ITRI – “Fermiamo tutti insieme la iattura del commissario prefettizio a Itri!” L’appello è di Domenico Del Bove, già sindaco socialista di Itri agli inizi degli anni novanta e oggi, docente di lingue in pensione, osservatore politico super partes delle vicende locali, forte di quella saggezza che gli deriva dalla senectus illuminata cui gli antichi Romani attribuivano grande importanza nella guida delle comunità.
“Al di là della figura che dovesse essere scelta e che sarebbe, in tutti i casi, rispettabilissima per dignità personale, resta il fatto che il Commissario, in quanto carica istituzionale ligia alle consegne affidategli, che oggi invitano al contenimento delle spese, nel redigere il Bilancio comunale, in mancanza di introiti da parte dello Stato, favorirebbe il riequilibrio attraverso l’aumento –d’altronde gli è consentito!- delle imposte di competenza del comune.
Non potendo eliminare i servizi, il rappresentante del governo provinciale dovrà far ricorso al maggior introito fiscale. D’altronde, oltre che facilitato in ciò dal fatto di non dover successivamente affrontare il giudizio elettorale, sempre penalizzante per quegli amministratori che innalzano le aliquote, il commissario prefettizio sceglierebbe questa strada anche per non incorrere nella scomunica della Corte dei Conti, sempre più rigorosa nell’addebitare ad personam le spese prive di copertura.
C’è pure –prosegue Del Bove- una considerazione di carattere politico: accordarsi per portare a termine l’attuale consiliatura, significa dedicare questi ultimi dodici mesi a ricercare quelle identità politiche foriere di future alleanze che il livore di una campagna elettorale che si preannuncia feroce farebbe raggiungere solo dopo molto tempo e tantissimi compromessi. La mia terza considerazione, di carattere prettamente personale, è che non compaiono a tutt’oggi, all’orizzonte giovani capaci di dare il cambio ad amministratori che stanno sulla scena dal lontano 1976.
Da qui-conclude l’ex sindaco- l’invito a ricercare qualcosa che unisce e non a gonfiare le perniciose situazioni della conflittualità del non ritorno!”
Orazio Ruggieri
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