TERRACINA – E’ un laboratorio politico al contrario quello che in queste ore si sta realizzando a Terracina. Forza Italia e Partito Democratico uniti hanno sfiduciato pochi minuti fa il sindaco di Terracina Nicola Procaccini, aprendo di fatto una crisi provinciale a tutto campo per l’intero centrodestra.
La reazione a catena, che nelle prossime ore potrebbe estendersi anche al comune di Latina, segna la Caporetto dell’esperienza del centro destra pontino, almeno nelle formule conosciute e conoscibili fin qui. Procaccini darà il suo addio alle 17 in conferenza stampa.
Decade con una crisi extraconsiliare: le firme presso il notaio sono state depositate da 13 consiglieri di Pd, Fi e Sel. Determinante l’apporto finale di tre consiglieri di Fratelli d’Italia, Umberto Di Mario, Angelo Scirocchi e Gianfranco Azzola.
Un asse, quello tra pd e Fi, secondo indiscrezioni collaudato in un confortevole albergo alla presenza dei senatori Moscardelli e Fazzone, che potrebbe rappresentare solo l’anteprima per il capoluogo. Le ragioni le ha spiegate lo stesso sindaco Procaccini, ormai ex. Con il rinnovo degli organi di Acqualatina si sarebbero potuti determinare equilibri diversi da quelli attuali. Rischio evidentemente che qualcuno non aveva voglia di correre, tanto da impedire con la sfiducia di partecipare al voto. Come ugualmente nel consiglio provinciale i membri di Terracina sono da considerarsi già decaduti.
Pista libera, dunque, per Armando Cusani? La corsa per la candidatura a sindaco di Terracina sarà piuttosto lunga. E molti cittadini potrebbero non capire i tanti accordicchi che in queste ore stanno decretando la fine di un’esperienza politica che sembrava scolpita nel marmo.