FORMIA – La festività patronale di San Giovanni non viene mai menzionata per evitare di calamitare le inevitabili polemiche ma la circostanza rischia di finire negli annali della storia recente di Formia: per la prima volta la lunga e caratteristica processione con la statua lignea raffigurante uno dei patroni di Formia non transiterà lunedì 24 giugno sul pericolante ponte Tallini per giungere sulla banchina di Molo Azzurra e, da qui, raggiungere la diga foranea per essere sistemata su una delle tante paranze messa a disposizione dalla marineria cittadina per la tradizionale processione in mare. E’ quanto si evince dall’ordinanza numero 190 del 21 giugno con cui la dirigente della Polizia Locale del comune di Formia, Rosanna Picano, ha interdetto al traffico, veicolare e pedonale, il cavalcavia che collega la centralissima via Vitruvio alla zona di imbarco del porto passeggeri di Molo Azzurra.
L’ordinanza della dottoressa Picano è stata sollecitata dalla neo dirigente dell’area tecnica del comune, l’architetto Annunziata Lanzillotta che ha chiesto “l’interdizione totale” di ponte Tallini dalle ore 16 di domenica 23 alle ore 6 di martedì 25 giugno. Il motivo? E’ “prudenziale a tutela della pubblica incolumità”. Sia la dirigente Lanzillotta che la comandante Picano omettono di citarla ma il provvedimento di chiusura di ponte Tallini è “figlio” di una misteriosa relazione tecnica arrivata all’area tecnica del comune di Formia nei primi giorni di aprile (il contenuto è a conoscenza davvero di pochi fortunati, chissà perché?) che, commissionata dalla precedente amministrazione comunale, ha invitato l’attuale sindaco a verificare la possibilità di interdire al traffico automobilistico e ai pedoni il cavalcavia intitolato ad uno dei fisici italiani, Bruno Tallini, tra i più importanti del ‘900 di cui era originario proprio di Formia. Il motivo? La struttura non godrebbe della necessaria salute sul piano statico. L’ordinanza della comandante della Polizia locale parla della chiusura del ponte per quasi 36 ore ma è chiaro che implicitamente negherà il transito lunedì mattina della processione di San Giovanni che, proveniente da via Vitruvio, sarà diretta sulla banchina di Molo Azzurra.
Ambienti dello stesso comando dei vigili urbani hanno confermato quanto si immaginava: la processione in occasione della festa patronale e prima dei fuochi pirotecnici non subirà alcuna modifica, tranne una. Il corteo percorrerà a scendere completamente via Vitruvio e di nuovo Largo Paone per attraversare la strada Litoranea (che per ovvie ragioni di sicurezza sarà chiusa al traffico in entrambe le direzioni) e raggiungere il piazzale di Molo Azzurra dove, prima della bellissima processione in mare, sarà letta la toccante preghiera del marinaio. Un fuori programma doloroso ma inevitabile che coinciderà con il primo anniversario della storica vittoria, il 24 giugno 2018, del sindaco di Formia Paola Villa alle ultime elezioni amministrative. Che ponte Tallini non goda da tempo di buona salute il comune di Formia ne è a conoscenza. Da anni ha istituito il divieto di transito agli automezzi pesanti e quello di sosta, che tra mille limiti di rispetto, ha diminuito nettamente il carico sul cavalcavia, rendendolo ancora utilizzabile. Naturalmente la relazione commissionata dal comune e notificata due mesi fa arriva a dire dell’altro: l’infrastruttura va chiusa senz’altro ma necessita di interventi di manutenzione che il comune deve realizzare ma senza avere la disponibilità delle risorse economiche necessarie. Di certo, se l’ordinanza di chiusura al traffico venisse prolungata di certo condizionerebbe la mobilità del traffico veicolare e pedonale diretto alla zona del porto passeggeri di Molo Azzurra nel clou della stagione turistica.
Con la chiusura di Ponte Tallini l’arteria per raggiungere la zona dell’imbarco diventerebbe la strada Litoranea. I residenti per immettervi saranno costretti a percorrere via Colombo e costeggiare la rotonda di Molo Vespucci. Per immettersi nel centro urbano e, dunque, in via Vitruvio, dovranno effettuare il percorso opposto o svoltare a sinistra all’altezza di piazza Mattei. Il crollo lo scorso 14 agosto del Ponte Morandi ha riproposto il tema della manutenzione e messa in sicurezza dei tanti cavalcavia realizzati a Formia nel dopo guerra per collegare il centro urbano al mare o per attraversare la stessa città in entrambe le direzioni. Sono state scelte urbanistiche necessarie nel corso degli anni cinquanta ma, alla distanza, si sono rivelate scellerate e sbagliate. Dovevano servire alla città per alimentare la sua vocazione turistica e per rimanere “legati” alla locomotiva Italia che stava ripartendo ma il contestuale aumento del traffico veicolare, l’assenza nel corso dei decenni di una programmazione alternativa per l’attraversamento (a monte) della città, unitamente ad una riduzione lenta e graduale degli interventi di manutenzione, hanno acuito il pessimo stato di salute di questi cavalcavia. Se il più importante – quello che attraversa la darsena della torre di Mola – ha assunto qualche anno fa una semplice aspirina per curare il suo raffreddore, da un decennio incute timore sempre più ponte Tallini. Il compianto sindaco Michele Forte nel 2012 fu tacciato per un visionario quando propose il suo necessario abbattimento per realizzare, in alternativa, una moderne e funzionale rotatoria sulla strada Litoranea, un’opera per la quale “la città avrebbe dovuto pazientare e soffrire qualche disagio soltanto per qualche settimana”. Non se ne fece più nulla.
L’ex assessore alla sostenibilità urbana dell’ultima Giunta Bartolomeo, Claudio Marciano, ora capogruppo consiliare del Pd, ha ricordato spesso, dopo l’adozione di una serie di interventi di manutenzione straordinaria, tra cui la sostituzione del guard rail risalente al 2016, l’affidamento di un incarico nel giugno 2017 ad un esperto per redigere una dettagliata perizia sulle condizioni strutturali del ponte e lo stanziamento “delle somme per effettuare ulteriori interventi di messa in sicurezza. Il tema è il seguente: ma questo ponte, per le automobili, serve ancora? – si era interrogato Marciano – A mio avviso, e ad avviso del Put, il piano urbano del traffico su cui abbiamo lavorato per anni, il ponte dovrebbe essere pedonalizzato e nella coda finale, abbattuto. La sua logica risponde ad un’idea di mobilità ormai tramontata, in cui la Litoranea era vista come un’autostrada e l’accesso con le auto nel centro urbano un elemento di progresso.” E anche Marciano ha condiviso, a posteriori, l’ipotesi progettuale del visionario e compianto Senatore Forte: “La realizzazione di una rotonda di ingresso al parcheggio di Largo Paone sostituirebbe la funzione di mobilità del ponte, migliorando la viabilità sull’asse litoraneo e consentendo l’inversione di marcia. Una pavimentazione pedonale al posto dell’asfalto, sulla rampa che dall’Orlandi Shopping Center si affaccia sul mare, e la liberazione della coda del Ponte nella parte in cui discende verso l’aiuola del Molo, consentirebbe la creazione di un nuovo spazio di ricettività per la città, a servizio del turismo nautico e diportistico”. Il costo preventivato, anni fa, per questo intervento era “soltanto” di un milione di euro. “Ma una progettazione più ecologica e meno sontuosa, potrebbe ridurre di molto i costi dell’intervento, rendendolo più facilmente finanziabile – aveva concluso il capogruppo del Pd – La tragedia di Genova avrebbe dovuto incentivare un dibattito locale su come ripensare le infra-strutture di mobilità. Abbiamo bisogno di soluzioni che riducano l’impatto ambientale, incentivino la mobilità sostenibile, migliorino la sicurezza stradale e incrementino gli spazi di pedonalità.”. Ma questi temi in commissione ed in consiglio comunale sinora non sono mai approdati. Purtroppo.
Saverio Forte