SPERLONGA – Hanno preannunciato la presentazione di specifiche e mirate memorie difensive i legali dei tre indagati prima della probabile richiesta di rinvio a giudizio con l’ipotesi di reato di omicidio colposo che il sostituto procuratore Valerio De Luca sarebbe in procinto di formalizzare in relazione alla tragedia di Sara Francesca Basso, la 13enne originaria di Supino ma residente a Morolo annegata il 12 luglio 2018 nella piscina del “Grand hotel Virgilio” di Sperlonga perché trattenuta sul fondo da una forza di aspirazione pari a ben 480 chilogrammi.
Gli avvocati Vincenzo Macari, Alfredo Zaza D’Aulisio e Massimo Signore hanno contestato il contenuto delle chiusura delle indagini preliminari da parte della Procura di Latina che considera responsabili della morte della piccola Sara Francesca tre delle quattro persone sinora indagate: Mauro Di Martino e Francesco Saverio Ermini, rispettivamente 41 e 68 anni, amministratore di fatto e amministratore legale della società proprietaria dell’albergo di Sperlonga teatro della tragedia, ed Ermanno Corpolongo, 55 anni di Itri, in qualità di costruttore della piscina.
Se nella conclusione delle indagini preliminari è stata definitivamente stralciata la posizione del manutentore dell’impianto, la Procura individua due tipi di responsabilità che avrebbero provocato il decesso di Sara Francesca. Corpolongo avrebbe installato una piscina dotata di due vasche, una maggiore per la balneazione ed una minora e sopraelevata per l’idromassagggio che avrebbero avuto un difetto di realizzazione: le griglie erano piatte e non concave al pavimento come da regolamento mentre la stessa piscina era sprovvista di un interruttore generale e di un rilevatore in grado di spegnere le pompe in caso di superamento del valore impostato in caso di occlusione accidentale della griglia.
Di Martino ed il suo suocero Ermini sono, invece, accusati di aver omesso di adottare nella gestione della piscina misure finalizzate a garantire il mantenimento delle condizioni di sicurezza a tutela degli ospiti. Una su tutte: la mancata presenza degli assistenti bagnanti abilitati alla vigilanza, alle operazioni di salvataggio e di primo soccorso. E questo mix di cause avrebbe provocato la morte a soli 13 anni di Sara Basso.
Saverio Forte
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