ITRI – I Carabinieri del Nucleo Investigativo di Napoli lo avevano arrestato dopo una breve latitanza il 26 ottobre 2017 in una lussuosissima villa, appena restaurata, in località “Calabretto”, non molto lontano dalla stazione ferrovia di Itri, lungo la statale Appia, ai confini del comune di Formia. Nicola Rullo, di 49 anni, considerato il reggente del clan “Contini” che, insieme alle famiglie “Licciardo” e “Mallardo”, aveva dato vita all’”Alleanza di Secondigliano”, una delle federazioni criminali più pericolose sul territorio nazionale, è ora un uomo libero. E’ stato scarcerato per decorrenza dei termini di custodia cautelare.
L’uomo si trovava nel carcere romano di Rebibbia, al regime del 41 bis, dovendo scontare una condanna a dieci anni da scontare per reati legati al racket. Era in attesa da un anno e mezzo per la fissazione di una data del processo di Cassazione dopo che in Appello era stato condannato per tentata estorsione. Proprio la mancata fissazione del processo davanti la Suprema Corte ha fatto sì che gli avvocati del pregiudicato presentassero appello al Tribunale del Riesame, chiedendone la scarcerazione: ed il loro ricorso ora è stato accolto. Rullo è ritenuto un esponente di primissimo piano del clan Contini, molto radicato nel centro storico, in diversi quartieri di Napoli, dal Vasto arriva all’Arenaccia.
Rullo si era rifugiato a Itri nel settembre di due anni fa, probabilmente quando aveva probabilmente capito che il suo ricorso in Appello contro la condanna di primo grado per estorsione aggravata da finalità mafiose sarebbe stato respinto. Aveva presentato ricorso e, paventando il suo mancato accoglimento, aveva preso in affitto un bellissimo e ristrutturato casolare di campagna. L’uomo era ufficialmente latitante e ad arrestarlo furono i Carabinieri che, notificandogli un’ordinanza della Corte d’Appello, operarono insieme ai “Cacciatori di Calabria”, il nucleo dell’Arma specializzato nelle ricerche di latianti in zone impervie e periferiche. E così è stato. Durante l’irruzione Rullo fu sorpreso che dormiva al piano terra del casolare insieme al suo guardiaspalle, Roberto Murano, arrestato con l’accusa di favoreggiamento ma senza opporre resistenza.
I Carabinieri, infine, arrestatarono una terza persona: si trattò di Davide Geldi, nipote di Rullo, che dormiva al piano superiore con la disponibilità di 100 grammi di marijuana ed hashish. Le indagini dei Carabinieri, cui si sono affiancati quelli della Compagnia di Formia e della Stazione di Itri, proseguirono per accertare eventuali complicità di cui avrebbe beneficiato Rullo durante la sua forzata permanenza nel sud-pontino.
Saverio Forte