Cassino/ Le Mafie nel Basso Lazio

CASSINO – “Le Mafie nel Basso Lazio” è il titolo del seminario e tavola rotonda che si svolgerà domani 8 maggio, alle ore 10 e 30, presso l’aula 002 dell’Università di Cassino e del Lazio Meridionale. Nel corso dell’evento sarà presentato il libro “Mafie del Nord. Strategie criminali e contesti locali” a cura di Rocco Sciarrone, edito da Donzelli.

Dopo i saluti del Magnifico Rettore Ciro Attaianese e del Direttore del Dipartimento Economia e Giurisprudenza, Giuseppe Recinto, si entrerà nel vivo dell’importante argomento. Interverranno il dott. Cesare Sirignano, Magistrato Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli, il prof. Rocco Sciarrone, curatore della ricerca dell’Università di Torino, il dott. Giuseppe Muti, docente di Geografia Politica ed Economica, Uniclam, il dott. Luciano Brancaccio e  Vittorio Martone, autori, Università Federico II di Napoli.

L’espansione delle mafie in aree diverse da quelle di genesi storica è ormai di lunga data. Il fenomeno è stato spesso spiegato equiparando la diffusione mafiosa a una patologia contagiosa che aggredisce un corpo sano, oppure rappresentando i gruppi mafiosi alla stregua di eserciti in armi che invadono e conquistano nuovi territori. Un’analisi approfondita mostra una situazione alquanto diversa, assegnando un ruolo cruciale alle condizioni economiche e politiche delle società locali.

Il volume si colloca in questa prospettiva, presentando un’ampia indagine empirica, condotta in aree specifiche di alcune regioni del Centro-nord (Lazio, Lombardia, Piemonte, Liguria, Emilia Romagna, Toscana e Veneto). Emergono modelli differenziati di insediamento, in cui prevalgono organizzazioni riconducibili alla ‘ndrangheta e alla camorra, che riescono ad affermarsi utilizzando non solo competenze di illegalità ma anche risorse di capitale sociale. In alcuni contesti si osservano infiltrazioni nel tessuto economico, in altri risultano in crescita situazioni di vero e proprio radicamento territoriale.

In tutti i casi sembra essere decisiva la presenza di soggetti “esterni” – imprenditori, politici, professionisti – disponibili a intrecciare rapporti di scambio con i mafiosi. È questa la vera novità delle mafie in aree “non tradizionali”: la presenza di un’area grigia in cui pratiche di illegalità, spesso preesistenti, favoriscono relazioni di complicità e collusione nella sfera legale dell’economia, della politica e delle istituzioni.

Un fenomeno autonomo che chiama in causa tratti peculiari delle società del Nord. In questa chiave, la ricerca consente anche di valutare criticamente gli interventi antimafia sul piano politico, giudiziario e sociale, mettendo in luce la necessità di un salto di qualità non più rinviabile.

Moderatrice dell’incontro la giornalista Angela Nicoletti.

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