FORMIA – Pasqua di duro lavoro per diversi studi legali impegnati sulla complicatissima procedura di vendita all’incanto dei capannoni del nuovo Pastificio Paone nell’ambito del concordato preventivo concesso alla nota azienda alimentare di Formia dal Tribunale di Cassino. Dopo essere andato a vuoto la scorsa settimana il comitato dei creditori, il liquidatore giudiziale Maurizio Taglione (nominato dal giudice delegato Lorenzo Sandulli) lo ha riconvocato per la prossima settimana con l’obiettivo di nominare un legale che valuti la possibilità di contrastare la procedura avviata dal Consorzio industriale del sud-pontino per la riacquisizione (alle stesse condizioni economiche con cui è stata aggiudicata la vendita alla “Corex spa” di Battipaglia) dell’area e dello stabilimento del pastificio Paone nell’area industriale di Penitro a Formia e di Minturno.
Il dottor Taglione si è dichiarato pronto ad impugnare davanti il Tar del Lazio la delibera consortile con cui l’ente di sviluppo industriale del sud-pontino intende esercitare di fatto il diritto di prelazione secondo quando prevede l’articolo 63 della legge 448/98 (prevede la facoltà di riacquistare unitamente alle aree cedute anche gli strumenti industriali realizzati). Il liquidatore di Arpino è andato oltre. Ha confermato di aver promosso un’altra iniziativa “bonaria” tesa a scongiurare un contenzioso tecnico-amministrativo e giudiziario le cui conseguenze – a suo dire – potrebbero ricadere sui creditori e sul futuro dello stesso pastificio di Penitro. Non ha escluso che alcuni di loro siano interessati a chiedere la dichiarazione di fallimento della rinomata azienda di Formia ed in quest’ottica ha chiesto al presidente del Consorzio industriale del sud-pontino Salvatore Forte di annullare in autotutela la delibera del Cda dello stesso consorzio industriale numero 27 del 25 marzo scorso. Con questo atto, il cui responsabile è l’attento direttore amministrativo dello stesso ente Giampaolo Scalesse, il consorzio manifestava il suo interesse a subentrare nella proprietà (e attraverso un bando pubblico) nella futura gestione dello stesso sito produttivo.
Taglione ha chiesto al consorzio di ripensarci essenzialmente per tre motivazioni: le aree nella zona industriale di Penitro su cui è stato realizzato dieci anni fa il nuovo pastificio Paone “non sono state cedute dal Consorzio industriale ma sono state acquistate con atti notarili dalla famiglia Paone, il nuovo sito produttivo è stato realizzato nel termine di cinque anni dalla cessione dell’area e “la stessa attività industriale del Pastificio Paone non è cessata da più di tre anni”, anzi, al contrario , “è in continuo svolgimento ed incremento”. Taglione aveva concluso in questi termini: il procedimento attivato dal direttore Scalesse è “illegittimo per difetto dei presupposti di legge, lesivo degli interessi della procedura e foriero di gravi danni a carico della massima dei creditori”.
Ma qual è attuale comportamento della famiglia Paone e della nuova governance del pastificio di fronte alle iniziative del consorzio industriale e, in rappresentanza dei creditori, del liquidatore Taglione? Erasmo Paone, insieme a fratello Fabio e al cugino Fulvio (amministratore unico), fa parte del consiglio d’amministrazione della “Domenico Paone fu Erasmo spa”. E’ un manager industriale e ha lavorato per diversi anni nel pianeta Fiat. Ha molto apprezzato quanto ha scritto il dottor Taglione: l’attività industriale del pastificio “non è cessata da più di tre anni, anzi, al contrario, è continuo svolgimento ed incremento.
Dunque abbiamo sentito dalle parole del liquidatore che l’azienda Paone è in ripresa, anzi addirittura in ascesa.
“Sì, è un punto fondamentale della vicenda per come è oggi, e fa piacere che sia riconosciuto non dalla famiglia ma dall’organismo preposto al controllo della gestione. Voglio rimarcare che questo enorme risultato è stato raggiunto con le sole nostre forze e con il supporto fondamentale delle maestranze. Un ruolo importante e positivo hanno avuto anche lo stesso commissario ed il Tribunale di Cassino. Oggi Paone è nuovamente una realtà vincente nel mondo del Made in Italy ed un vanto per tutta la Provincia.”
Però c’è il rischio che perdiate l’immobile in cui l’azienda opera.
“In questa fase della procedura – stante i tempi a mio avviso addirittura incostituzionali del procedimento relativo al nostro altro immobile presso il Tribunale di Latina cui sono legati l’85% dei debiti – è un passaggio obbligato.
La soluzione che prevarrà però influenzerà molto l’esito finale della vicenda.”
Intende riferirsi alla recente delibera del Consorzio Industriale del sud-pontino
“Certamente. È mia opinione personale che l’intervento del Consorzio vada nella direzione della preservazione dell’unità produttiva e della occupazione. Sono persone del territorio che istituzionalmente agiscono per il territorio. L’intervento, se effettuato correttamente, assicurerebbe la stessa somma di estranei, ed un costo di affitto annuo al Pastificio in linea con il saggio di rendimento previsto dalle tabelle Omi. Questo permetterebbe al pastificio di risparmiare circa 120.000 euro l’anno a tutto vantaggio della procedura cioè del Commissario e dei creditori. Inoltre potrebbe essere prevista una clausola che se l’azienda torna in bonis può riacquistare l’immobile al valore residuo alla data. In ogni caso l’immobile vale molto più del doppio della cifra veramente bassa oggi offerta, l’affare oggi lo fa solo il compratore!”
E se invece andasse agli offerenti di cui non si hanno tante notizie?
“Inizierebbe , secondo me, un percorso denso di incognite. Non credo certo alla esistenza di aziende che agiscano se non in base ai soli propri fini speculativi. Magari qualcuno può immaginare soluzioni confortevoli per se stesso, ma stia attento che la realtà è poi sempre diversa e deludente. Il pastificio Paone è invece una realtà concreta ed attuale del territorio ed in tal senso va difesa. L’andamento aziendale mostra chiaramente che questo è possibile ad e’ testimoniato dalle centinaia di persone del nostro territorio che vi hanno lavorato o che hanno fornito i loro servizi”
Veniamo alla vicenda del Tribunale penale di Latina dove è in corso una dura battaglia legale e processuale legata allo storico pastificio di piazza Risorgimento. La vostra famiglia è impegnata dal 2012 a chiedere di revocare i sigilli apposti dal Pm Giuseppe Miliano con le ipotesi di reato di lottizzazione abusiva ed abusivismo edilizio. E’ una battaglia infinita?
“Non possiamo che rinnovare l’appello ad una logica di giustizia! Non si può realmente uccidere la realtà più antica del territorio per una questione sostanzialmente amministrativa in presenza di ben due permessi a costruire rilasciati dal Comune di Formia che sono poi quelli che hanno convinto gli azionisti e l’Istituto finanziatore. Nulla è stato modificato. E non si possono certo attendere 8 anni per iniziare un processo. In questa situazione vengono solo favoriti appetiti illeciti come la vicenda dell’ex giudice Lollo insegna. Auspico anche l’intervento del Ministro della Giustizia e della Grand Chambre, noi siamo pronti a lottare all’infinito. Abbiamo preservato sana l’azienda senza aiuti, con i nostri soli sforzi, ma, senza lo sblocco dell’immobile, tutti perderanno tranne forse coloro che vogliono speculare sulla vicenda. Ricordo infine a tutti – soprattutto ai creditori ed al Commissario – che il complesso aziendale come è oggi vale almeno il doppio di quanto si realizzerebbe con uno vendita-spezzatino. Infine mi sia consentito un appello anche alla Banca che ha finanziato una azienda sana ed un progetto sano, potrebbe anche lei intervenire sull’immobile che è totalmente pagato e privo di ipoteche.”
Saverio Forte
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