GAETA – “Eco-mostro, scempio urbanistico, stortura del paesaggio”. Sono alcuni dei termini che campeggiano in diverse richieste di intervento, alcuni firmate altre immancabilmente no, inviate al settore urbanistica del comune di Gaeta relativamente al cantiere edile inaugurato nel tratto iniziale di via Lungomare di Serapo che, causa la presenza di una visibile grù, ha calamitato l’attenzione di migliaia e migliaia di turisti e bagnanti che affollano la principale spiaggia di Gaeta. Il comune, al momento, ha soltanto annunciato, attraverso la responsabile del delicato settore “Riqualificazione urbana” Stefania Della Notte, un’opera di verifica “di quanto si sta realizzando”. Ma tutti, a cominciare dal sindaco di Gaeta Cosmo Mitrano, ostentano tranquillità e consapevolezza sulla legittimità dell’intervento edificatorio promosso e realizzato da due coniugi originari di un centro della provincia di Caserta.
Il permesso a costruire è il numero 19 ed è stato rilasciato il 22 febbraio 2018 dopo due anni dalla presentazione dell’istanza, nel 2017, che nel frattempo ha guadagnato ed ottenuto tutti i permessi e pareri di legge, delle varie soprintendenze, del demanio e del Genio civile. Ma perché cantiere edile sta facendo tanto rumore al punto che è stata allarmata la vigilanza urbanistica della Polizia locale del comune? Semplice, questo fabbricato ha una panoramicissima vista sull’intero litorale di Serapo è stato autorizzato, attraverso lo strumento della “demolizione e ricostruzione” previsto dal preistorico piano regolatore del comune risalente al 1973, ai sensi della legge regionale numero 21/2009 che, dopo aver provocato tante notte insonni a non pochi ambientalisti, è conosciuto agli addetti ai lavori come il “Piano-Casa” dell’ultima Giunta di centro destra alla Regione Lazio, quella presieduta da Renata Polverini.
I termini “Eco-mostro, scempio urbanistico, stortura del paesaggio” che campeggiano nelle richieste di verifica inoltrate al comune di Gaeta avrebbero un senso perché questa “demolizione-ricostruzione” normativamente parlando ha avuto un bel regalo volumetrico, il 35% in più rispetto al fabbricato precedente e, dunque, visibile anche da parte di chi non mastica di urbanistica. Ma il “piano casa” poteva essere realizzabile in uno degli scorci più importanti, sul piano paesaggistico, naturalistico ed ambientale, di Gaeta nei pressi di uno dei lungomari più famosi d’Italia qual è quello di Serapo?
L’architetto Della Notte, a questo punto, allarga le braccia e per smarcarsi dalla marcatura ad uomo del cronista ricorre alle vesti del dirigente che non ha nulla a che fare con la politica e con le sue scelte: “La legge regionale 21 e le successive modifiche hanno consentito agli enti locali di decidere dove applicare il “piano casa”. Io ho trovato una delibera consiliare in cui questo processo di riordino urbanistico a Gaeta è vietato in una sola realtà territoriale, il centro storico di via Indipendenza. E così è stato sinora. I cittadini o gli stessi confinanti se si ritengono lesi e danneggiati fanno bene a coinvolgere i nostri uffici ma la situazione ci sembra sotto controllo. Nei pressi del lungomare di Serapo c’è un altro cantiere aperto con il piano Casa ed un altro è in via di ultimazione in Corso Italia”. Insomma se le leggi regionali, anche se non piacciono, a Gaeta vanno rispettate.
Saverio Forte
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