ITRI – Sarà convalidato oggi dal Gip del Tribunale di Cassino il provvedimento di sequestro preventivo disposto dal sostituto procuratore Beatrice Siravo dell’area, di circa 6000 metri quadrati che in località Calabretto si è trasformata per un sesto in una “discarica fumante”. Il decreto della Procura ha seguito ad una serie di esposti, di semplici cittadini ma anche di comitati e associazioni, che avevano segnalato problemi igienico-sanitari ed ambientali lungo una scarpata che, “individuata” quasi per caso dopo essere stata interessata lo scorso 4 luglio da un incendio, confina con la ferrovia Roma-Napoli e non è molto lontano dal torrente Pontone, il corso d’acqua che termina sulla spiaggia di Vindicio ai confini dei comuni di Formia e Gaeta.
In occasione di questo sequestro il sostituto Procuratore Siravo, che sarebbe stata investita del problema direttamente dal capo della Procura di Cassino Luciano D’Emmanuele, ha nominato il sindaco di Itri, l’avvocato Antonio Fargiorgio, quale custode giudiziario dell’area sequestrata. Ma il provvedimento, per certi versi, ha confermato altri due aspetti non trascurabili: al momento non ci sono indagati – vengono soltanto menzionati i proprietari, la gran parte anziani, delle cinque particelle del famigerato foglio 47 e le Ferrovie dello Stato – e la natura della discarica non autorizzata. Lo scrive lo stesso Pm Siravo secondo il quale “è in corso di accertamento”. I rifiuti pericolosi e non che vi sono stati abbandonati sono per lo più “calcinacci, plastiche, lastre ondulate tipo eternit, vetro e materiale vegetale da attività agricola”. I risultati degli esami sulla qualità dell’aria compiuti dall’Arpa Lazio e i carottaggi nel sottosuolo eseguiti da una società incaricata dal comune saranno resi noti nei primi giorni della prossima settimana ma secondo il sindaco di Itri Antonio Fargiorgio il sequestro della Procura complica non poco le procedure, tecnico-amministrative, per mettere in sicurezza l’area di Calabretto.
Lo ribadisce nell’intervista allegata in cui osserva come “sarà mantenuta la promessa” di bonificare l’area ma – tiene a precisare – d’ora innanzi ogni piccolo intervento, dalla perimetrazione dell’area da interdire ai cittadini – richiederà il nulla osta dell’autorità giudiziaria. Di questo timore il sindaco era a conoscenza e rivela perché non ha chiesto l’intervento diretto della Procura: “Perché tutto sarebbe stato più complicato sul piano procedurale ma anche tecnico ed amministrativo”. Il sindaco di Itri spera che il sequestro della Procura possa servire “a calmare gli animi” e a far ritrovare a tutte le forze politiche il giusto e necessario “senso di responsabilità e di buon senso”. Nell’intervista Fargiorgio commenta anche la netta e chiara presa di posizione su questo problema della Chiesa di Gaeta e, in particolar modo, dell’Azione Cattolica Diocesana che in un interessante documento dell’Azione Cattolica diocesana aveva espresso la sua solidarietà ai “cittadini e agli amici dell’Azione Cattolica di Itri per i disagi e le problematiche causate dalla presenza nel loro territorio di una discarica abusiva in località Calabretto che, da alcune settimane, emette fumi e miasmi maleodoranti che si ritengono pericolosi per la salute delle persone”. Fargiorgio, che si definisce cattolico e praticante, aggiunge che avrebbe sottoscritto questo documento nella parte in cui la principale associazione laicale italiana ha “esortato” tutte le istituzioni, le autorità amministrative e giudiziarie, sanitarie ed ambientali a far luce quanto prima sul caso specifico di Itri affinché venga restituito alla città un ambiente bonificato e salubre per i cittadini di oggi e per le generazioni future.
INTERVISTA Antonio Fargiorgio, sindaco di Itri
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Saverio Forte