MINTURNO – Il quadro probatorio è talmente chiaro ed evidente che il processo si può celebrare direttamente “by-passando” l’udienza preliminare. Lo si evince dal decreto del Gip del Tribunale di Cassino Domenico Di Croce che ha disposto il giudizio immediato nei confronti di Edoardo Di Caprio, l’uomo che la sera del 25 gennaio scorso, a bordo della sua Ford Fiesta, ha investito mortalmente Cristiano Campanale, di 28 anni e, subito dopo il fatto, brandendo un bastone, ha aggredito il fratello Andrea, di 23 anni. Il processo inizierà davanti la Corte d’Assise del Tribunale di Cassino il prossimo 8 novembre quando Di Caprio, assistito dagli avvocati Pasquale Cardillo Cupo e Domenico Iaderosa, dovrà difendersi dall’accusa grave di omicidio volontario, con l’aggravante dell’utilizzo dell’auto e tentato omicidio, così come richiesto dal magistrato titolare che all’epoca coordinò le indagini dei Carabinieri della Compagnia di Formia e della Stazione di Scauri, il sostituto procuratore Beatrice Siravo.
Secondo la ricostruzione della Procura, Di Caprio alla vista dei fratelli Campanale che lo stavano attendendo sul marciapiede all’altezza del civico 401 di via Antonio Sebastiani – di fronte l’attività commerciale di famiglia – sterzò improvvisamente verso destra. L’utilitaria, alla velocità di 40 chilometri orari, abbattè un palo della segnaletica che, cadendo, investì in pieno (alla velocità di 32 chilometri orari) Cristiano Campanale. L’uomo venne sbalzato da terra e, a causa dell’urto, riportò lo “sfacelo cranico-encefalico”. Il fratello non ebbe il tempo di difendersi e di allontanarsi, venne aggredito con un bastone da Di Caprio che gli procurò lesioni giudicate guaribili in 15 giorni. Il giudizio immediato dovrà chiarire il movente del volontario investimento operato da Di Caprio che – secondo quanto emerso nelle fasi iniziali delle indagini – attendeva da giorni il pagamento di alcune forniture effettuate a favore di due attività della Campanale, la rivendita di prodotti ittici in via Sebastiani a Scauri e un ristorante nel centro storico di Minturno.
Se i familiari della vittima, attraverso gli avvocati Roberto Palermo e Attilio Di Nardo, hanno confermato che si costituiranno parte civile, la difesa di Di Caprio deciderà nelle prossime settimane se optare per lo svolgimento del rito abbreviato che, in caso di un’eventuale condanna davanti il Gip del Tribunale di Cassino, prevede uno sconto di un terzo della pena. La conferma ufficiale che Campanale fosse deceduto per i traumi e le ferite provocate dalla caduta del palo della segnaletica stradale, contro cui aveva impattato violentemente la Fiesta condotta da Di Caprio, era arrivata dalla relazione di oltre 20 pagine consegnata al sostituto procuratore Maria Beatrice Siravo. A questa conclusione era giunto il dottor Gabriele Margiotta, il medico legale che, nominato dalla Procura di Cassino, aveva effettuato l’autopsia sul cadavere del ristoratore ucciso. In effetti al termine di un secondo incidente probatorio, i dottori Gabriele Margiotta, Lorrenzo Taurato e Lucio Pinchera, affiancati dal perito della difesa – il dottor Luca Lepore – avevano rinvenuto tracce ematiche e biologiche della vittima sul palo abbattuto dalla Fiesta piombata sul marciapiede, dove ad attendere Di Caprio c’erano la vittima e suo fratello Andrea.
Per i legali di parte civile, il quadro accusatorio non sarebbe cambiato neanche se la difesa avesse ottenuto la derubricazione del reato di omicidio volontario in omicidio preterintenzionale. Elementi in suo favore sono giunti dalla perizia cinematica svolta per conto dalla Procura dall’ingegner Lucio Pinchera e dall’esame del sistema di video sorveglianza di via Antonio Sebastiani la sera della tragedia. Dai video emerge che l’utilitaria su cui si trovava di Caprio, dopo aver percorso un breve rettilineo, ha effettuato improvvisamente una deviazione per scontarsi contro il palo poi caduto sul corpo di Campanale. Il Gip Di Croce ha disposto il giudizio immediato per Di Caprio grazie a un ricco quadro probatorio in cui campeggiano diverse informative dei Carabinieri del Maggiore David Pirrera, la prima risalente alla sera dell’omicidio e l’ultima datata il 20 luglio scorso. Vi compare anche la perizia di un ingegnere informatico di Napoli per stabilire il traffico telefonico intercorso nei giorni antecedenti la tragedia tra l’indagato, la vittima e il fratello di quest’ultimo. Il reale movente dell’investimento mortale potrebbe scaturire anche dagli sms e dai messaggi inviati attraverso whattsapp.
Saverio Forte