GAETA – Cresce l’attesa a Gaeta ma nel resto del sud-pontino per la presentazione a livello locale il prossimo 29 ottobre, alle 20, presso il Cinema Ariston di Gaeta del docufilm “Scherza con i fanti” di Gianfranco Pannone e Ambrogio Sparagna, un innovativo lavoro cinematografico e musicale allo stesso tempo prodotto dall’istituto Luce e vincitore agli inizi di settembre nel corso dell’annuale edizione del Festival del Cinema di Venezia del premio Siae per il “Talento Creativo” e del premio speciale della Giuria nell’ambito del premio Unesco. Naturalmente alla proiezione del docufilm interverranno il regista di Latina ed l’etnomusicologo di Maranola che sarà protagonista di un interessante prologo dando vita ad un concerto con il Coro Polifonia Aurunca diretto dalla moglie e tenore Anna Rita Colaianni.
“Scherza con i fanti” è sì un viaggio tragicomico nella recente storia d’Italia e, insieme, un canto per la pace. Un percorso lungo più di cent’anni, dall’Unità d’Italia a oggi, per scandagliare il difficile, sofferto e spesso ironico rapporto del popolo italiano con il mondo militare e con il potere. Dopo il viaggio avventuroso nel mondo della credenza religiosa di “Lascia stare i santi”, la coppia tutta pontina che assemblato il cinema e la musica (popolare) di qualità con la partecipazione all’ultima mostra internazionale del cinema di Venzia tornata a scandagliare un campo vasto ma spesso dimenticato dell’identità culturale italiana appunto con “Scherza con i fanti”, prodotto e distribuito da Luce Cinecittà. Lo hanno fatto chiudendo così un dittico tra cultura, storia, memoria, musica, e vita intima e sociale del Bel Paese. Italiani brava gente? Discutibile. “Ma certo il nostro – hanno osservato Pannone e Sparagna – non è mai stato un popolo realmente guerriero, anche perché la millenaria storia italiana ha visto fin troppe guerre, violenze, invasioni. Partendo da questa particolare condizione storica “Scherza con i fanti” vuole essere un viaggio tragicomico nella recente storia d’Italia, e insieme un canto per la pace. Ma soprattutto si propone con un percorso lungo più di cent’anni, dall’Unità d’Italia ad oggi, per scandagliare il difficile, sofferto e anche ironico rapporto del popolo con il mondo militare, e con il potere”.
Tutto questo, attraverso alcuni meravigliosi canti popolari, e quattro diari di guerra; quelli di un soldato lombardo del Regio Esercito di stanza a Pontelandolfo, in Campania, dove fu tra i protagonisti dell’eccidio di civili più cruento all’indomani dell’Unità d’Italia; un autista viterbese del Regio Esercito, che nel 1935 andò a combattere in Etiopia, convinto del primato fascista, e che invece scoprì la realtà dei gas ai danni della popolazione locale. Il terzo diario è quello di una giovane donna borghese, che divenne partigiana sulle montagne tra Parma e La Spezia e che combatté due guerre, la prima contro i nazifascisti e la seconda, forse la più difficile, contro gli uomini. Infine un sergente napoletano della Marina militare, oggi quarantenne, che ha prestato servizio nelle missioni di pace internazionali e che in Kosovo ha scritto un diario ricco di umanità.
I diari si intrecciano con i canti e le musiche popolari di gioia e di dolore scelti, e talvolta composti, da un maestro come Ambrogio Sparagna; e con il prezioso repertorio di memoria dell’Archivio storico Luce, che a sua volta, si interfaccia con le immagini di oggi, attraverso quel paesaggio italiano nella cui varietà spiccano i sacrari militari e i cimiteri, dove riposano migliaia di soldati italiani e stranieri. Non ultima, la testimonianza di un grande intellettuale, Ferruccio Parazzoli, che il destino ha voluto abitasse su quel Piazzale Loreto da lui “cantato” nei suoi romanzi. E le note della commovente “San Lorenzo” di Francesco De Gregori, scandita sulle immagini Luce, tra distruzione di una città e immagini di una nuova speranza di ricostruzione e convivenza nella pace.
Saverio Forte