CASTELFORTE – Lancia bottiglie incendiarie dal balcone durante la festa, picchia i carabinieri e alla fine per lui scattano le manette. Questo quanto è successo nella serata di lunedì a Castelforte, quando centinaia e centinaia di persone passeggiavano nella centralissima via Alfredo Fusco per raggiungere il luogo dov’era in programma il concerto di Irene Grandi, la cui esibizione avrebbe concluso, di fatto, i festeggiamenti della patrona, la Madonna Addolorata. I partecipanti ai festeggiamenti sono finiti improvvisamente, loro malgrado, nel mirino di 40enne del posto.
Dal balcone della propria abitazione, non molto lontano dalla centralissima piazza San Rocco e dal palazzo Municipale, ha iniziato a lanciare tre bottiglie incendiarie in strada, dove stavano passeggiando, appunto, molte persone, per lo più famiglie intere. Tanta la paura tra i presenti: immediatamente è stato lanciato l’allarme ai carabinieri della vicina Stazione che sono subito arrivati sul posto ed hanno avviato le trattative per calmare l’uomo. Trattative non andate a buon fine. Il 40enne, in risposta, ha infatti lanciato contro i militari anche un vaso di fiori. Dopo qualche minuto però l’uomo ha cambiato idea ed è sceso in strada, ma le sue intenzioni – come raccontato dai inquirenti – non erano delle migliori. Infatti, si è scagliato violentemente contro i carabinieri che erano intervenuti proprio per calmarlo e far smettere il lancio di oggetti.
Una volta bloccato, il 40enne è stato arrestato per resistenza a pubblico ufficiale, lesioni personali e fabbricazione di materiali esplodenti. L’uomo è stato trasferito nelle camere di sicurezza della caserma dei carabinieri di Formia e, quando era in programma il processo per direttissima davanti il giudice monocratico del Tribunale di Cassino, il sostituto procuratore Beatrice Siravo ha cambiato idea. Ha emesso un’ordinanza di custodia cautelare per l’uomo per la gravità dei reati per i quali è stato arrestato. Il 40enne il 3 giugno 2017 fu coinvolto in un iniziale alterco che precedette la rissa tra Antonio Mendico e Adolfo Di Pastena a causa della quale quest’ultimo, di 50 anni, perse la vita dopo un’agonia durata sei mesi.
Un’ora prima del litigio (o presunto tale) tra Di Pastena ed Antonio Mendico (poi condannato dal Gip del Tribunale di Cassino Salvatore Scalera ad otto anni di reclusione con l’accusa di omicidio preterintenzionale) nello stesso bar si era consumata un altro alterco tra il cugino della vittima ed il fratello minore dell’imputato, Pierluigi, all’epoca 25enne. Terminò fortunatamente subito questo pesante scambio di ingiurie che, dettato da futili motivi, probabilmente sarebbe stato alimentato dai fumi dell’alcool in una serata di inizio estate. Come quella di lunedì…
Saverio Forte