MINTURNO – Due giovani di Minturno di 22 e 26 anni si sono rivolti ai Carabinieri dopo essere stati vittime di un nuovo e complicato sistema truffaldino definito “Phishing 3.0”. I due malcapitati, titolari di Postepay Evolution – abbinata ad un Iban, molto diffusa tra i giovani – ricevettero via sms, dal canale Posteinfo normalmente utilizzato da Poste per le comunicazioni relative al conto, un sms in cui si richiedeva “l’attivazione della nuova sicurezza web”, senza la quale avrebbero subito il blocco del conto.
L’sms conteneva un link ad un sito in cui si richiedeva l’inserimento del numero della carta e del codice civ. I due giovani rimasero spaventati dai successivi messaggi, sempre provenienti dal canale “Posteinfo” in cui si leggeva “Abbiamo sospeso le sue utenze postali per mancata sicurezza web” o “Stiamo provvedendo al blocco della sua carta Postepay Evolution per mancata sicurezza web”. Ottemperarono alla richiesta che gli venne formalizzata, inserirono i dati quando partirono i due prelievi di 3.296 euro in un caso e di 1.330 euro nell’altro. Entrambi i pagamenti sono andati a beneficio della stessa società srl con sede a Milano, con la quale i due non hanno mai avuto alcun rapporto. Insomma in entrambi i casi le comunicazioni “trappola” arrivarono dallo stesso mittente delle comunicazioni ufficiali di Poste Italiane. L’hanno dimostrato i due giovani di Minturno mostrando i rispettivi screenshot. Si tratta di un phishing evoluto che merita grande attenzione di cui è al centro di un’indagine promossa dai Carabinieri della Stazione di Minturno e della Compagnia di Formia dopo le sollecitazioni formalizzate, attraverso due denunce del responsabile provinciale della Confconsumatori di Latina, l’avvocato Franco Conte, soprattutto all’indomani della decisione di Poste Italiane di negare il rimborso delle due somme “prosciugate”.
Si teme che il fenomeno possa essere più esteso di quanto si possa immaginare con l’esistenza di un’organizzazione – e l’ha dimostrato la truffa subita dai due giovani di Minturno – in grado di entrare nei sistemi telematici di Poste Italiane. L’avvocato Franco Conte si sta prodigando per cercare di recuperare le cifre indebitamente sottratte, ma anche per prevenire altri casi analoghi: “È un caso particolare di phishing – commenta il coordinatore provinciale della Confconsumatori – perché il canale utilizzato per l’approccio delle vittime è il canale sms “Posteinfo”, tanto che scorrendo la conversazione si leggono gli ordinari messaggi precedenti di Poste, corretti e sicuri. I ragazzi sono stati indotti in errore in conseguenza dell’affidamento che avevano riposto nel canale di comunicazione, evidentemente violato. Temiamo che la truffa possa essere molto diffusa sul territorio e quindi chiediamo ai consumatori che si riconoscano in questi fatti di segnalarcelo. E cosa bisognerebbe fare in queste circostanze? Per l’avvocato Conte il consumatore in questi casi £deve anzitutto assicurarsi che la carta venga bloccata per scongiurare ulteriori prelievi. Ci auguriamo di risolvere bonariamente la vicenda – commenta concludendo – in virtù dei rapporti con Poste che ha attivato il protocollo di conciliazione paritetica. Qualora non fosse possibile, valuteremo altre strade come il ricorso all’Arbitro Bancario Finanziario o alla giustizia ordinaria. Segnaleremo il fatto anche all’Antitrust”.
Saverio Forte