SUD PONTINO – Acqualatina non vuole essere tirata in ballo sulla presenza di “scie di schiume” nelle acque antistanti i litorali di Formia e Minturno. Questo fenomeno non ha nulla a che fare con la qualità degli scarichi dei depuratori dei due gestori gestiti proprio dai due comuni. A scriverlo e metterlo nero su bianco è il responsabile del settore tecnico dell’ente Gestore, l’ingegner Ennio Cima, in una lettera in cui risponde ai sindaci di Formia e Minturno, Paola Villa e a Gerardo Stefanelli, alla segreteria tecnico-operativa dell’Ato 4 e all’Arpa Lazio perchè, dopo un allarme di Legambiente, si era creato un clima di “forte preoccupazione” tra i cittadini e gli stessi turisti. E invece l’ingegner Cioma ha voluto fornire diversi elementi tecnici a supporto, gli stessi mancanti nelle note dei due sindaci di Formia e Minturno.
Innanzitutto gli scarichi dei depuratori di Formia e Minturno, come da piani di autocontrollo (2010- 2019) inviati alle pubbliche amministrazioni, “risultano ampiamente depurati entro i limiti di legge, come previsto dal decreto legislativo 152/2006 e dai relativi atti autorizzativi.” Acqualatina ha allegato alla sua lettera di risposta un dossier in cui campeggia una relazione della società Acquavet che lo scorso 14 novembre, per conto dell’ente gestore, aveva ispezionato, con tanto di video e foto, la condotta sottomarina di Formia. La relazione dell’ingegner Paolo Ardizio parlava di un “corretto funzionamento del sistema di scarico, non sono previste perdite di carico lungo l’intero percorso”. La stessa Arpa Lazio tra il 2010 ed il 2019 – scrive Cima – “non ha mai riscontrato alcuna non conformità sui suddetti scarichi se non in un caso isolato, presso il depuratore di Minturno, risalente al lontano 2010, e, tra l’altro, per il parametro “Cloro Libero”, non associabile, ovviamente, al fenomeno delle schiume. Inoltre, il campione prelevato dal Gestore presso il punto fiscale del depuratore di Formia in data 10 giugno scorso risulta perfettamente conforme alla normativa cogente, così come non risultano non conformità sul campione prelevato contestualmente da Arpa Lazio nel medesimo momento”.
Che non ci sia un nesso di casualità tra schiume in mare e scarichi reflui lo ribadisce anche Arpa Puglia secondo la quale – e lo ripete Cima rispondendo ai sindaci di Formia e Minturno – “le schiume in mare possono essere causate da vari fattori, che vanno dalla dissoluzione di un gas in un liquido, alla fioritura algale (confermata dalla stessa Arpa Lazio negli scorsi anni presso il litorale Latinense), alla presenza di tensioattivi sia di origine naturale (micro e macro alghe) che antropica. In merito ai tensioattivi di origine antropica, essi non possono essere correlati agli scarichi dei depuratori, che altrimenti dovrebbero avere anche alti carichi di parametri ad essi correlati (C.O.D.), che risultano, invece, sempre molto al di sotto dei limiti tabellari. Eventuale presenza di tensioattivi nei mari viene generalmente accomunata a dilavamento dei terreni e ad eventuali scarichi domestici non collettati alla pubblica fognatura.”
Proprio in merito agli scarichi non collettati, Acqualatina rivela che il rio Santa Croce, ai confini proprio dei comuni di Formia e Minturno,è oggetto di indagini attualmente in corso per l’individuazione di scarichi abusivi. Da qui la richiesta dell’ingegner Cima con cui invita i due comuni del Golfo a “ricercare le cause dei fenomeni in questione tramite approfondita indagine ed analisi da effettuare sulle stesse sostanze schiumose, coinvolgendo le Arpa territorialmente competenti, affinché possano esprimere considerazioni scientifiche in merito alle reali cause che le hanno ingenerate.”
Saverio Forte