MINTURNO – Mano pesante del sostituto procuratore Gerardina Cozzolino che rappresentava la pubblica accusa nel processo in corso davanti il Tribunale di Santa Capua Vetere nei confronti di una banda, collaudata e spietata, dedita alle rapine e ai furti che, ai danni soprattutto di anziani, sarebbero state compiute in diversi comuni delle province di Caserta, Napoli e di Benevento ma di Latina e Frosinone.
Gli episodi su cui ha indagato la procura sammaritana sono più di venti ma le conclusione investigative hanno monitorato anche due trasferte che questa banda ha compiuto dal 2016 al gennaio 2018 anche nel Basso Lazio: uno a Minturno e il secondo a Pontecorvo. La requisitoria del magistrato di punta della Procura di Santa Maria Capua Vetere per quanto riguarda i reati predatori ha riguardato i componenti, davvero pochi, di questa holding del crimine. E in quest’ottica ha chiesto al Tribunale la condanna a 20 anni di carcere per Vincenzo Tedesco e 18 anni e 16 anni rispettivamente per i fratelli Andrea e Francesco Mingione tutti residenti a Maddaloni, in provincia Caserta.
Secondo la tesi della Procura della Repubblica il terzetto avrebbe costituito un’associazione a delinquere finalizzata ai furti, rapine e lesioni. Le gesta predatorie del terzetto conobbero un epilogo nel gennaio del 2018, dopo l’ultimo colpo a Dugenta, in provincia di Benevento. I malviventi furono bloccati dai carabinieri della compagnia di Caserta a Valle di Maddaloni dopo ave fatto irruzione in una villetta, alla periferia di Dugenta, abitata da una 68enne e da un figlio. Il loro obiettivo era sempre lo stesso: danaro e oggetti d’oro e di valore che dovevano essere asportati a tutti i costi attraverso comportamenti minacciosi e violenti.
Molte delle vittime, che hanno subito questi raid soprattutto nella fascia notturna, si sono costituite parte civile e attendono giustizia nella sentenza in programma nell’immediata vigilia del prossimo Natale.
Saverio Forte