FORMIA – “Come sto? Delusa. Una provocazione nei miei riguardi? Non direi. La provocazione è stata fatta nei riguardi dello stato e, in particolare, nei riguardi di uno di uno dei suoi tre poteri, la magistratura”. La sindaca di Formia, Paola Villa, è letteralmente sobbalzata sulla sedia quando il cronista gli ha inoltrato alcune fotografie che hanno immortalato il bellissimo e panoramicissimo Castello di Gianola aperto al pubblico nell’ambito della seconda edizione della rassegna della Regione Lazio sulla libera fruibilità, dal 25 al 28 aprile, di 80 siti di pregevole valore culturale e architettonico, le più note “Dimore storiche”.
La scelta di questo immobile privato da parte della Regione Lazio sulla sommità dell’omonimo promontorio tra Formia e Scauri aveva fatto arrabbiare non poco la sindaca Villa: la struttura deve far fronte da anni con una serie di presunti abusi edilizi, vincoli paesaggistici, ambientali e archeologici non rispettati in spregio a tutte le leggi di tutela ambientale. E così che si è rivelata argomento di scontro istituzionale tra il comune di Formia e la stessa Regione. La scelta della Regione aveva indispettito non poco il sindaco di Formia che aveva ricordato come lo stesso Comune di Formia, l’ente Parco Regionale “Riviera di Ulisse” e privati cittadini abbiano presentato dal 2011 una serie di esposti per mettere in evidenza come il Castello di Gianola ed il parco limitrofo “abbiano subito abusi di ogni genere, senza tener conto di qualsiasi rispetto delle leggi”.
Tutto questo fino al luglio 2018, quando il Tar Lazio, con la sentenza numero 405, respinse i ricorsi del proprietario dell’immobile e diede mandato all’Ente Parco, di derivazione della Regione Lazio (quando la mano destra non sa quel che fa la sinistra…) di pretendere il ripristino dei luoghi. Il sindaco di Formia aveva chiesto ed ottenuto dalla Regione Lazio come il castello di Gianola non possa ergersi a dimora storica. Insomma non può rappresentare un luogo di bellezza paesaggistica archeologica. “Vanno prima ripristinati lo stato dei luoghi e la legalità e poi al Castello gli si potrà dare una giusta collocazione di rispetto e bellezza”. E invece molti appassionati, residenti e turisti, ignari della decisione della Regione Lazio di stralciare il castello di Gianola dalle ottanta “Dimore storiche” da visitare hanno regolarmente parcheggiato sul lungomare di levante di Formia e, attraverso il Rio Santa Croce, hanno trovato (molti non credevano ai loro occhi) il cancello aperto del Castello.
E chi l’ha aperto? Lo stesso padrone di casa, un rinomato avvocato di Napoli. Gennaro Orefice, che, vestendo con successo i panni di Cicerone, ha accolto flotte di visitatori. La cosa è stata indigesta alla sindaca Villa che ha considerato questa legittima apertura da parte di un semplice e comune privato una provocazione nei suoi riguardi: “Eh sì, il Castello di Gianola in spregio alla richiesta di chiarimenti e alla sospensiva data dalla Regione Lazio sull’essere annoverata tra le Dimore storiche oggi ha aperto al pubblico – ha dichiarato la sindaca di Formia – Preciso che il tutto è stato possibile da un privato con oneri a proprio carico. Come lo considero? Senz’altro è stato un affronto non certo nei confronti del Comune di Formia o dell’Ente Parco ma dello Stato. D’altronde è solo la conferma di quello che l’avvocato Orefice – ha scritto testualmente la sindaca di Formia perpetra da anni: abusi edilizi, disboscamenti non autorizzati, colate di calcestruzzo, scalinate di travertino, finti pantheon e statue spostate. Solo una cosa è stata chiara ai visitatori che oggi sono andati: nulla di tutto quello che è stato possibile vedere è realmente messo al posto giusto, niente rispecchia i vincoli ambientali e paesaggistici, niente è attinente alla verità. Ma almeno il tutto non è stato pagato con soldi pubblici, altrimenti al danno pure la beffa. Mi auguro che tutte le istituzioni, oltre al Comune, intervengano e mi auguro che dopo tale gesto la sospensiva diventi definitiva.”
In attesa che questo intervento avvenga (da parte della stessa Regione Lazio), il 25 aprile della sindaco di Formia non è stata all’insegna della liberazione ma della… delusione.
Saverio Forte
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