SPERLONGA – Dopo la discoteca di inizio agosto, l’intera struttura turistico-ricettiva “Valle dei Corsari” di Sperlonga, tranne l’omonimo stabilimento balneare, chiude anzitempo i battenti. Lo ha deciso il Gip del Tribunale di Latina Giuseppe Cario che, accogliendo una specifica e mirata richiesta del sostituto Procuratore Giuseppe Miliano, ha emesso (la data è stata il 16 agosto) un decreto di sequestro preventivo dell’intero immobile ipotizzando il reato della lottizzazione abusiva. Ad apporre i sigilli, dopo esattamente dieci giorni, sono stati i militari del Nucleo investigativo di polizia ambientale agroalimentare e forestale del Gruppo Carabinieri Forestale di Latina, gli stessi che nelle ultime settimane, agli inizi di agosto (il 7 e il giorno dopo), avevano effettuato alcuni sopralluoghi all’interno della struttura che si estende su quasi 11mila metri quadrati lungo il litorale di levante di Sperlonga.
Per il Gip Cario e, ancor prima per il sostituto procuratore Miliano, i vari manufatti realizzati per ospitare le tipiche attività ricettive del turismo balneare hanno consolidato l’ipotesi accusatoria della lottizzazione abusiva in violazione alle previsioni urbanistiche del piano regolatore generale vigente del Comune di Sperlonga e, in particolare, di una zona sottoposta a vincolo paesaggistico. L’area in questione ricade, appunto, in un’area soggetta ai severi vincoli archeologici per la quale è previsto il solo ed esclusivo uso agricolo del suolo, con divieto di qualsiasi attività edificatoria. Il Nipaf nella sua informativa alla Procura aveva riscontrato la realizzazione di due strutture in legno – gazebo bar di 24 metri quadrati coperto da vele e consolle per attività danzanti – e la pavimentazione di un’area su zona demaniale, senza il necessario titolo per l’occupazione del demanio marittimo e prive delle autorizzazioni previste dal codice della navigazione. Questa situazione sarebbe emersa nel “sopralluogo recentissimo” del 7 agosto quando sarebbe state trovate “opere prima non esistenti e non indicate nell’istanza di condono presentata nel 2013.
Anche queste opere – scrive il Gip Cario nel suo decreto di sequestro preventivo – non sono autorizzate e ricadano nella fascia dei 300 metri dalla battigia. Secondo gli inquirenti le opere sarebbero state eseguite in assenza delle necessarie e previste autorizzazioni amministrative sotto il profilo edilizio e paesaggistico in quanto “l’area in questione ricade nella fascia dei 300 metri dalla battigia del mare”. Uno degli aspetti più clamorosi dell’ordinanza del Gip del Tribunale di Latina è la richiesta confisca al patrimonio dello stato dell’area e della rinomata struttura di Sperlonga. Il dottor Cario la considera addirittura “obbligatoria e proporzionale” e lo motiva pure: “Non si possono adottare misure meno restrittive in ragione delle ripetute istanze di condono edilizio tutte rigettate in ragione – scrive il Gip del Tribunale di Latina – della non condonabilità degli abusi edilizio per opere non conforme allo strumento urbanistico e realizzate su area vincolata”. E il Gip censura anche l’operato del comune di Sperlonga: “Avrebbe dovuto adottare un provvedimento sanzionatorio finalizzato alla rimozione delle opere abusive emettendo un’ordinanza che disponesse della demolizione della struttura”.
A margine del sequestro di gran parte delle pertinenze di “Valle dei Corsari” è stato denunciato l’amministratore unico della società di gestione, Domenico Caradonna, di 70 anni. Ancora il Gip Cario va giù pesante: “Da un lato ha richiesto la sospensione del procedimento per l’emissione di un’ordinanza di demolizione per operare una verifica attenta dello stato di consistenza degli immobili dall’altro ha proseguito l’installazione di opere abusive nel corso del 2019 rendendosi immeritevole di ogni fiducia in quadro di completo abuso non condonabile anche perché – conclude il Gip Cario -. l’intervento edilizio ha determinato e continua a determinare un rilevante e grave impatto di trasformazione dei terreni interessati in violazione delle prescrizioni dello strumento urbanistico adottato dal comune di Sperlonga.”
Da qui la necessità che avanza il Tribunale di Latina: l’intero complesso della “Valle dei Corsari” non va solo sequestrato ma anche confiscato quanto prima. La società di gestione, come per il caso della discoteca sequestrata agli inizi di agosto, ha affidato la sua difesa agli avvocati Alfredo Zaza D’Aulisio e Vincenzo Macari che, contestando il castello accusatorio della Procura di Latina, hanno già preannunciato la presentazione di un ricorso al Riesame avverso il decreto di sequestro emesso dal Gip Cario. A loro dire le opere abusive, che configurerebbe la lottizzazione abusiva, sarebbero realizzate prima del 1989 e, nelle peggior delle ipotesi, prima del 2004 quando i termini di prescritti hanno una durata temporale di cinque anni. E poi le istanze di condono edilizio che, presentate al comune, non sarebbero state mai prese in esame e discusse.
Saverio Forte