CASSINO – La politica, se vuole, intervenga per rimettere in ordine il sistema giudiziario del Tribunale di Cassino. Questa richiesta, garbata, è affiorata nel corso di un interessante incontro che il consiglio dell’ordine degli avvocati di Cassino, guidato dal neo presidente Gianluca Giannichedda, ha avuto con il presidente del Tribunale di piazza Labriola Massimo Capursio per “spiegare” e motivare le ragioni che hanno costretto le toghe del cassinate e anche del sud-pontino a disertare – dal 2 all’8 luglio – le aule del palazzo di giustizia della città martire. E gli avvocati quello che volevano l’hanno ottenuto dal presidente Capursio, la solidarietà e la vicinanza per aver gettato, in piena estate, un sasso nello stagno del pianetà sanità. Lo conferma nell’intervista allegata il segretario dell’ordine forense di Cassino, l’avvocato Marco Vento.
L’astensione dalle udienze era inevitabile, come non mai, per denunciare e, per certi versi, stigmatizzare l’annosa carenza dei magistrati e del personale amministrativo. I numeri sono eloquenti e parlano chiaro: l’attuale pianta organica prevede 23 magistrati di cui 21 assegnati; 82 dipendenti di cui 62 effettivi; per i giudici di pace sono previsti 10 unità ma solo 5 sono in servizio. Il presidente Giannichedda e quelli di sezione hanno rappresentato la gravità della situazione relativa soprattutto ai magistrati giudicanti e al personale amministrativo e, in quest’ottica, ha evidenziato anche l’attuale assenza di un magistrato con funzioni di Gup (Giudice dell’udienza preliminare) e la prossima assenza per un periodo prolungato di altri 2 magistrati della sezione penale, nonchè il trasferimento di altri 3 magistrati della sezione civile. Per quanto riguarda i dipendenti vi sono 2 maternità e il prossimo pensionamento di 8 unità; inoltre di 17 funzionari in pianta organica ne sono in servizio solo 7 e 2 di questi andranno in pensione entro l’anno. Su tutto questo incidono anche i rinvii d’ufficio sempre più frequenti, i tempi dei processi, le lunghe file davanti alle cancellerie sprovviste di personale.
Intanto stanno aumentando i procedimenti penali e le pregresse vicende connesse al trasferimento degli stessi magistrati che stanno provocando la rinnovazione delle istruttorie. E se i processi devono ripartire da zero – è stato un altro grido di dolore del presidente dell’Ordine degli avvocati di Cassino durante il suo applaudito intervento – sono cresciuti anche i ruoli tanto da far procrastinare le udienze sino al tardo pomeriggio e, in alcuni casi, sino alla sera con enormi disagi per noi avvocati, i magistrati, il personale amministrativo ed tutti gli utenti”. Il presidente Giannichedda ha annunciato, intanto, il varo di una commissione permanente composta da tutte le parti interessate: tribunale, procura, avvocati, vop, got, dipendenti e università di Cassino chiamata ad elaborare un documento da sottoporre al Csm, al Ministero e al Consiglio giudiziario alfine di illustrare la peculiarità del tribunale di Cassino, una realtà con una competenza territoriale molto estesa,che comprende tantissimi piccoli comuni. E intanto sono aumentati in solo anno, l’ultimo, i procedimenti, ben 16mila, a a fronte di una carenza importante di magistrati e personale.
Quello di Cassino è sempre più un tribunale di frontiera e i dati resi noti negli ultimi giorni dalla sezione cassinate dell’Associazione nazionale magistrati (Anm) erano stati impietosi. C’è un giudice ogni 14.290 abitanti e un pubblico ministero ogni 36.520 abitanti, una media supera la soglia indicata dal ministro della Giustizia. Al 31 dicembre del 2018 nel civile erano pendenti 8.442 procedimenti, 5.524 le nuove iscrizioni e la chiusura (quindi l’eliminazione) di 4960 procedimenti. Insomma un aumento per quanto riguarda il civile di 600 procedimenti in un anno. Nel penale, sempre al 31 dicembre 2018, i procedimenti pendenti al Tribunale di Cassino erano 5.212, cioè 395 in più rispetto al 2017. Come avviene in questi casi aumentano i contenziosi ma diminuiscono i magistrati. Presso la Procura della Repubblica di Cassino l’iscrizione nel registro delle notizie di reato a carico di persone note nel 2017 era pari a 6.797, nel 2018 a 6.844. E ancora: le notizie di reato di competenza del giudice di pace risultavano essere 832 nel 2017 a fronte di 1.270 del 2018, che si traduce in circa 200 procedimenti annui in più a testa per i (5) giudici. Sommati, si raggiungono cifre pari a 16.000 procedimenti in più in un solo anno.
Il segretario dell’ordine Forense di Cassino Marco Vento – come anticipato – ha lanciato un appello alla politica, ai diversi livelli, perché si faccia carico di questa situazione non più sostenibile: “Il Tribunale e la Procura ci hanno dimostrato di essere con noi a condurre questa battaglia e la politica deve contribuire, a suo modo, a dare certezze sui tempi della giustizia: “Quello di Cassino è un Tribunale medio che ha un’utenza parcellizzata in tanti piccoli comuni con enormi difficoltà di viabilità, collegamenti e di servizi che non possono tollerare ritardi”. Di tanto in tanto, infine, rimbalzano voci, che fortunatamente non trovano riscontro, su un ridimensionamento della giustizia nel basso Lazio: “Le apprendiamo anche noi – conclude nell’intervista il segretario dell’ordine forense di Cassino Marco Vento – Se fossero vere, qualcuno dovrà assumersi la grande e grave responsabilità di trasformare questo vasto territorio in una prateria di illegalità. Noi non ci stiamo..”
INTERVISTA Avvocato Marco Vento, segretario ordine forense Cassino
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