FORMIA – La recente ed ultima gestione del parcheggio multipiano “Aldo Moro” prima della definitiva sua consegna della struttura alla curatela fallimentare della Formia servizi spa per essere messa in vendita alla stessa stregua del “Piano zero” è stato il motivo del ritorno del gruppo di Formia della Guardia di Finanza nella ripartizione Opere pubbliche del palazzo municipale. La notizia è filtrata casualmente dall’attesa audizione dei dirigenti comunali davanti la commissione consiliare trasparenza.
C’erano tutti – Rosanna Picano, Domenico Di Russo, Daniele Rossi e Tiziana Livornese – tranne che la neo responsabile dell’area tecnica, l’architetto Annunziata Lanzillotta, alle prese con la visita, prevista da giorni, degli agenti del Colonnello Sergio De Sarno che da mesi stanno indagando sulla gestione del Parcheggio multipiano da parte del comune dal momento in cui l’opera, sulla scorta di una sentenza del consiglio di Stato del 2015, è finita nella proprietà immobiliare della curatela fallimentare e, di conseguenza, dell’assemblea dei creditori della fallita Formia servizi. L’operato del comune a tal riguardo è stato lineare e corretto per la gestione economica dell’infrastruttura nonostante fosse cambiata, di fatto, la sua proprietà? Sarebbe questo il principale interrogativo che campeggia in questo nuovo filone di indagine che la Procura di Cassino ha avuto per rogatoria da quella di Latina che sul fallimento della Formia servizi ha istruito un processo penale tuttora in corso di svolgimento davanti il Tribunale penale del capuologo pontino. In questo clima, tutt’altro che sereno, è stata sfiorata la rissa lunedì mattina nella commissione trasparenza del comune di Formia.
Dopo il velenoso atto d’accusa del segretario generale e responsabile dell’anticorruzione Alessandro Izzi sull’ormai consolidata prassi delle proroghe degli appalti, delle forniture e degli incarichi – nel suo mirino erano finiti un po’ tutti, la politica e soprattutto i dirigenti comunali – a metterci del suo è stato anche il presidente della stessa commissione di controllo, il capogruppo della lista “Formia con te” Gianfranco Conte. L’ordine del giorno, antecedente alla severa reprimenda dell’avvocato Izzi, era stato firmato il 3 maggio e prevedeva proprio l’audizione dei cinque dirigenti del comune in servizio, uno in meno dopo la prematura scomparsa venti giorni del responsabile del settore Servizi sociali Italo La Rocca. Il presidente aveva inserito nell’odg due punti ma, oltre alle “tradizionali” varie ed eventuali, campeggiava l’universo dell’istituto, che il segretario Izzi aveva definito border line a possibili fenomeni di corruttela, della proroga: “quali servizi o lavori sono in proroga, valore degli stessi, se ci sono state più proroghe, il valore complessivo del servizio/appalto comprensivo di eventuali proroghe”. A vivacizzare la seduta ci ha pensato il capogruppo della lista di maggioranza “Un’altra città”, l’ex Pd Gerardo Forte, che in un documento ha stigmatizzato il tipo di ordine del giorno firmato da Conte.
Questa presa di posizione di Forte ha colto di sorpresa gli altri rappresentanti della maggioranza civica presenti in commissione trasparenza. La palese mancanza di un coordinamento politico è stata superata dall’apposizione sul documento degli altri consiglieri di maggioranza ma ormai lo scontro era ormai aperto tra Forte ed il presidente Conte, accusato di “sostituirsi in questo ruolo agli organi e alle figure preposte (nucleo interno di valutazione, segretario generale e sindaco) nella gestione dell’attività di controllo e tantomeno di giudizio dell’operato dei dirigenti comunali”. Il capogruppo di “Un’altra città” Forte era arrivato a dichiarare come l’ordine del giorno presente nella seduta della commissione trasparenza del comune di Formia “sia degno del Tribunale dell’Inquisizione e favorisce un clima di scarsa armonia interna all’ente (una responsabilità che molti attribuiscono alle iniziative del segretario generale Izzi) e l’aumento di dubbi e giudizi sui comportamenti altrui, spesso anche prevenuti perché – aveva aggiunto nel documento poi formato dalla maggioranza civica – non tengono conto delle motivazioni oggettive e non solo soggettive che determinano le decisioni e le determinazioni assunte dai vari dirigenti”. Gerardo Forte ha sentito odore di bruciato nel momento cui (a torto) ha definito “coincidenti” l’ordine del giorno della commissione trasparenza e l’argomento dell’ultimo richiamo del segretario Izzi contro la “moda” delle proroghe degli appalti, delle forniture e degli incarichi.
Il capogruppo di “Un’alta città” ha chiamato in causa anche la stampa: “La convocazione della commissione trasparenza è arrivata, chissà come(!!!!), alla stampa – si ha timore di qualcosa?? – e non ha certo rasserenato gli animi all’interno del comune di Formia (per colpa della stampa??) e non ha favorito una sua immagine positiva. Il personale operante – dirigenti, funzionari e dipendenti tutti – a mia memoria e testimonianza non ha mai favorito o assunto comportamenti devianti o deviati dal corretto agire amministrativa. Se qualcuno – è il chiaro riferimento a Gianfranco Conte da parte di Gerardo Forte – la pensa diversamente ha l’obbligo non di scrivere lettere o convocare commissioni ma di rivolgersi direttamente alla magistratura”, un ricorso cui era molto legato Gerardo Forte quando faceva parte dell’opposizione di sinistra al comune di Formia. Per il capogruppo di “Un’altra città” un compito fondamentale di un dipendente, di in dirigente o di un amministratore di comune è quello di “non ledere coi propri comportamenti o con propri scritti – peccato che i consiglieri comunali di Formia con l’età avanzata perdano la memoria – – l’immagine del comune per cui lavora o che amministra. Chi pensa o agisce per danneggiare non solo l’amministrazione comunale ma Formia nel suo complesso – è la versione di Gerardo Forte ora nella veste di capogruppo di maggioranza – per miseri calcoli personali non ha e non avrà il mio contributo”. L’andamento della commissione trasparenza, almeno nella sua prima parte, ha avuto un carattere ostruzionistico e a polemizzare apertamente con Conte è stato, a più riprese, il consigliere di maggioranza Fabio Papa.
Il presidente, alla distanza, ha ricordato talune prerogative del suo compito istituzionale: “La legge anticorruzione prevede di monitorare il rispetto dei termini, previsti dalla legge o dai regolamenti, per la conclusione dei procedimenti oltre che i rapporti tra l’amministrazione e i soggetti che con la stessa stipulano contratti o che sono interessati a procedimenti di autorizzazione, concessione o erogazione di vantaggi economici di qualunque genere, anche verificando eventuali relazioni di parentela o affinità sussistenti tra i titolari, gli amministratori, i soci e i dipendenti degli stessi soggetti e i dirigenti e i dipendenti dell’amministrazione. Il mio unico intento è quello di lavorare per la Trasparenza di Formia! – ha concluso Gianfranco Conte – Forse per qualche consigliere fare chiarezza sulle proroghe è un problema !” E cosa, alla fine, hanno detto e risposto i dirigenti invitati in commissione? I toni sono stati pressocchè uguali: “Le proroghe? Le autorizziamo purtroppo quando mancano gli indirizzi della politica. Quella al momento nel comune di Formia non c’è”.
Saverio Forte