FORMIA – Era nato a Roma ma abitava a Maiano di Sessa Aurunca, in provincia di Caserta, Francesco Domenici, l’uomo di 33 anni deceduto mercoledì sera mentre veniva trasferito d’urgenza presso l’ospedale “Dono Svizzero” di Formia subito dopo essere stato sottoposto ad una programmata visita di controllo presso la clinica privata “Casa del Sole” a seguito di un intervento chirurgico di “bendaggio gastrico” eseguito presso la stessa struttura formiana l’11 giugno scorso. L’uomo, obeso da anni, aveva chiesto di sottoporsi ad un intervento (ormai di routine) di resezione gastrica, di “ridursi” lo stomaco per svolgere una dieta ed una vita normale. Si trovava a casa sua quando si è sentito improvvisamente male e, vomitando sangue e liquido organico – stando a quanto trapelato – è stato per certi versi inutile il suo trasferimento a bordo di un’auto di alcuni suoi familiari. Mancava una lettiga adatta, stando a quanto si è appreso, per il trasporto dei “grandi obesi”.
Sono stati i familiari dunque, vista l’urgenza, a decidere di ricoverare Francesco presso la Clinica del Sole, ma qui non essendoci il reparto di rianimazione è stata chiamata un’ambulanza del 118 per trasportarlo d’urgenza presso il pronto soccorso dell’Ospedale “Dono Svizzero” di Formia, dove però non c’è stato nulla da fare, perché il 33enne è giunto cadavere. Di quest’altro presunto caso di malasanità nel sud-pontino si stanno occupando i Carabinieri della Compagnia di Formia presso i quali i familiari del 33enne romano, sgomenti e sotto shock, hanno formalizzato una denuncia-querela contro ignoti. I militari, attualmente coordinati dal tenente Massimo Milano, hanno prima inviato una prima informativa al pm di turno, il sostituto procuratore Roberto Nomi Bulgarini che ha disposto il sequestro delle cartelle cliniche sia alla Clinica del Sole che al Dono Svizzero e l’autopsia che, a cura del medico legale Daniela Lucidi, è stata eseguita giovedì pomeriggio presso l’obitorio dell’ospedale Santa Scolastica di Cassino.
Questa vicenda, tutta da chiarire, segue di appena due mesi quella di Mariachiara Mete, la giovane di appena di 21 anni che ha cessato di vivere il 24 giugno all’ospedale “Santa Maria Goretti” di Latina dove si trovava ricoverata da alcuni giorni per una serie di complicanze seguite ad un intervento di rinoplastica effettuato lunedì scorso presso la clinica privata “Casa del Sole” di Formia. Le condizioni della giovane, originaria di Lametia Terme, in provincia di Catanzaro, si erano aggravate dopo 48 ore dall’intervento, da qui la decisione, dopo un arresto cardiocircolatorio, di un urgente e temporaneo ricovero all’ospedale Dono Svizzero di Formia prima e al Santa Maria Goretti di Latina poi dove ha cessato di vivere. La procura di Cassino ha indagato 31 tra medici ed infermieri che, in servizio presso i due nosocomi formiani e presso il “Santa Maria Goretti”, si occuparono della povera aspirante parrucchiera di Lamezia. Le indagini, tuttora in corso, potrebbero conoscere a breve una svolta alla luce dell’esito dell’autopsia disposta dalla stessa Procura e sulle attrezzatture utilizzate per anestetizzare la sfortunata 21enne calabrese.
Saverio Forte
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