TERRACINA – Nonostante gli imprevisti capricci di Giove Pluvio ed una giornata decisamente invernale, Terracina ma l’intera provincia di Latina si sono fermate per consolidare il loro storico ed apprezzato feeeling nei riguardi del ciclismo e del Giro d’Italia che per la quarta volta è giunto all’ombra di Monte Giove. Molti tifosi ed appassionati si sono assiepati nella zona del traguardo della quinta tappa del 102° giro d’Italia, nella centralissima Via Roma, una soluzione di ripiego per molti (la Rcs sport, la società della Gazzetta dello sport, avrebbe voluto posizionare l’arrivo della tappa scattata a Frascati in via della Vittoria, l’epicentro del devastante tornado dello scorso ottobre) ma l’affetto di migliaia di spettatori hanno reso, al di là delle avverse condizioni, epico il ritorno, dopo 19 anni esatti, del Giro d’Italia a Terracina.
La pioggia e il freddo (a tratti siberiano) nulla hanno potuto contro il calore e la passione di tanti appassionati, la cui foltissima presenza in via Roma ha reso ancor più spettacolare lo sprint vincente di Pascal Ackermann che ha continuato a dettare legge in volata centrando la seconda vittoria al Giro d’Italia 2019 dopo essersi imposto a Fucecchio nella seconda frazione. Emozionante si è rivelato il duello con il colombiano Fernando Gaviria, battuto di mezza ruota sotto un vero e proprio diluvio. Ha completato il podio terracinese il francese Arnaud Démare, mentre il migliore italiano è stato Matteo Moschetti, quinto. In classifica generale ha rivestito la maglia la maglia rosa al termine di una tappa caratterizzata da una pioggia battente fin dalla partenza e per questo motivo a metà corsa la giuria intelligentemente aveva deciso che i tempi per la classifica generale sarebbero stati presi al primo passaggio sulla linea di arrivo di Terracina mentre del circuito cittadino finale di quasi dieci chilometri. Sul piano sportivo i tifosi si aspettavano la partecipazione al prevedibile sprint finale del campione tricolore Elia Viviani ma, nonostante il lavoro effettuato dai suoi compagni di squadra della Deceuninck-Quick Step, il forte velocista non ha trovato però lo spunto e, rinuncia a partecipare alla volata, ha chiuso fuori dalla top 10.
A tracciare un positivissimo bilancio sul ritorno della carovana rossa a Terracina – obiettivo raggiunto solo grazie all’infaticabile apporto dell’80enne responsabile di tappa Tiziano Testa, è stato poi il sindaco Nicola Procaccini, dispiaciuto sì per questa gravosa ondata di maltempo ma soddisfatto per le risposte fornite dall’intera organizzazione in cui il comune, unitamente alle forze di polizia e alle associazioni di volontariato e di protezione, ha recitato un ruolo di primissimo piano.
“La pioggia ed il maltempo – ha detto il sindaco di Terracina nell’intervista allegata – non hanno impedito di veicolare in mondovisione, attraverso le 180 televisioni collegate, le grandi bellezze che rendono Terracina e la nostra provincia uniche. Il ritorno del Giro? E’ prematuro parlarne anche perché è stato già molto importante lo sforzo economico effettuato dall’amministrazione per organizzare un evento che, ne siamo sicuri, rilancerà ulteriormente, la nostra immagine turistica”. Il sindaco Procaccini ha rivelato di essersi recato mercoledì mattina al cimitero di Terracina per portare un fascio di fiori sulla tomba di Giancarlo Manzi, il bambino di soli 11 anni di Terracina che il 22 maggio 1969, 50 anni fa, rimase vittima dal crollo di una tribuna assiepata all’inverosimile di tifosi che assistevano sul lungomare Circe allo sprint vincente del cannibale Eddy Merckx al termine della settima tappa che aveva portato il Giro d’Italia da Viterbo a Terracina. Fu una prima volta funestata dal sangue che ha lasciato un vuoto nella memoria di tanti terracinesi, appassionati e non di ciclismo.La carovana rosa vi è tornata “soltanto” il 20 maggio 1983 – a prevalere allo sprint finale sul lungomare Circe – fu Guidone Bontempi della Carrera – ed in occasione del Giro del Giubileo del 2000, scattato da piazza San Pietro a Roma.
A Terracina il 14 maggio si conclude la seconda tappa , di 125 chilometri, vinta, dopo uno spettacolare sprint, da Ivan Quaranta mentre la maglia rosa fu indossata da Mario Cipollini. Il giorno dopo il Giro, vinto a Milano da Stefano Garzelli, attraversò il sud-pontino e quella terza tappa si concluse, in provincia di Caserta, a Maddaloni. Ma rimanendo alla stretta attualità la sesta tappa del Giro 2019 è partita finalmente sotto un tiepido sole giovedì mattina da Cassino con destinazione finale San Giovanni Rotondo: ciclismo simbolicamente vuole unire la tradizione storica e religiosa Benedettina con devozione per San Pio da Pietralcina. L’ultima volta del Giro nella città martire è stato pressoché recente: era il 15 maggio 2014 quando, a 70 anni esatti dai devastanti bombardamenti alleati, il 23enne australiano Michael Matthews si aggiudicò la sesta tappa, la più lunga, 257 chilometri, che portò la carovana da Sassano, in provincia di Salerno, nel piazzale dell’Abbazia di Montecassino dopo uno spettacolare arrivo in salita. Mattheues regolò allo sprint il belga Tim Wellens, il connazionale Cadel Evans e l’italiano Matteo Rabottini. Quell’edizione del Giro fu dominata dal colombiano Nairo Quintana sul connazionale Rigoberto Uran Uran.
INTERVISTA Nicola Procaccini, sindaco di Terracina
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VIDEO Il momento del traguardo