FORMIA – C’è molta attesa per l’assemblea dei sindaci dell’Ato 4 che nella giornata di venerdì sarà chiamata a ritoccare le tariffe del servizio idrico, addirittura con effetto retroattivo al 2018 . Dopo una precisa diffida inviata nei giorni scorsi ai comuni da parte dell’Otuc, l’organismo rappresentante gli utenti e i consumatori, si è attivata la politica e, in particolare, il Partito Democratico o parte di esso. Lo si evince da un documento che, concepito e sottoscritto da molti dirigenti e iscritti del primo circolo Dem e dal capogruppo consiliare Claudio Marciano (Patrizia Menanno, Clide Rak, Erasmo Colaruotolo, Giancarlo De Filippo, Francesco Carta, Giuseppe Romano, Luigi Pinelli, Francesco Di Maio, Luca Magliozzi, Antonio Schiappa, Manlio Converti, Maria Luigia Lorello, Giovanna Frunzio, Lidia Sparagna, Vincenzo Valente, Stella Erotico, Alessandro Carta, Vincenzo Liguori, De Santis Luigi, Ernesto Schiano, Giuseppe Cannavale, Salvatore Genco, Giuseppe Paliotto, Rosalba Troisi), è stato allargato alle base associative di Ventotene (Pasquale Bernardo e Umberto Matrone), Gaeta ( Marcello Di Marco e dal consigliere comunale di “Una nuova stagione” Emiliano Scinicariello e Michele Mottola) e Fondi (ArcangeloRotunno, Civita Paparello, Mario Fiorillo).
Naturalmente il bersaglio di questa presa di posizione è l’ente gestore che in tema di aumenti tariffari “di coraggio ne ha da vendere!” La forma in politica ma anche per un’azienda pubblico-privata è anche sostanza ed il Pd (o parte di esso) del sud-pontino censura come si è arrivati a stilare le delibere che i sindaci dei comuni dell’Ato 4 dovranno approvare per dar corso agli aumenti previsti: “Hanno perso del tempo, senz’altro, a redigere una relazione ricca di riferimenti legislativi o provvedimenti amministrativi, formule matematiche, sigle e acronimi, incomprensibili ai più, affiancati da numeri importanti che dovrebbero dare la misura della serietà della delibera all’ordine dell’assemblea di venerdì 19 luglio”. Il Partito Democratico (o parte di esso) di Formia, Ventotene, Gaeta e Fondi va oltre: “Purtroppo l’operazione si mostra in tutta la sua superficialità, ipocrisia ed irresponsabilità. A ben leggere, infatti, la parte descrittiva della relazione, si comprende immediatamente che l’aumento tariffario è collegato ad un’unica voce: l’inefficienza di Acqualatina .
L’aumento in bolletta andrà a ripianare i costi per gli sprechi del gestore. Nient’altro. Gestore che da diciassette anni promette opere che poi, regolarmente non realizza; gestore che ha preso in carico nel 2002 una rete con una dispersione del 70% e che,nel 2017, continua ad essere ancora del 70%; gestore che non investe sulla rete in maniera diligente ma si limita a inefficaci interventi spot – che è costretto a ripetere più volte a distanza di pochi giorni – senza alcuna visione complessiva; gestore che durante la crisi idrica del 2017 non solo non ha reso le dovute informazioni al popolo dell’Ato 4 ma non ha neanche approntato i mezzi sufficienti a contenere i disagi; gestore che spende decine di migliaia di euro in pubblicità millantando opere che poi puntualmente non realizza; gestore che vessa i cittadini, recuperando ancora voci per conguagli non meglio specificati; gestore che eroga ancora oggi acqua non potabile (a volte addirittura senza neanche preoccuparsi di far emanare ordinanze ad hoc). Questo gestore, invece, di avere il pudore e la decenza di tacere, dinanzi ad una utenza arrabbiata, stanca, maltrattata – che però continua a pagare le già esose fatture – chiede oggi, addirittura, di aumentare i costi! Ma se i bilanci annuali dell’ente gestore si chiudono costantemente con utili da far invidia a qualsiasi azienda (27 milioni di utili lordi su 118 milioni di ricavi nel 2016), che necessità c’è di questi aumenti? – s’interroga il Pd (o parte di esso) del Golfo – A cosa serve avere bilanci in forte attivo se l’acqua manca e la popolazione soffre? No non è uno scherzo! Invece di abbattere i costi, di procedere a sgravi in bolletta, di risarcire i cittadini che hanno sofferto e continuano a soffrire per gli inadempimenti di cui si è resa e continua a rendersi responsabile, Acqualatina – ed è l’accusa più mirata – vuole più soldi!”
Da qui la richiesta-replay formulata dall’Otuc…che “i destinatari della convocazione della conferenza dei sindaci e cioè tutti i Sindaci dei Comuni, compresa la sindaca di Roma Raggi, il Garante del “Sii” e l’Otuc, questa volta, dicano no agli aumenti. Fare il contrario sarebbe rendersi complici di questa scellerata gestione. I cittadini tutti dell’Ato 4 – si legge ancora nel documento del Pd di Formia, Gaeta, Ventotene e Fondi – si attendono di essere tutelati dai loro rappresentanti ed anzi auspicano che tutto quanto inserito nei bilanci da manuale della società in maniera impeccabile venga finalmente verificato, attraverso l’ispezione amministrativa giudiziale”. Si tratta di una richiesta avanzata da due anni ed costituisce “l’unico strumento in mano ai Sindaci dei Comuni. Da sola consentirebbe di verificare la veridicità dei dati esposti nei Bilanci, oltre che numerose altre interessanti questioni non rilevabili dagli stessi!”. Insomma per il Pd (o parte di esso) di Formia, Gaeta, Ventotene e Fondi “Vi sono motivi sufficienti per non cedere all’ennesima provocazione di Acqualatina. Se il gestore non è in grado con le risorse finanziarie (ricchissime, anche grazie al regalo della Regione Lazio fatto in occasione della dichiarazione dello stato di calamità naturale!) a sua disposizione di andare avanti, receda pure dalla convenzione”.