GAETA – Bandire l’utilizzo della plastica e di prodotti non biodegradabili è ormai una priorità istituzionale, da tempo, per molte amministrazioni comunali del sud-pontino. Ma di questa crociata, un attestato di amore e di interesse per la tutela dell’eco sistema, sono promotrici alcune importante realtà economiche ed imprenditoriali che, impegnate nel vivace settore del “fast food” di prodotti ittici, hanno deciso – per quanto possa apparire paradossale – di fare a meno di materiale di plastica per servire la propria qualificata clientela. Ad inaugurare questa interessante inversione di tendenza è “Come il mare”, l’attività di via Lungomare Caboto, in località di Peschiera a Gaeta, che ha detto basta alla plastica e ai suoi derivati.
Per una qualsiasi attività impegnata nel settore del take away sarebbe stata un mazzata, anche sul piano economico ed imprenditoriale, e invece l’azienda di cui è co-fondatrice Ludovica Magliozzi non ha avuto tentennamenti di sorta: “Il nostro primo obiettivo è il rispetto del mare, la nostra fonte primaria di economia. Abbiamo così deciso di prendere parte all’iniziativa ‘plastic-free’, un progetto che prevede l’utilizzo di materiali riciclabili e biodegradabili in sostituzione alla plastica. La situazione allarmante che ci ritroviamo a vivere ormai da decenni urla a gran voce il bisogno di una forte sensibilizzazione del singolo cittadino. Questa è stata la forza motrice dell’azienda, la quale, in quanto pescheria, ha sentito la necessità di impegnarsi in prima persona per trasmettere il messaggio. L’obiettivo per il quale stiamo lavorando non è un riposizionamento nel settore, piuttosto vogliamo puntare al rispetto di quest’ultimon – osserva la Magliozzi – Non riesco ad andare a dormire serena se penso a tutta la plastica non riciclabile che produco”.
La ristorazione self service e take-away, di cui “Come il mare” è capostipite a Gaeta, necessita infatti di un notevole utilizzo di posate, bicchieri, piatti. Il problema a monte è il livello di biodegradabilità del materiale: un solo oggetto di plastica è coinvolto in un processo di smaltimento che può durare anche 450 anni. “Noi dobbiamo essere i primi a trasmettere questo messaggio – ha aggiunto la Magliozzi – La plastica che consumiamo è una delle prime sostanze inquinanti del mare, habitat del pesce che finisce sulle nostre cucine”. Tuttavia, per far sì che l’iniziativa riesca ad andare in porto è fondamentale il contributo, delle persone, degli stessi clienti: “Lo sottolinea la stessa imprenditrice di Gaeta: L’iniziativa è per noi una grande fonte di costo, un passo difficile ma necessario per sensibilizzare il cliente ad un’educazione civica. I costi per noi triplicheranno, ma questo non ricadrà in alcun modo sul consumatore”.
I prodotti utilizzati dal take away della ‘Peschiera’ saranno realizzati in Pla: Acido polilattico derivato da mais, barbabietola, canna da zucchero e altri materiali naturali e rinnovabili, e in “Mater-bi”: realizzato con amido di mais e oli vegetali. Entrambi i materiali sono ottimi sostitutori della plastica in quanto la loro principale caratteristica è la compostabilità, ovvero la degradazione del materiale in tempi brevissimi e il ritorno alla terra senza rilascio di sostanze inquinanti. Ecco perché si parla di “bioplastiche”: “Ciò significa che tutto, a partire dalla tovaglietta, al porta posate, al tovagliolo, al bicchiere, fino alle posate e ai piatti, dovrà essere gettato nel contenitore dell’umido: sono prodotti che vengono compostati in 180 giorni allo stesso modo dell’organico – aggiunge Ludovica Magliozzi – Tutte le bottiglie delle bevande saranno in vetro, anche quelle dell’acqua, le quali, una volta utilizzate, grazie all’aiuto della clientela, dovranno essere lasciate in appositi contenitori e attraverso il sistema del “vuoto a rendere” verranno restituite al fornitore e riutilizzate”.
Tutto sarà organizzato e comunicato nel miglior modo possibile al pubblico, che sarà il principale attore di questa iniziativa. I grandi cambiamenti iniziano sempre da piccole rivoluzioni: “Quello che mi sta a cuore trasmettere, prendendo parte noi per primi a questa iniziativa, è che ogni piccola realtà – aggiunge l’imprenditrice di “Come il mare” – dovrebbe incentivare i cittadini a fare lo stesso a casa: comunicare questo, aiutarci a vicenda a ridurre gli sprechi. Preservare l’utilizzo delle cose, aver rispetto di quel che ci circonda: è questo l’incentivo più grande per credere in un futuro migliore.”
Saverio Forte