FORMIA – Dopo 143 anni la pasta Paone parla ora inglese. E non solo sulle confezioni che per i colori giallorossi, fanno felici i palati di mezzo mondo e, in chiave nostrana, i tifosi della Roma calcistica e gli ‘aficionados’ del nuovo governo. L’ufficiale passaggio delle consegne avverrà il prossimo 25 settembre davanti un notaio quando sarà versato il saldo dell’acquisto ma il principale e intricato nodo, quello di natura occupazionale, è stato già sciolto mercoledì mattina presso il nuovo pastificio nella zona industriale di Penitro a Formia ai confini con quella di Minturno. La “fumata bianca” è scaturita dopo una serie di positivi contatti preliminari avviati nel ‘cuore’ dell’estate e comunque al termine di un incontro cui hanno partecipato le rappresentanze sindacali interne guidate da Angelo Recco, il segretario provinciale della Flai Cgil Alfredo Cocorocchio, il liquidatore giudiziale nominato dal Tribunale di Cassino nell’ambito del concordato preventivo numero 4 concesso nel 2015, il commercialista arpinate Maurizio Taglione, e, in rappresentanza della nuova proprietà, la “Domenico Paone spa”, la legale rappresentante Monica Maria Ortolani.
A Cassino è un volto conosciuto per essere stata a lunga una docente di scuola media, negli ambienti economico-finanziari e diplomatici di Roma e del Vaticano è nota, invece, per essere la moglie invece del manager italo-argentino Alejandro Octavio Quentin, legato, quest’ultimo da rapporti parentali strettissimi con l’ex ambasciatore del governo sudamericano a Roma. Quentin è l’espressione diretta di un importante fondo bancario di Londra che ha messo sul tavolo il danaro necessario per acquistare il pastificio di Formia costretto a subire una grave crisi di liquidità nel momento in cui i Carabinieri ed il Nipaf della Forestale il giorno di giovedì Santo del 2012 sequestrarono, su ordine della Procura di Latina, con le ipotesi di reato di lottizzazione edilizia e di abusivismo, lo storico pastificio di piazza Risorgimento, davanti l’ospedale “Dono Svizzero” di Formia. La famiglia Paone, poi dilaniata da tante e velenose divisioni interne, voleva centrare un obiettivo, economicamente a portata di mano e suggestivo: trasformare il vecchio sito produttivo in un mini centro commerciale e con i proventi del contratto di locazione che sarebbero stati definiti saldare il mutuo accesso per realizzare il nuovo e più moderno stabilimento nella zona industriale di Penitro, a fianco della superstrada per Cassino e dunque, con destinazione l’autostrada del Sole e, dunque, i porti di Napoli e Salerno e i grandi mercati europei. Un sogno che tale (purtroppo) è rimasto. Quentin ha 53 anni, li ha compiuti il 4 giugno scorso nel giorno in cui ha presentato l’istanza di costituzione della società poi acquirente del pastificio di Formia, ha un titolo pressoché identico all’attuale, “Domenico Paone spa” contro la “Domenico Paone fu Erasmo spa”. E’ nato a Buenos Aires ma è cittadino italiano e vive a Roma, in pieno centro storico, non molto lontano da via Barberin dove ha sede la sua nuova società. Negli ambienti economici italiani il suo nome dice poco o nulla ma in quelli sudamericani è considerato il “re del grano”.
La bibbia telematica dell’economica mondiale, il portale on line di bloomberg.com (https://www.bloomberg.com/profile/person/17499158) lo considera “molto influente” nello sviluppo dell’industria alimentare mentre un portale economico (http://www.globalaginvesting.com/dvteam/alejandro-quentin/) ne traccia un quadro assai lusinghiero: “Fondatore e Ceo di Pampa Capital, una società di private equity con sede in America Latina, specializzata in Agribusiness con sedi operative a Buenos Aires e San Paolo. “Pampa” è il partner generale di Pampa Agribusiness Fund Lp che investe nella catena del valore dell’agribusiness nella regione. Il fondo è attualmente investito nelle seguenti piattaforme: semi, macchine agricole e logistica. A giugno 2016 ha venduto la sua piattaforma proteica, “Grupo Campo Austral”, a Brazil Foods (NYSE: BRF). Mr. Quentin ha una vasta esperienza nel settore agroalimentare in America Latina. Nel 2002, Quentin ha fondato insieme a Soros Fund Management Adeco Agropecuaria (NYSE: AGRO). Quentin era membro del Consiglio di amministrazione e responsabile dell’acquisizione iniziale di Pecom Agropecuaria, della strategia, della sua supervisione operativa e dell’espansione in Brasile e Uruguay. Dal 1994 Quentin è stato vicepresidente esecutivo di Estanar (Estancias Argentinas S.A), un’importante azienda agricola e bovina a conduzione familiare in Argentina fondata nel 1910. Mr. Quentin è stato investitore di sementi in Farmacity, la più grande catena di negozi in Argentina dove ha ricoperto la carica di Presidente e CEO. In precedenza, Quentin ha lavorato per McKinsey & Company (Milano e Buenos Aires). Mr. Quentin ha conseguito un B.A. in Business Administration dal Babson College, è stato tenente come paracadutista nella Brigata Folgore delle Forze Armate Italiane. Nel 2010, è stato decorato con un Ordine o Merito dal Presidente della Repubblica Italiana. È membro poi del consiglio di amministrazione del Colosseo culturale della Fondazione a Buenos Aires.”
A Quentin il portafoglio che gli è stato messo a disposizione non sarebbe vuoto. Tutt’altro. Lo scorso giugno quando la sua società si era aggiudicata il ramo d’azienda dell’omonimo pastificio – l’azienda più antica della provincia di Latina essendo nata nel 1876 – nella zona industriale di Penitro a Formia aveva presentato, quale unica partecipante, l’offerta di tre milioni e 840mila euro, duemila euro in più rispetto alla base d’asta contenuta nell’avviso di vendita del 29 aprile scorso. Firmato l’accordo dalla moglie con i sindacati, poi ratificato successivamente dall’assemblea, che prevede, oltre alla cessione dei beni immateriali e materiali riferiti al ramo d’azienda, il passaggio senza soluzione di continuità nelle file della società acquirente dei 30 dipendenti attualmente in forza nell’azienda alimentare formiana. Il tutto avverrà il 26 settembre, all’indomani del rogito notarile che prenderà atto dell’acquisto previsto dal concordato preventivo. La “Domenico Paone spa” verserà il saldo – 3 milioni e 456 mila dopo l’acconto di 284mila euro anticipati in sede di presentazione della proposta di acquisto – intanto si è assunta subito l’onere di riconoscere alle maestranze il trattamento di fine rapporto, i ratei delle ferie eventualmente maturate e non goduti alla data del 25 settembre 2019 oltre che le componenti differite di retribuzione come la tredicesima e la quattordicesima mensilità. All’assemblea con i suoi nuovi dipendenti ha partecipato proprio Alejandro Octavio Quentin. Tutti gli occhi erano rivolti su di lui e, non tradendo le aspettative, ha formalizzato importanti e diverse promesse. Nel breve periodo su tutti la modernizzazione di tutti i macchinari per il packaging ed il varo di interventi urgenti ed essenziali per il rilancio dell’azienda in linea con le sue esigenze produttive e di mercato; nel medio periodo, poi, la realizzazione e la messa in funzione di una terza linea di produzione completa e nel lungo periodo l’acquisizione di nuove fette di mercato con il mantenimento delle commesse formalizzate in tutti e cinque i continenti. Il nuovo corso aziendale del pastificio formiano dovrà, tuttavia, interloquire con un’altra società, la “Corex spa” di Battipaglia, che lo scorso aprile si era aggiudicata un’altra vendita prevista dal concordato preventivo, quella dei capannoni del sito produttivo di Penitro, per un importo di due milioni di euro.
E’ un acquisto ancora sub-judice per una ragione chiara: il Tar del Lazio sezione di Latina, accogliendo integralmente il ricorso promosso dal liquidatore giudiziale Taglione del pastificio Paone e discusso dall’avvocato Rosalba Genovese, aveva detto di no alla delibera del consiglio d’amministrazione del Consorzio di sviluppo industriale, la numero 27 del 25 marzo scorso, con cui era stato avviato il procedimento amministrativo finalizzato all’esproprio dei capannoni del nuovo pastificio alle stesse condizioni economiche, poco più di due milioni di euro, con cui era stata aggiudicata la vendita alla “Corex spa” di Battipaglia. Il Cosind proporrà ricorso al Consiglio di Stato? “All’ente di sviluppo industriale di Gaeta interessa solo la continuità del ciclo produttivo, economico ed occupazionale” – ha tenuto a precisare il direttore amministrativo del consorzio industriale Giampaolo Scalesse. Insomma il ricorso del professor Orazio Abbamonte davanti il secondo grado della magistratura amministrativa è pronto ma il consorzio di sviluppo industriale vuole “attendere”, vuole soprattutto “pazientare” per capire i reali intendimenti dei nuovi acquirenti del pastificio Paone a proseguire l’attuale attività imprenditoriale e, soprattutto, preservare gli attuali livelli occupazionali ereditati dall’ultimo corso aziendale. Se non ci sarà questa chiarezza, parlerà di nuovo le carte bollate, questa volta davanti il Consiglio di Stato. Ma il manager arrivato “dalla fine del mondo” è stato subito chiaro: al pastificio Paone di Formia ci penserò io…
Saverio Forte
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