Gaeta / Mercato del pesce, presentato il ricorso al Tar contro il bando

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GAETA – Si allungano decisamente i tempi a Gaeta per aprire un nuovo mercato del pesce in località Canaga. Nel penultimo giorno utile, lunedì 16 settembre, una dozzina di operatori al minuto della vicina Peschiera hanno impugnato, a sorpresa, davanti il Tar del Lazio-sezione di Latina il bando, tanto atteso dopo una laboriosa gestione, con cui l’Autorità di Sistema portuale del Mar Tirreno centro settentrionale decideva di affidare l’occupazione, l’uso e la gestione 14 singoli stalli per la vendita di prodotti ittici al dettaglio all’interno del mercato del pesce realizzato, tra non pochi sacrifici, dalla stessa ex Autorità portuale del Lazio nella nevralgica località di Porto Salvo, non molto lontano dall’attuale e superato (anche se rinomato) mercato del pesce.

Il ricorso è stato presentato da tre legali, gli avvocati Angela Viola, Ester Tallini e Sara Bergamini, secondo i quali il bando pubblicato con il decreto del presidente dell’Adsp, Francesco Maria Di Majo, il numero 224 del 7 agosto scorso, conterrebbe una serie di presunte anomalie tecnico-procedurali ed amministrative. Sarebbe stata riscontrata – a dire degli operatori del mercato del pesce – una discrasia tra la procedura transitoria con cui la Giunta municipale di Gaeta con la delibera 263 del 2014 avrebbe approvato il progetto esecutivo del nuovo (e più modero, o almeno) mercato ittico della città ed il carattere concessorio del bando dell’ex Autorità portuale del Lazio di cui viene contestato soprattutto l’offerta economica al rialzo – non potrebbe essere diversamente – per poter gestire nei prossimi quattro anni un box vendita avente una superfice di 30 metri quadrati.

Questo bando di assegnazione dei punti vendita del pescato avrebbe potuto concretizzare un progetto dell’Asdp che nel corso del tempo ha dovuto recepire le istanze del comune, dell’Asl e della Capitaneria di Porto di Gaeta di individuare “un’idonea allocazione ai banchi vendita al del dettaglio dei prodotti ittici ubicati nel tratto di via Lungomare Caboto nella zona antistante il porto pescherecci della stessa località di Porto salvo. E invece ora sarà al vaglio dei giudici del Tar davanti ai quali l’ex Authority farà valere sicuramente con i propri legali le proprie istanze e ragioni. Il progetto definitivo del nuovo mercato ittico era stato approvato dalla delibera di Giunta municipale mentre quello esecutivo era stato licenziato dal commissario straordinario dell’ex Autorità portuale per la costruzione della struttura, di 618 metri quadrati, nell’area dell’ex cantiere Canaga. I partecipanti al bando – o meglio le manifestazioni di interesse – sarebbero dovute essere formalizzate, presso la sede di Gaeta dell’Autorità di Sistema portuale del Mar Tirreno centro settentrionale entro le ore 12 del 17 settembre ma i potenziali richiedenti hanno deciso di ricorrere al Tar del Lazio. Avrebbero dovuto chiedere la concessione demaniale marittima per la durata di quattro anni per l’occupazione di questi locali secondo quanto prevedono l’articolo 36 del Codice della navigazione e dell’articolo 8 del regolamento per la sua applicazione e dell’articolo 6 di quello per l’uso delle aree demaniali nei porti di Civitavecchia, Fiumicino e, appunto, Gaeta.

I costi. Si partiva da 46,88 euro per metro quadro, pari complessivamente a 1423,27 euro per ogni singolo stallo (46,88 euro x 30,36 mq) per l’anno 2019. Se le richieste avessero avuto lo stesso punteggio complessivo si sarebbe proceduto all’aggiudicazione dei 14 stalli attraverso un sorteggio così come l’ex Autorità portuale del Lazio – aveva fatto sapere – aggiudicherà le concessioni dei singoli punti vendita “anche in presenza di una sola offerta valida”, che non c’è stata…. Insomma il network portuale del Lazio avrebbe voluto mantenere fede ad un’antica promessa per rilanciare lo storico e prestigioso settore ittico di Gaeta in locali nuovi, accoglienti e funzionali. Basti pensare che la redazione e la pubblicazione del bando dell’avvocato De Majo, per certi versi , erano stati accelerati anche dalla sentenza di inizio luglio del Tar del Lazio – sezione di Latina secondo la quale lo storico e tradizionale mercato del pesce in località Peschiera a Gaeta non poteva essere trasferito. Almeno per ora. Il Tar ha accolto, infatti, un ricorso presentato dallo stesso gruppo di operatori del settore della Peschiera concedendo la sospensione cautelare relativamente all’ordinanza emessa dal Comune di Gaeta in cui era stato disposto, appunto, lo sgombero del mercato ittico di Gaeta. Era stata, infatti, bloccata così la procedura di trasferimento, di delocalizzazione della rinomata attività di vendita dalla storica sede di Lungomare Giovanni Caboto. Il Tar aveva ritenuto sussistenti “i presupposti per rilasciare l’invocata misura cautelare, specie sotto il profilo del periculum in mora, tenuto conto che il provvedimento gravato nel disporre l’atto in contestazione omette di indicare soluzioni alternative interinali per consentire agli interessati di proseguire lo svolgimento dell’attività commerciale”. I giudici amministrativi avevano pesantemente censurato l’azione amministrativa del comune di Gaeta che su questa vicenda aveva palesato un grande “vulnus” nei confronti di tanti operatori: non aveva, a fronte della presunta urgenza della sua azione amministrativa, offerto ed indicato un luogo in cui trasferire il mercato del pesce de “La Peschiera”.

L’Amministrazione Mitrano era stata ancher condannata al pagamento delle spese per la fase cautelare. Il Tar, intanto, ha fissato la discussione del merito del ricorso il 20 gennaio 2020 e il suo orientamento l’aveva anticipato il 10 giugno scorso, giorno in cui, su richiesta dei difensori dei ricorrenti, gli avvocati per l’appunto Angela Viola, Ester Tallini e Sara Bergamini, aveva concesso l’immediata sospensione del provvedimento impugnato in quanto “estremamente lesivo degli interessi dei ricorrenti”. Nessun effetto aveva sortito, nel frattempo, l’ordinanza in autotutela del Comune di Gaeta, successiva alla notifica del decreto emesso dal Tar il 10 giugno. L’avvocato Angela Viola aveva evidenziato durante la discussione che la richiamata ordinanza non aveva soddisfatto gli interessi lesi dei ricorrenti e che gli stessi profili di indeterminatezza, di carente motivazione evidenziati nell’ordinanza impugnata erano stati ripresi nella stessa ordinanza in autotutela. Il mercato ittico di Gaeta non si sposta, per il momento. Si tratta di una posizione per gli esercenti la vendita di prodotti ittici che da più di un anno hanno cercato, attraverso i propri legali, una trattativa comune per tutelare e contemperare gli opposti interessi in gioco. Gli avvocati Viola, Tallini e Bergamini, intanto, hanno confermato “lo spirito di collaborazione istituzionale con l’Amministrazione comunale e l’ex Autorità Portuale del Lazio” e hanno auspicato che con questo primo risultato si possa addivenire ad una soluzione condivisa che tenga conto delle regole dettate dal Tar del Lazio. Gli operatori lo scorso 28 maggio – come si ricorderà – si erano visti recapitare un provvedimento di “sfratto” dell’ufficio Suap del comune di Gaeta e, contestualmente, di divieto di prosecuzione dell’attività di vendita a decorrere dal 10 giugno per alcune datate precarie condizioni igienico-sanitarie più volte evidenziate dall’Asl. Sull’area, secondo l’ordinanza, impugnata in via di urgenza, proprio dal 10 giugno sarebbero dovuti iniziare lavori di manutenzione stradale e di riqualificazione urbana in esecuzione di un appalto del 2018.

Il presidente della sezione di Latina del Tar, Antonio Vinciguerra, aveva accolto la domanda di tutela cautelare essenzialmente per due motivi: gli operatori del mercato del pesce stavano partecipando ad alcuni tavoli tecnici e, poi, perché, il comune, perdurante il mancato completamento del nuovo mercato al coperto, non ha saputo – come anticipato – indicare soluzioni temporanee per lo svolgimento di un’attività economica che rappresenta un patrimonio storico, culturale e turistico della Città. Del mercato del pesce della Peschiera si sono occupati anche i Carabinieri dei Nas di Latina ed il persona ispettivo del servizio veterinario dell’Asl che già il 24 marzo 2016 avevano invitato il comune ad “adottare i provvedimenti del caso” a seguito delle “precarie condizioni igienico-sanitarie riscontrate”. Il comune di Gaeta non è stato abbastanza solerte ad intervenire ed il 21 dicembre scorso gli stessi “007” dei Carabinieri dei Nas e del dipartimento prevenzione Igiene ed alimenti dell’Asl avevano evidenziato in una lettera al sindaco Cosmo Mitrano che “tutte le carenze igienico-sanitarie riscontrate non erano state risolte. Pertanto l’area adibita alla vendita di prodotti della pesca sui banchi temporanei veniva giudicata non idonea”.

Trascorrevano poco più di tre mesi ed il 29 marzo scorso interveniva anche la Capitaneria di Porto di Gaeta- sezione demanio che rappresentava la necessità, “in considerazione del lasso di tempo trascorso”, di dare seguito con la massima urgenza consentita al trasferimento dei punti vendita in una sede più idonea e resa disponibilità dall’Autorità di sistema portuale”. Si affiancava in questa controversia anche la ditta vincitrice dell’appalto, nel 2018, per i lavori di manutenzione e messa in sicurezza della strada e dei marciapiedi di via Lungomare che il 14 marzo chiedeva la rimozione dei banchi di vendita per aprire il proprio cantiere. E così che il 6 aprile agli operatori del mercato ittico veniva intimato il primo sgombero delle proprie strutture con un termine ultimo e perentorio: il 15 maggio. Sei giorni più tardi gli agenti della Polizia Locale effettuarono un sopralluogo e constatarono ancora “la presenza dei banchi di vendita e, pertanto, la non ottemperanza dell’invito” notificato 40 giorni prima. Da qui l’ordinanza del dirigente dello sportello unico attività produttive del comune di Gaeta Pasquale Fusco e della funzionaria responsabile Giuseppina Sciarra di lasciare l’area entro e non oltre il 10 giugno con un monito agli operatori: “se non doveste rispettare l’ordinanza di sgombero rischiate la revoca dell’autorizzazione alla vendita e gli oneri dello sgombero, in programma il 14 giugno, saranno a vostro carico.

E invece gli operatori del mercato del pesce, che si battono da anni per svolgere il loro importante e rinomato lavoro in condizioni più consone al consentito, hanno giocato questa volta d’anticipo: hanno impugnato al Tar l’ordinanza 232 del 28 maggio e i giudici amministrativi gli hanno dato – almeno per ora – ragione: non possono essere trasferiti perché il mercato del pesce al coperto non è agibile benché sia stato ultimato quasi completamente. Il Tar era stato categorico: il mercato del pesce non si può de localizzare se non avrà un’alternativa. Ora c’è….grazie all’ex Autorità portuale del Lazio… ma gli operatori del settore non vogliono andarci. Quando il cane si morde la coda…

Saverio Forte