 ottobre che, di fatto, respingeva una richiesta dl 15 settembre, di un mese prima, con l’esercente comunicava al Comune di voler sistemare un terreno di sua proprietà, “ripulendolo dalla vegetazione spontanea e livellandolo con materiale arido misto di cava stabilizzato”, per adibirlo a parcheggio e, in particolare, ad un’area di sosta per quel settore definito “turismo itinerante”. L’imprenditrice sottolineò nella richiesta come il sito fosse stato già autorizzato dal Comune ma limitatamente alla stagione estiva per far fronte all’afflusso turistico. Il comune di Formia il 18 ottobre ha bocciato l’estensione della durata dell’autorizzazione per l’intero anno perché l’area, di proprietà privata, “è in contrasto con le disposizioni degli strumenti urbanistici e regolamenti vigenti e in quanto risulta sottoposta a tutela per il pericolo di inondazione” in considerazione della sua vicinanza al torrente Santa Croce.
I giudici amministrativi (presidente Antonio Vinciguerra, consigliere Roberto Maria Bucchi ed estensore Valerio Torano) hanno accolto il ricorso della Di Maio. E le ragioni sono le seguenti: sulla richiesta era scattato l’istituto del silenzio-assenso e il comune aveva risposto negativamente oltre il termine previsto dalle legge, cioè un mese. Nel merito il diniego del Comune è stato definito “evasivo” per non aver specificato gli strumenti urbanistici e normativi che avrebbero osteggiato gli interventi da realizzare e per aver affermato come i vincoli per le aree a rischio inondazione impedissero un’opera del genere. Insomma il comportamento del comune di Formia, difeso dal dirigente avvocatura interna Domenico Di Russo, è stato considerato “contradditorio e generico”. Semplice. Lo stesso ente in passato aveva consentito che “sull’area di proprietà della ricorrente fosse esercitata un’attività di parcheggio per fronteggiare l’affluenza nella stagione turistica”. Se l’imprenditrice – attraverso i suoi legali – si è detta pronta a realizzare i suoi investimenti, il comune di Formia, oltre alla bocciatura dei suoi atti, è stato condannato a “pagare duemila euro di spese di giudizio”.
Saverio Forte