GAETA – Un incendio nato dalla disperazione sociale ed economica. A questa prima e grave considerazione è giunto il commissariato di Polizia che ha avviato un’indagine per chiarire la dinamica e le responsabilità che hanno provato il gravissimo incendio che nel pomeriggio di domenica ha distrutto un appartamento al primo piano nel tratto iniziale di via Calegna, in prossimità dello svincolo di via Lungomare Caboto a Gaeta.
Secondo una prima ricostruzione, effettuata anche grazie all’apporto di un agente di Polizia che abita nello stesso stabile, l’uomo, Giovanni Lo Vullo, di 54 anni, di Gaeta, con precedenti specifici e per danneggiamento, ha appiccato il fuoco – probabilmente con del liquido infiammabile – all’appartamento in cui conviveva con un fratello, Alfonso, con il quale era protagonista da tempo da dissidi di natura familiare ma anche per la grave situazione di indigenza economica nota da anni peraltro agli uffici dei servizi sociali del comune di Gaeta.
Al momento del rogo il fratello del 54enne fortunatamente non era in casa ma il suo autore, in evidente stato di alterazione psicologica, si barricava in casa impedendo all’agente di Polizia fuori servizio di domare sul nascere l’incendio e di neutralizzare il 54enne. Cosa che avveniva subito dopo quando intervenivano sul posto diverse squadre dei Vigili del Fuoco e gli agenti del commissariato di Polizia di Gaeta che mettevano in salvo Giovanni Lo Vullo, poi arrestato per incendio doloso su disposizione del sostituto procuratore della Repubblica di Cassino Emanuele De Franco.
L’appartamento veniva naturalmente dichiarato inagibile e per precauzione veniva evacuata una coppia di anziani coniugi che abita al piano di sopra. Gli inquirenti hanno escluso, invece, che di questo provvedimento possa essere interessato l’intero stabile. Determinante sarà nelle prossime ore il contenuto della relazione tecnica dei Vigili del Fuoco di Gaeta.
Saverio Forte
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