SPERLONGA – Prevenire è meglio che curare. Avrà pensato a questo antico e mai superato adagio la Giunta Municipale di Sperlonga che nel giorno in cui il Movimento Cinque Stelle ha chiesto l’intervento formale del Prefetto di Latina Maria Rosa Trio ha deliberato – e non poteva fare diversamente – il reintegro di cinque dipendenti comunali rispettando, pertanto, il contenuto dell’ordinanza del 1 luglio del giudice del Lavoro del Tribunale di Latina Valentina Avarello che condannava il comune al loro reinserimento della pianta organica del comune ed alla ripresa della loro attività lavorativa con impiego in mansioni corrispondenti alla categoria di appartenenza. La Giunta municipale di Sperlonga ha evitato questa volta di ricevere eventuali diffide della Prefettura e così nella seduta di venerdì pomeriggio ha deciso di richiamare Anna De Rosa Anna, Nunzio Burrelli, Leone D’Arcangelo, Fernando e Antonio Pannozzo, la cui controversia sindacale era stata seguita dalla segreteria provinciale della Funzione Pubblica della Uil.
Il ricorso presentato nell’aprile 2018 dall’avvocato Tiziana Agostini aveva censurato l’azione amministrativa della Giunta Cusani che sin dal 2015 aveva provato ad esternalizzare i cinque dipendenti comunali all’interno ditta, la Servizi industriali, che all’epoca gestiva il ciclo dei rifiuti con la prospettiva per un loro migliore trattamento economico e contributivi. I cinque dipendenti non accettarono e la Giunta municipale di Sperlonga con la delibera del 19 dicembre 2016 dispose la loro mobilità, provvedimento ratificato, con l’avallo dell’allora segretario generale del comune, dalla dirigente del settore igiene ed ambiente che il 13 giugno 2017 firmò la determina numero 22 che diede il via a quello che apparve, a ragione, un autentico licenziamento. Praticamente i cinque operatori ecologici assunti a tempo indeterminato dal comune di Sperlonga, mai raggiunti da richiami, provvedimenti disciplinari e quant’altro, non lavorarono più. Ora la Giunta fa una piccola marcia indietro ma, per certi versi, reintegra i cinque operatori ecologici ma manda a dire alla Funzione Pubblica della Uil che continuerà la sua battaglia legale. Insomma produrrà ricorso in appello contro l’ordinanza del giudice del lavoro del Tribunale di Latina. Innanzitutto confermando le sue posizioni di allora.
I cinque dipendenti – scrive la Giunta nella delibera di reintegro numero 847 del 5 luglio – erano “risultati eccedentari a seguito dell’esternalizzazione del servizio di Raccolta dei rifiuti adottata dall’Amministrazione come disposto dal Consiglio Comunale”. La Giunta del sindaco Cusani mostra i muscoli nella delibera di riassunzione quando afferma che è “volontà dall’Ente di impugnare in tutte le sedi (sia cautelare che di merito) il suddetto provvedimento, anche in successivi eventuali gradi di giudizio, tuttavia, al solo fine di evitare ulteriori contenziosi relativi all’esecuzione e/o mancata esecuzione dell’ordinanza emessa dal Giudice del Lavoro presso il Tribunale di Latina”. La responsabile del servizio, la dottoressa Daniela Ilario, ha aggiunto qualcosa di più: il rientro in servizio dei cinque dipendenti comunali presso l’ufficio tecnologico ambientale avverrà lunedì 8 luglio2019 e la decorrenza formale dal 1 luglio, data di emissione del provvedimento cautelare che “si intende puntualmente rispettare, con l’obbligo di recupero dei giorni antecedenti all’ 8 luglio. Ha anche stabilito che la ripresa dell’attivita’ lavorativa “avverrà di fatto, ma non di diritto, per quanto disposto dal Tribunale di Latina seppur in via meramente cautelare, ritenendo tuttavia il Comune di Sperlonga di aver correttamente operato nella fattispecie, come sarà auspicabilmente accertato nei successivi gradi di giudizio”.
Ida Masi, attiva segretaria provinciale della Funzione Pubblica della Uil, non pensava di dover dissotterrare subito l’ascia da guerra: “Siamo stati l’unico sindacato all’epoca a rimarcare, dopo il provvedimento di mobilità per i cinque dipendenti comunali, come l’organico del comune di Sperlonga fosse all’epoca dei fatti sotto sottodimensionato e carente proprio per le posizioni funzionali ricoperte da quei cinque netturbini. L’organico del comune era orfano di 11 unità e, nello specifico, di 7 lavoratori della categoria “B” che la politica voleva disfarsene. Abbiamo ancora fatto rivelare l’omesso comportamento del comune che, decidendo di ridurre la propria pianta organica, non valutò la possibilità di riassorbire il personale dichiarato eccedente nell’ambito della stessa amministrazione proprio in considerazione della mancanza di posti nella stessa dotazione organica.” Il giudice Avarello il 1 luglio aveva intimato alla Giunta di riassumere quei lavoratori che, terminati i benefit dopo 24 mesi della mobilità, stavano perdendo, se non ci fosse la provvidenziale sentenza del Tribunale di Latina, anche lo status di “dipendenti pubblici”. Anche qui la condotta amministrativa del comune non è stata esente da presunte anomalie procedurali: “Ancora ci chiediamo perche l’amministrazione Cusani non abbia informato alcuni enti superiori – Provincia e Regione – della disponibilità di questi dipendenti in esubero per essere naturalmente riassorbiti, anche dopo un piano di recupero formativo”. Se il comune ha preannunciato ricorso in appello, potrebbe aprirsi un altro filone con destinazione la Procura regionale presso la Corte dei Conti a danno dei dirigenti del comune di Sperlonga che hanno dato esecuzione a questo provvedimento di mobilità. L’ipotesi di reato che sta vagliando la Funzione Pubblica della Uil è naturalmente il danno erariale.
Saverio Forte