ITRI – La situazione dell’acqua pubblica fornita da pozzi privati e la rete di distribuzione parallela a quella di Acqualatina che interessano buona parte della città saranno oggetto di un incontro indetto dal sindaco di Itri Antonio Fargiorgio per il 25 luglio. A seguire sabato 27 luglio, presso il Teatro Punto Zero (via degli artigiani, 42 – Itri) avrà luogo il convegno: “L’acqua è un bene di tutti, non un affare di pochi. Al confronto con la cittadinanza, previsto per le ore 18 prenderanno parte gli onorevoli Ilaria Fontana e Raffaele Trano, firmatari insieme a Giuseppa D’Ippolito dell’interrogazione parlamentare proprio sulla vicenda di Itri. Relazioneranno poi la consigliera Regionale Gaia Pernarella ed il consigliere comunale Osvaldo Agresti.
Questa l’interrogazione presentata:
Al Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare. — Per sapere – premesso che:
la distribuzione dell’acqua potabile in alcune aree del comune di Itri è affidata ad una rete di acquedotti privata, che secondo alcune stime serve un numero di utenze superiore alle 1000 unità; tale servizio si serve di 5 pozzi ubicati nel medesimo comune, il cui emungimento venne tuttavia autorizzato per scopi irrigui; con nota protocollo 12964 del 9 marzo 2018 la provincia di Latina ha comunicato agli enti e ai concessionari una diffida all’utilizzo delle acque sotterranee prelevate dai pozzi per un uso diverso da quello irriguo individuale per farne derivazione a terzi; le utenze servite dalla suddetta rete acquedottistica non sono inserite all’interno dell’infrastruttura pubblica di Acqualatina Spa, gestore del servizio idrico integrato nell’ATO4 della regione Lazio; l’uso di tali acque per uso potabile andrebbe sottoposta a specifici controlli, ufficiali, al fine di certificare la possibilità di utilizzo; occorre considerare inoltre che tali condizioni di servizio non consentirebbero agli utenti della rete privata di poter rivendicare i diritti dei consumatori richiamati dall’Autorità di regolazione per energia reti e ambiente (Arera); l’articolo 144 del decreto legislativo n. 152 del 2006 prevede che «tutte le acque superficiali e sotterranee, ancorché non estratte dal sottosuolo, appartengono al demanio dello Stato»; l’articolo 153 del decreto legislativo n. 152 del 2006 prevede che in caso di inadempienze «(…) qualora la regione non adempia entro quarantacinque giorni, i predetti poteri sostitutivi sono esercitati, previa diffida ad adempiere nel termine di venti giorni, dal Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, mediante nomina di un commissario ad acta»; non risultano attuate delle verifiche in merito agli usi dell’infrastruttura in questioni, così come non si ha notizia dell’esercizio dei poteri di controllo e sostitutivi di cui all’articolo 153 del decreto legislativo n. 152 del 2006; da fonti giornalistiche sarebbe stata avanzata anche l’ipotesi di istituire un consorzio tra gli utenti per regolamentare l’uso delle acque prelevate –: di quali elementi disponga il Governo in relazione a quanto esposto in premessa e se intenda assumere iniziative normative per tutelare la salute dei cittadini e garantire i necessari controlli, evitando così il ripetersi di rischiose situazioni come quella descritta.
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