FORMIA – Se non è un allarme poco ci manca. Arriva da uno dei quartieri più popolosi e complicati di Formia, Rio Fresco Scacciagalline, alle prese in questi giorni con i preparativi per il disinnesco del residuato bellico della seconda guerra mondiale “spuntato” quasi per caso, dopo 75 anni esatti, in un cantiere edile. A formalizzarlo è un folto ma determinato gruppo di cittadini che in una lunga petizione ha chiesto l’intervento del comune e, “se necessario”, della Procura della Repubblica di Cassino.
I firmatari della richiesta d’intervento al sindaco Paola Villa dichiarano di vivere nello storico complesso dell’Ater di Latina e non fanno altro che denunciare le “degradanti condizioni in cui è piombato negli ultimi mesi il quartiere”. Si tratta di un degrado “non più tollerabile” che ha assunto “proporzioni inimmaginabili e sta mettendo a serio rischio e pericolo anche la sicurezza di bambini e anziani del quartiere. Sussistono – si legge subito nella lettera aperta -. Gravissimi pericoli per la pubblica incolumità che abbiamo elencato e segnalato senza alcun esito al sindaco di Formia, alla sua segreteria e ad altre persone in amministrazione”. L’esposto esordisce affrontando la presunta presenza di rettili nel giardino adiacente alle abitazioni, lato montagna, dove la presenza di una fittissima vegetazione priva anche di una minima manutenzione da parte del comune sta causando l’insorgenza e di vere e proprie colonie, non solo di rettili, ma anche di grossi topi, zecche e – secondo alcuni avvistamenti di alcuni residenti – persino di vipere. La politica si ricorda di Rio Fresco Scacciagalline soltanto in occasione dei tradizionali appuntamenti elettorali ma i problemi, piccoli e grandi, non mancano. Basterebbe la tanto reclamizzata e propagandata “ordinaria amministrazione” per risolverli. E’ il caso, per esempio, della presenza di ferri divelti da un muro danneggiato nel corso di un’ultima manutenzione – un anno fa – che “spuntano dall’erba e potrebbero causare gravi lesioni ai numerosi bambini presenti nel quartiere”.
La gestione del patrimonio arboreo – come in diverse altre località della città – lascia a desiderare: alcuni grossi alberi sono privi anche qui di “alcuna manutenzione” con rami che toccano persino la strada e “che spesso – dicono sconsolati i cittadini residenti – siamo costretti a rompere con le mani al fine di evitare lesioni. C’è poi un palo della pubblica illuminazione sulla salita, lato sinistro, con fili elettrici scoperti e pericolosissimi in quanto “raggiungibili da bambini” e, dunque, argomento di “gravissimo rischio per la loro incolumità”. Sono inoltre perennemente spenti i lampioni pubblici nei pressi delle abitazioni: lasciano al buio la zona del parcheggio ed impediscono agli stessi residenti (soprattutto agli anziani) “ogni possibilità di visibilità e di sicurezza”. L’erba, poi, è alta ed incolta con la presenza di canne e mucchi di erba secca “che con l’avvicinarsi del periodo estivo mettono l’intera area a fortissimo rischio incendio. Stesso clichè per la viabilità nel quartiere, in prossimità della chiesa parrocchiale di San Giuseppe Lavoratore: “Le strade – concludono amareggiati i firmatari della petizione – si trovano in un pessimo stato di manutenzione e questa situazione mette seriamente a rischio l’incolumità delle persone ed espone a continui danneggiamenti le autovetture”.
Dall’altra parte della città, nel quartiere di ponente di Vindicio, un altro gruppo consistente di cittadini ha deciso di dar vita ad un comitato spontaneo che non poteva non chiamarsi “Marco Tullio Cicerone” in omaggio all’illustre oratore e filosofo romano e della sua tomba, “il più importante monumento della città ma da sempre messo ai margini da tutte le amministrazioni comunali che si sono succedute”. L’atto costitutivo ed il relativo Statuto sono state inviate personalmente al sindaco Paola Villa per definire le linee guida di questa vivace realtà associativa guidata da due attivi professionisti, gli avvocati Mario Ruggieri e Carmen di Maio. “La funzione del comitato è quella di creare un ponte di unione tra i residenti della zona occidentale della città e l’amministrazione. Auspichiamo una collaborazione con la macchina amministrativa per raccogliere e risolvere in maniera sinergica le problematiche che attanagliano il quartiere”. E la tradizionale lista della spesa è lunga ed impegnativa : “Si percepisce la mancanza di servizi essenziali quali la luce, in alcuni tratti manca anche l’acqua, la depurazione, i marciapiedi e le pensiline per i bus. Ma la spinta emotiva che ha unito il Comitato è sicuramente la sicurezza stradale della Via A e, nello specifico, di via Marco Tullio cicerone. Questo tratto di strada, negli anni, è stato scenario di numerosi e gravissimi incidenti stradali, alcuni dei quali anche mortali. Da tempo i cittadini avevano preso coscienza che bisogna essere uniti per poter aprire un dialogo “costruttivo” con la pubblicazione amministrazione. E’ iniziata prima la raccolta delle firme, poi la redazione di uno statuto costitutivo culminata con l’elezione dei presidenti che resteranno in carica per i primi tre anni.”
Il comitato – hanno aggiunto gli avvocati Carmen Di Maio e Mario Ruggieri – dopo una prima riunione ha chiesto un incontro con il neo sindaco Paola Villa di cui abbiamo apprezzato la sua disponibilità Tra le prime iniziative messe in cantiere il comitato si propone di valorizzare la Tomba di Cicerone e di mettere in sicurezza il suo ingresso sull’Appia. La periferia ovest di Formia – hanno concluso gli avvocati Ruggieri e Di Maio – si estende da Vindicio sino all’Acerbara e a Piroli. Sicuramente non è popolatissima ma espressione di una delle aree più belle della città…”
Saverio Forte