FORMIA – Un ammutinamento temporaneo e l’avvio di un percorso, politico ma anche umano, teso a concretizzare un Aventino decisamente clamoroso? I prossimi saranno giorni determinanti per dare una risposta a questo intricante quesito dopo la lettera aperta che il gruppo dirigente e numerosi iscritti del primo circolo del partito Democratico di Formia – che di circoli Dem ne ha addirittura tre perché la democrazia è giustamente pluralità – hanno inviato al segretario nazionale, provinciale e provinciale del Pd, Nicola Zingaretti, Bruno Astorre e Claudio Moscardelli per dire e… ribadire che questo Pd “non ci piace più”. Ernesto Schiano, Francesco Carta, Clide Rak, Patrizia Menanno, Giuseppe Romano, Giancarlo De Filippo, Antonio Troisi, Giovanna Frunzio, Erotico Stella Maria, Giuseppe Cannavale, Alessandro Carta, Vincenzo Liguori, Francesco Di Maio, Valter Loi, Veruschka Cossuto, Ciro Vitiello, Maria Luigia Lorello, Antonio Schiappa, Lidia Sparagna, Salvatore Genco, Giuseppe Paliotto, Rosalba Troisi, Fulvio Farinella – sono i firmatari della lettera che non sono altro il primo circolo del Pd di Formia – speravano (fiduciosi) che l’elezione alla segreteria nazionale del presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti producesse il “cambiamento necessario del Partito Democratico della provincia di Latina.
Certo nessuno si aspettava un repentino cambiamento di liturgie, dinamiche e modalità organizzative che sono venute a consolidarsi negli anni ma almeno la percezione di avviarci su di una strada nuova era una speranza concreta. Come se nulla fosse, malgrado l’irrilevanza numerica e politica raggiunte in molte importanti realtà del territorio provinciale e le pesanti sconfitte elettorali subite in città grandi e piccole, tutto continua a scorrere come sempre. Nessuna prospettiva, nessuna aspirazione ad essere forza di governo vero, nessuna interpretazione dei bisogni, delle speranze e delle aspirazioni dei tanti cittadini”. Insomma è un attacco frontale alla gestione Moscardelliana del Pd pontino ma questa – sino a prova contraria – non appare essere una notizia nuova… Il vaso delle incomprensioni è tracimato qualche giorno fa quando il segretario provinciale Moscardelli ed il consigliere regionale Salvatore La Penna sono giunti a Formia e – “in solitario” secondo gli autori della lettera aperta inviata urbi et orbi – per visitare l’ospedale “Dono Svizzero”. Apriti cielo e sia il Senatore Moscardelli che il consigliere regionale La Penna sono finiti sulla graticola “rei” di non aver avviato alcuna forma di “coordinamento con il partito locale”.
Il coordinatore del primo circolo del Pd Francesco Carta ha trascorso notti insonni per questo presunto affronto e lo si evince dalla nota inviata al segretario nazionale, regionale e provinciale del Pd: “Eppure, proprio sui problemi del “Dono Svizzero”, il locale circolo del Partito Democratico si batte da moltissimi anni. Ed è anche evidente che un raccordo con il partito locale avrebbe rafforzato l’iniziativa”. Accusato di eccessivo protagonismo nel panorama politico formiano è anche il setino Salvatore La Penna. Insomma avrebbe dovuto chiedere permesso prima scendere a Formia dal treno preso dalla sezione di Sezze scalo: “Anche sul tema dello spostamento degli allevamenti e dell’area sensibile del golfo di Gaeta, il Consigliere Regionale Salvatore La Penna è intervenuto nel Consiglio Comunale di Formia senza confronto alcuno con il partito locale ed il suo rappresentante istituzionale, assumendo peraltro una posizione per niente da noi condivisa. Lo scollamento con le realtà territoriali è oggettivamente evidente. Il Partito non ha più un orizzonte, né alcuna prospettiva. Si amministra oramai quel poco che resta di ceto politico con metodi clientelari e di potere. La designazione degli organigrammi negli Enti derivati avviene per stretta osservanza delle componenti attraverso metodi spartitori che nulla hanno a che fare con competenze e capacità specifiche per le funzioni che si vanno ad espletare. Un macroscopico esempio restano le designazioni regionali per il Parco degli Aurunci e per la Riviera d’Ulisse.”
Insomma questa componente storica del primo circolo del Pd di Formia ha deciso di dire basta, di “non voler apparire più complici di un modus operandi che non ci rispetta e che non condividiamo. Continueremo a fare politica portando avanti le nostre idee ma liberi da ogni logica di appartenenza correntizia. Abbiamo deciso di non fare più riferimento ai vertici provinciali e regionali del Partito Democratico, dai quali non ci sentiamo affatto rappresentati e pertanto ci autogestiremo fino a quando non ci sarà un confronto in grado di riaprire una prospettiva autenticamente democratica con gli stessi. Abbiamo bisogno di altro, il Paese ci chiede altro, noi chiediamo per noi stessi altro. Abbiamo bisogno di una forza politica che dia speranza, che affronti senza indugio rischi e battaglie, con grande generosità. Ne abbiamo bisogno per costruire un futuro sicuro, di benessere, di pace, di fratellanza, un futuro in cui la povertà sia combattuta davvero con il lavoro, la formazione, la sicurezza sociale e sanitaria, un futuro di uguaglianza in cui i diritti siano affermati senza distinzione di censo, sesso, razza e religione. Questo ci spinge a prendere l’iniziativa in una fase storica del nostro Paese in cui si rischia la regressione delle conquiste sociali, il declino culturale, la deriva autoritaria e razzista. Ecco perché ad un messaggio chiaro va unita la buona volontà di chi intende porsi a servizio di un progetto di riscatto, per un futuro migliore in cui la politica interpreti un vero spirito di servizio.”
Saverio Forte