FORMIA – Tornano ad essere decisamente burrascosi i rapporti tra l’amministrazione comunale di Formia e Acqualatina alla vigilia dell’inizio della stagione turistica e di una non scongiurata emergenza idrica. Dopo le iniziale pacche sulle spalle e l’intento (reciproco) alla “massima collaborazione” a recuperare i fucili seppelliti nel corso dell’estate 2018 è ora il sindaco di Formia Paola Villa. Ha chiesto ed ottenuto personalmente che la Giunta municipale venerdì’ approvasse la delibera numero 149 che, non votata da tutti gli assessori (era assente, per esempio, l’assessore ai Lavori Pubblici Pasquale Forte dal cui settore è arrivata la proposta di delibera), rappresenta la rottura definitiva dei rapporti, in bilico, con l’ente gestore.
L’esecutivo ha dato mandato al dirigente dell’avvocatura comunale, Domenico Di Russo, di chiedere direttamente al Tribunale di Cassino la nomina di un ctu terzo che accerti i danni provocati da Acqualatina (“almeno negli ultimi 12 anni” ha puntualizzato il sindaco di Formia) nell’intervenire e lasciare come gruviere le strade cittadine interessati dagli interventi di routine dell’ente gestore. La Giunta, di fatto, ha preso atto del contenuto di un report fotografico che, redatto dalla dirigente dell’area tecnica del comune , l’architetto Nunzia Lanzillotta, censisce gli interventi di ripristino effettuati da Acqualatina, una documentazione da cui si evince “che dopo gli interventi di manutenzione ordinaria eseguiti il manto stradale non risulta essere stato ripristinato a regola d’arte ed è divenuto con il tempo sempre più pericoloso. In diversi punti la pavimentazione è divenuta impraticabile nel doppio senso di marcia, l’asfalto risulta essersi ben presto sgretolato e in alcuni tratti sul ciglio della strada sono stati creati dei veri e proprio gradini che mettono in pericolo la sicurezza per gli automobilisti, dei ciclisti e dei pedoni, in violazione degli obblighi convenzionali e delle norme civilistiche che regolano la diligenza e la correttezza nell’adempimento delle obbligazioni”.
La Giunta e la dirigente Lanzillotta, insomma, dopo le polemiche feroci delle ultime settimane da parte del gruppo consiliare della Lega ma anche di diversi comitati civici sorti a macchia di leopardo sul territorio comunale, arrivano ad una conclusione: se i gommisti di Formia continuano a fare affari d’oro la colpa è esclusivamente dell’imperizia e della negligenza delle ditte incaricate da Acqualatina…. Naturalmente a valutare quest’opzione sarà chiamato il Tribunale che, ai sensi dell’articolo 696 del codice di procedura civile , è chiamato ad affidare o meno una consulenza tecnica preventiva “volta – ha commentato la professoressa Paola Villa – ad accertare lo stato dei luoghi, la correttezza dei ripristini eseguiti da Acqualatina s.p.a., la pericolosità dei siti, nonché il computo metrico estimativo dei costi necessari per il corretto ripristino dei siti anche ai fini dell’accertamento e della relativa determinazione dei crediti derivanti dalla inesatta esecuzione dell’obbligazione contrattuale ovvero da fatto illecito da porre a carico della Società Acqualatina s.p.A.. Il sindaco Villa ha rivelato che l’adozione della delibera di Giunta numero 149 sia il frutto di “quasi un anno di lavoro”.
Ha ragione a dirlo perché la nuova amministrazione comunale ha effettuato un “lavoro lungo, sopralluoghi e documentazione di più di 300 siti sul territorio comunale, con materiale fotografico dettagliato, grazie all’ampia collaborazione tra il settore Ambiente (ciclo delle Acque) e settore Lavori Pubblici, del Comune di Formia. La richiesta di avere una perizia da parte del Tribunale di Cassino mette una prima pietra nel chiedere chiarezza sui diversi lavori di manutenzione ordinaria e straordinaria effettuati dalla società Acqualatina. È un ricorso apripista, con il quale si ha l’obiettivo di fare chiarezza su anni di lavori, sui disciplinari di gara e capitolati di appalto. È un ricorso difficile, una strada difficile, ma doverosa da intraprendere e portare avanti una scelta non di facciata, ma di azione concreta” – ha concluso il sindaco di Formia. Acqualatina non ha voluto commentare il contenuto della delibera della Giunta formiana perchè la decisione di nominare o meno un consulente terzo spetti al Tribunale civile di Cassino. Ma la gestione del servizio idrico dell’Ato 4, intanto, è finita nel mirino –come annunciato nei giorni scorsi dal nostro portale nell’annunciare il blocco del cantiere per il collegamento della sorgente di Cellole alla condotta idrica dei comuni di Minturno, Castelforte e Santi Cosma e Damiano – anche dell’Otuc, l’organismo di tutela degli utenti e dei consumatori.
“Gravi perplessità” vengono espresse sul comportamento del presidente della Provincia di Latina e dell’assemblea dei sindaci dell’Ato 4, il sindaco Dem di Pontinia Carlo Medici, verso i problemi della risorsa idrica. Un “esempio eclatante”, ultimo in ordine di tempo, viene definito la mancata approvazione delle modifiche al regolamento del servizio idrico studiate ed approvate da un apposito Tavolo Tecnico. Le modifiche messe a punto, a tutto favore dell’utenza e che risolverebbero numerose proteste e reclami, sono giacenti presso la Sto, la Segreteria Tecnico Operativa, “ormai da ben 2 anni – accusa il presidente dell’Otuc, il professor Antonio Villano – dopo un lavoro durato alcuni mesi di un Tavolo Tecnico composto dalle Associazioni dei consumatori che fanno parte del nostro organismo, dalla Dirigente all’epoca della Sto Angelica Vagnozzi e da alcuni Dirigenti di Acqualatina. Il risultato sarebbe stato l’eliminazione o la modifica di alcuni articoli che, secondo noi, sono da interpretarsi come discriminatori, a volte fortemente penalizzanti, in alcuni casi al limite della vessazione ai danni dell’utenza.”
L’Otuc coglie l’occasione anche per stigmatizzare (a ragione) “l’inerzia della Conferenza dei Sindaci, la parte pubblica che detiene il 51% di Acqualatina, competente a decidere sull’intero Servizio Idrico tra cui evidenziamo l’articolazione tariffaria, la Carta dei Servizi e il Regolamento del Servizio. Unitamente alla Sto, la conferenza dei sindaci – ricorda il professor Villano -. svolge il ruolo di controllore sull’operato del Gestore con il potere di sanzionarlo quando non adempie ai propri obblighi. In particolare ha il potere di decidere la programmazione delle opere da realizzare e dettarne le priorità. Purtroppo con amarezza rileviamo come questi compiti, impegnativi e meritevoli della migliore attenzione e di personale adeguato, solo in parte vengano svolti efficacemente mentre sempre più la parte privata si sta appropriando della gestione della risorsa idrica anche grazie al progressivo depotenziamento della Segreteria operativa, priva di personale adeguato ai pesanti compiti di verifica cui dovrebbe far fronte.”
Il presidente dell’Otuc, intanto, ha preso carta e penna e ha inviato al presidente Medici una lettera in cui campeggiano non pochi e facili quesiti. Innanzitutto Villano chiede di sapere se sia vero o meno che la stesura dell’articolazione tariffaria per il 2018/2019 sia stata affidata a una società privata; se è a conoscenza che gli Enti pubblici (comuni, scuole ecc..) hanno un debito complessivo per fornitura di acqua di svariati milioni di euro risultando così tra i maggiori morosi dell’Ato 4; quali azioni concrete sono state eventualmente messe in atto per ridurre la morosità che si ritorce a danno degli utenti in regola chiamati a rifondere i mancati incassi; se sia vero che ogni comune percepisce, o dovrebbe percepire, un canone concessorio degli impianti da parte del Gestore e come vengono utilizzati questi fondi e se sia vero che gli utili vengono ripartiti e la somma spettante alla parte pubblica viene reinvestita (in caso affermativo se queste somme figurano nel budget degli investimenti. LOtuc spera di avere dal presidente della Provincia e dell’assemblea dell’Ato 4 “risposte convincenti, naturalmente nell’interesse di tutti gli utenti” in ordine all’eventuale investimento di “decine di migliaia di euro per consulenze e studio per la ripubblicizzazione della risorsa idrica che a tutt’oggi hanno prodotto risultati nulli” e, infine, se “alcune scelte opinabili da parte di singoli comuni” abbiano o meno prodotto un ulteriore aggravio di costi per il Gestore con conseguente aggravio di tariffa per tutti gli utenti dell’Ato 4”.
Saverio Forte