PONZA – La direzione generale dell’Asl di Latina ha escluso che si tratti di un caso di malasanità ma ugualmente ha aperto un’inchiesta interna per individuare eventuali responsabilità sull’episodio di cui è stata protagonista lo scorso fine settimana una donna incinta di 31 anni che con il compagno aveva deciso di trascorrere un breve soggiorno a Ponza. Qui la ragazza, originaria di Latina, in stato di gravidanza alla settima settimana, ha cominciato ad avere alcune perdite di sangue. Da qui la decisione di farsi visitare presso il poliambulatorio della principale isola pontina.
E’ stato seguito il protocollo per questi casi d’emergenza? L’interrogativo l’ha posto il consigliere regionale di Forza Italia e presidente della commissione sanità alla Pisana, Giuseppe Simeone, che avanza alcuni dubbi a differenza di quanto ha già ricostruito l’Asl di Latina secondo la quale è stato fatto tutto il necessario per salvare il feto. E invece i medici del poliambulatorio di Ponza, anziché chiedere l’intervento di un’eliambulanza del 118, hanno consigliato la donna a recarsi a Formia a bordo di un traghetto della Lazio. Le condizioni della donna, durante il viaggio, si sono aggravate avvertendo i sintomi di un aborto spontaneo.
L’arrivo della 31enne da Molo Azzurra al “Dono Svizzero” a bordo di un’ambulanza del 118 nel frattempo allertata è stato tutto inutile: il feto non respirava già più. I sanitari formiani non potevano fare altro che constatare l’avvenuta interruzione della gravidanza, purtroppo involontaria. Inevitabile la richiesta del consigliere Simeone in una lettera inviata al direttore generale Giorgio Casati: l’Asl, che ha già smentito, chiarisca tutto ed accerti eventuali responsabili da parte dei sanitari che hanno assistito la 31enne del capuologo pontino: “Comprenderà come notizie di questa portata non possono non accentuare il senso di sconforto dell’utenza pontina, anche in considerazione – ha concluso Simeone – dei tanti problemi che affliggono quotidianamente la sanità della provincia di Latina”.