FORMIA – La non eccelsa qualità politica del consiglio comunale di Formia – secondo molti – andrebbe ricercata nella frettolosa abrogazione dei quattro consigli circoscrizionali cittadini (Maranola, Trivio, Castellonorato-Penitro e Gianola-S.Janni) perché “troppo costosi” (!) per le casse dell’ente. Quelle assemblee , introdotte con il suffragio universale nel 1985 e poi miseramente chiuse a causa dei tagli della spending review, hanno rappresentato un’ideale e necessaria “palestra” per formare i muscoli della nuova classe dirigente e, perché no, hanno favorito un’importante forma di democrazia e di partecipazione.
Che ci sia ora bisogno, più che mai, di dare vita e, soprattutto, di istituzionalizzare la nascita di una consulta comunale dei comitati civici che rappresenti, appunto, le vaste e problematiche periferie di Formia lo ha auspicato un neonato comitato che nei giorni scorsi ha avanzato questa richiesta consegnando, al termine di un incontro, una lettera al presidente del consiglio comunale Pasquale Di Gabriele. Ma i veri destinatari sono altri, il sindaco di Formia Paola Villa e i capigruppi consiliari, sia di maggioranza che di opposizione. Almeno leggendo la nota con cui chiede di essere riconosciuta questa consulta rappresentativa delle “periferie formiane”. Alla sua presidenza è stato eletto Vincenzo Vallefuoco, affiancato nel direttivo, composto dai componenti dei comitati di quartiere, dal suo “vice” Antonio Valente, dal segretario Leonardo Saltarelli e dai consiglieri Patrizio Ianniello, Pasquale Tommasino e Antonio Zangrillo.
E la politica dei tagli – esordiscono subito nella lettera ai vertici dell’amministrazione civica – ha causato non pochi problemi, etichettati come “ripercussioni negative” per una migliore fruibilità da parte dei cittadini delle periferie di Formia: “Siamo un gruppo di cittadini che , animati da volontà di proposta e partecipazione attiva, dopo essersi costituiti in prima istanza in Comitati di Quartiere, abbiamo maturato l’idea di costituirsi in una “consulta cittadina aperta” con la finalità, ribadita nel loro Statuto, di concorrere all’azione amministrativa comunale con funzione di proposta”. Da qui la richiesta, con l’ottimistica previsione di meritare “la sensibilità politica dei destinatari della nostra richiesta”, affinchè sia istituita con atto formale del Consiglio Comunale una consulta comunale delle periferie e l’accreditamento della già costituita consulta”.
La buona volontà non manca ma i problemi organizzativi e logistici, quelli sì, sono sotto gli occhi, e il presidente Vallefuoco lo sottolinea nella parte conclusiva della sua lettera-richiesta: “Non essendo in condizioni di indicare un indirizzo preciso poiché manchiamo di una sede in cui riunirci, vi indichiamo – scrive al sindaco Villa, al presidente del consiglio comunale Di Gabriele e ai capigruppo consiliari – il mio numero di cellulare. Sono in attesa di un Vostro riscontro”. L’ottimismo del cuore o l’ottimismo della regione?
Saverio Forte