SPERLONGA – Il provvedimento è stato assunto direttamente dal Gip del Tribunale di Latina Giuseppe Cario: gli imprenditori formiani Pietro e Francesco Ruggieri, di 71 e 39 anni, rispettivamente ammini-stratore legale e di fatto della “Dr Costruzioni”, possono tornare ad essere due uomini liberi perché, scaduti i termini della carcerazione cautelare in assenza di una richiesta di rinvio a giudizio, sono venuti meno i presupposti della loro detenzione cautelare, seppur ai domiciliari.
La notizia è stata confermata dai rispettivi avvocati, Vincenzo Macari e Massimo Signore, i legali dei due imprenditori arrestati lo scorso settembre nell’ambito del nuovo filone di “Tiberio “, l’operazione che – secondo i Carabinieri del Comando Provinciale di Latina – avrebbero smascherato un’organizzazione specializzata nel gestire e pilotare, nonostante i primi arresti operati nel gennaio 2017, l’esito di alcuni importanti pubblici in diversi comuni della provincia di Latina, tra questi Sperlonga, Gaeta, Priverno e Prossedi. Secondo le ricostruzioni investigative del sostituto Procuratore Valerio De Luca Isidoro Masi, indagato a vario titolo insieme ad altre quindici persone con le ipotesi di reato di corruzione, concussione, falso ideologico e abuso d’ufficio in concorso, nella duplice veste di dirigente della Provincia di Latina prima ma anche di responsabile del settore urbanistica del comune di Sperlonga poi avrebbe accettato la promessa di ricevere una somma di danaro in contanti da parte degli imprenditori formiani Pietro e Francesco Ruggieri con la promessa di vincere con un significativo ribasso d’asta gli appalti per l’ampliamento, la messa a norma e l’adeguamento della scuola “Alfredo Aspri” di Sperlonga e per la costruzione di una tensostruttura in località Calegna a Gaeta.
Nella conclusione delle indagini preliminari formalizzata lo scorso gennaio il Pm De Luca riservò – non a caso – molto spazio alle fasi di realizzazione, per un importo che sfiorò i 906mila euro, della scuola “Aspri”. Si trattò di lavori che eseguiti al netto del ribasso, sarebbero stati realizzati in difformità rispetto al progetto approvato con una serie di gravi anomalie statiche e architettoniche che hanno indotto successivamente il comune di Sperlonga ad avviare il procedimento in autotutela per la rescissione del contratto con la società appaltatrice. In più i titolari della “Dr costruzioni” di Formia, avrebbero simulato di partecipare ad altre due gare pubbliche quando l’esito era già deciso, quelle appunto per i lavori di ampliamento e completamento della palestra del liceo scientifico Fermi in località Calegna a Gaeta ma anche di restauro e di valorizzazione del complesso “Villa Prato” a Sperlonga. Da qui la scelta della Procura di indagare una dozzina di imprenditori per turbativa d’asta, accusati di partecipare a gare ad evidenza pubblica quando il loro esito sarebbe stato deciso già a tavolino. Come quelle per l’affidamento del servizio di spazzamento delle strade e piazze comunali a Priverno, di realizzazione della sala polivalente della scuola “Don Andrea Santoro” nel centro lepino e, infine di completo e ristrutturazione del palazzo municipale di Prossedi.
Dopo la conclusione delle indagini preliminari è imminente la Procura chieda ora il rinvio a giudizio per i sedici indagati, alcuni dei quali hanno fatto sapere, prima che la richiesta venga formalizzata, di essere interrogati dal Pm inquirente. A chiedere a settembre la revoca della misura restrittiva in carcere per Francesco Ruggieri era stato proprio il suo legale di fiducia, l’avvocato Massimo Signore, che considerà il provvedimento “spropositato” rispetto alla collocazione storica e temporale dei presunti reati commessi, quasi un anno e mezzo prima. I vincoli della loro reiterazione, del pericolo di fuga e dell’inquinamento delle prove non erano affatto messi in discussione. Furono questi, in sintesi, i caposaldi del lunghissimo ricorso presentato davanti la terza sezione penale del Tribunale del Riesame di Roma. Già in sede di interrogatorio di garanzia davanti il Gip Francesco Ruggieri con una deposizione fiume prese le decisamente le distanze dall’attività imprenditoriale, dall’operato del padre. Aveva dichiarato di essere amministratore di diritto di un’altra società di famiglia, la “2R Costruzioni”, e di non conoscere “a fondo” l’iter e le varie fasi degli appalti e delle rispettive opere che si aggiudicava la società del padre nei confronti del quale – ha ribadito – “non aveva alcun potere decisionale”.
Saverio Forte