SUD PONTINO – Le finalità dell’avviso pubblico sono diverse, mirate a promuovere e sostenere, attraverso alcune misure di intervento e fondi ad hoc, una politica attiva di inclusione che, contrastando i fattori di rischio e di emarginazione, contribuisca a favorire opportunità di benessere psico-fisico perché “sostenendo l’autonomia e l’indipendenza sociale ed economica dell’individuo si previene proprio il rischio dell’esclusione sociale”. Questo concetto, apparentemente nobile e lungimirante, è stato più ripetuto nel corso della lunga conferenza stampa di giovedì scorso con cui il Distretto socio-sanitario del Golfo ha presentato il bando della “Misura 6.1” denominato molto semplicisticamente “Contrasto alla povertà”. Per farlo il sindaco del comune capofila, Gaeta, Cosmo Mitrano, ha chiesto l’ospitalità della collega di Formia Paola Villa per presentarlo alla stampa nell’ambito di un giro d’orizzonte che “dovrà coinvolgere, con il tempo, tutti i comuni aderenti”: non solo Gaeta ma anche Itri e Formia – com’è avvenuto sinora – Santi Cosma e Damiano, Castelforte, Spigno Saturnia, Ponza e Ventotene”.
Questo avviso pubblico intende concretizzare un contributo complessivo della Regione Lazio di 352mila euro circa che dovrà finanziare nel 2020 e nell’anno successivo la fattibilità di una “Social Family Card” (300mila euro) – per il singolo comune di Ventotene è stato concesso un contributo specifico di 2000 euro – e del progetto “Ben-essere in movimento” finalizzato ad incentivare la pratica sportiva dei minori per un importo che supera i 50mila euro. Nello specifico il sindaco di Gaeta Mitrano, che più volte si è definito un “manovale” del distretto socio sanitario che l’anno scorso tra feroci polemiche il suo comune ha strappato a quello di Formia – ha illustrato i criteri per beneficiare di questa card: i richiedenti dovranno essere residenti da almeno tre anni in uno dei comuni aderenti al distretto socio sanitario Lt7%, l’Isee del nucleo familiare dovrà essere pari o inferiore a 5000 euro annui così come è indispensabile che il nucleo familiare di appartenza del richiedente non usufruisca di altre misure di contrasto alla povertà quali sono il Rei ed il reddito di cittadinanza. Naturalmente per il rilascio di questa card, utilizzabile per l’acquisto di beni alimentari di prima necessità presso le attività affiliate sul territorio del sud-pontino, saranno determinanti i criteri inerenti l’aspetto economico-patrimoniale e la composizione del nucleo familiare d’appartenenza”.
Il sindaco di Formia Paola Villa, affiancata dagli assessori Giovanni D’Angiò ed Alessandra Lardo e dall’attivo vice sindaco di Santi Cosma e Damiano Vincenzo Petruccelli, ha sottolineato la valenza sociale del progetto “Ben-essere in movimento”. I destinatari, anche qui, sono i nuclei familiari con minori che frequentano la scuola dell’obbligo provenienti da famiglie che versano in gravi condizioni di disagio economico e sociale (l’Isee deve essere inferiore ai 5000 euro) con almeno uno dei genitori “necessariamente” disoccupato o inoccupato e residente in uno dei novi comuni del distretto socio-sanitario del Golfo da almeno tre anni in via continuativa. Il contributo economico che sarà concesso dovrà coprire sino al 50% della retta annuale documentata per lì’attività sportiva svolta dal minore.
Bastano questi due interventi per contrastare le varie forme, purtroppo, in aumento delle povertà nei comuni del Golfo? I sindaci di Formia e Gaeta sono stati chiari su un punto: “E’ una piccola goccia – hanno detto nelle interviste allegate – ma dobbiamo provarci a gestire, contrariamente a quanto avvenuto sinora, il welfare sul territorio”. Villa e Mitrano l’hanno ripetuto più volte nel corso della conferenza stampa: questo avviso pubblico dovrà servire allo stesso distretto per realizzare una “banca dati” perché al momento non si ha un censimento, reale, di quante persone sono a rischio di esclusione sociale. Mitrano, incalzato dai cronisti, ha dovuto ammettere come questo bando dovrebbe raggiungere “dalle 800 alle 1000 persone, insomma soltanto il 1% della popolazione residente al quale saranno destinate poche centinaia di euro l’anno. E il dato è molto sopravvalutato. Ma i comuni vogliono provarci a diversificare la gestione del welfare effettuando una mappatura che ha poi un triplice obiettivo da perseguire: elaborare il primo vero piano regolatore del comprensorio con una natura naturalmente sociale, contare di più nei confronti della Regione Lazio per accedere a nuovi e più cospicui finanziamenti nel settore e, infine, trasformare il distretto socio sanitario – ha rimarcato il sindaco di Gaeta – da quella “mucca da mungere” da parte dell’amministrazione comunale di turno – ad un moderno consorzio pubblico che, a distanza ormai di vent’anni, applichi per la prima volta sul campo la legge di riordino del welfare
INTERVISTE Paola Villa e Cosmo Mitrano, sindaci di Formia e Gaeta
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