FORMIA – “La situazione della sanità nella nostra provincia è un disastro e quella del sud pontino è ancor più nel caos, c’è urgente bisogno di rimettere la sanità al centro dell’agenda politica del nostro comprensorio e non con slogan bensi con i fatti”. Lo dichiara il capogruppo consiliare della Lega di Formia, Antonio Di Rocco.
“Benissimo il nuovo Ospedale del Golfo – continua Di Rocco – ma nel frattempo bisogna portare il nostro Dono Svizzero ad un livello non dico del passato perchè sarebbe utopia ma almeno ad un livello degno di un ospedale che serve ormai un bacino di oltre 100.000 concittadini. Ci sono utenti che prenotano visite con liste di attesa di mesi e sono costretti, chi ne ha la possibilità naturalmente, a rivolgersi a strutture private. Le cure indispensabili non possono diventare un lusso! La ridefinizione della sanità regionale non può prescindere infatti da un riassetto della macchina organizzativa della Regione stessa e dei rapporti con le ASL, con l’assoluta necessità di definire standard che siano realmente e correttamente validi su tutto il territorio regionale.
Alcune gare per acquisti di beni quali quelli destinati all’informatizzazione e a grandi appalti di servizi devono correttamente essere accentrati mentre vanno chiaramente definiti gli ambiti degli acquisti decentrati, più vicini a specifici bisogni delle singole aziende ed al tessuto socio-economico dei territori, fermo restando la standardizzazione dei prezzi e delle caratteristiche dei fornitori. La cosiddetta “ASL Zero” non può che essere vista in modo negativo essendo una pura espressione di un accentramento romanocentrico, lontano dai reali bisogni delle comunità, in particolare provinciali, e di difficile concreta gestione con il grosso rischio di congestionare ancora di più la gestione di una realtà urbana come quella della capitale, molto diversa dalle altre realtà regionali.
C’è urgente bisogno di ridefinire la rete dell’emergenza che è ormai ridotta a condizioni da terzo mondo, con ore di attesa e rischi altissimi per gli utenti e per gli operatori che lavorano in condizioni disumane, senza contare la possibilità di specializzare i punti di primo intervento perché siano un vero supporto alla rete dei pronti soccorsi e non strutture emarginate, se non addirittura a rischio chiusura.
Gli atti aziendali non tengono più conto dei bisogni delle comunità. I sindaci in questo dovrebbero avere un ruolo più attivo e non accontentarsi di qualche prebenda per questo o quell’amico o peggio ancora limitarsi a guardare, per ridare dignità ad un servizio essenziale e di conseguenza ai cittadini della Regione Lazio e, non ultimi, a quelli della provincia di Latina!
Ci rendiamo conto che il Presidente Zingaretti sia molto impegnato nell’occuparsi di polita nazionale ma la Regione Lazio non può essere un poltronificio per pagare stipendi a chi della nostra splendida Regione non si occupa più minimamente ormai da tempo”.
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