SUD PONTINO – Dopo alcune associazioni e comitati del sud pontino che si sono rivolti finanche a due ministri, alla Regione e alla Provincia sulla gestione del fenomeno della torbidità da parte di Acqualatina, è stato il turno della segreteria provinciale della Confconsumatori di Latina che ha inviato una dura lettera all’Arera, al garante idrico della regione Lazio, all’ente gestore, al prefetto di Latina e ai sindaci della stessa provincia per denunciare i disservizi idrici che da più di un anno interessano il territorio del sud pontino, soprattutto nei comuni di Gaeta, Formia, Castelforte, Santi Cosma e Damiano, Spigno Saturnia e Minturno dove l’acqua potabile, dopo un semplice temporale, diventa torbida e, dunque, non utilizzabile.
I fenomeni di torbidità, comunicati dalla stessa società idrica, si verificano da diversi anni e nell’ultimo periodo si sono protratti anche per diversi giorni e, in particolare, per quasi tutto il mese di novembre . Gli utenti sono stati privati del servizio idrico senza che – accusa il segretario provinciale della Confconsumatori, l’avvocato Franco Conte – il gestore mettesse a disposizione nessuna misura alternativa, costringendo così la popolazione dei comuni interessati a usare acqua potabile a pagamento. Questa situazione si rinnova – fa presente Confconsumatori – nonostante Acqualatina abbia segnalato ai comuni la non potabilità dell’acqua e non tutte le amministrazioni hanno dato tempestiva comunicazione alla popolazione, con possibili gravi conseguenze per la salute. Tre sono ora le richieste della Confconsumatori di Latina: che il gestore fornisca soluzioni alternative quando l’acqua risulta non potabile, come ad esempio l’uso di autobotti in diverse zone del territorio. Di mettere nero su bianco gli interventi pensati per risolvere definitivamente il problema delle acque torbide che continua a interessare le sorgenti. E l’ultima richiesta riguarda l’aspetto economico: l’associazione di consumatori chiede al garante se per gli utenti sia o meno in programma un risarcimento per il servizio idrico non usufruito e comunque pagato, o se l’utenza sarà costretta a subire interamente i costi del disservizio, cosi come accaduto per i fenomeni di siccità dell’anno 2017.
L’associazione dei consumatori ha chiesto anche che, nei lunghi periodi in l’acqua è segnalata come non potabile e durante i quali il gestore non fornisce soluzioni alterative, vengano messi a disposizione della popolazione servizi di rifornimento che garantiscano la disponibilità dell’acqua (come l’uso di autobotti). Le stesse autorità di controllo competenti dovrebbero “verificare le eventuali mancanze nella fornitura del servizio, provvedendo alle relative sanzioni e provvedimenti, nell’attesa di una soluzione definitiva del problema di potabilità delle fonti”.