FORMIA – La cultura della memoria quale unica terapia per sconfiggere i mali dell’oblio e della decadenza culturale. Soprattutto tra i giovani, i cittadini di domani… Avvio in grande stile della stagione delle iniziative programmate dalla poliedrica associazione che raggruppa gli ex stiudenti del Liceo Classico “Vitruvio Pollione” di Formia. Il nuovo presidente Annibale Mansillo ha approntato un fitto cartellone di incontri che ha subito ricevuto il sostegno del nuovo dirigente del liceo più antico della provincia di Latina, Mario Fiorillo, e naturalmente del corpo docenti. Giovedì 28 novembre, alle 17, è tornato (simpaticamente) sul luogo del delitto, uno dei più illustri alunni del plesso di via Divisione Julia. L’aula magna intitolata ad un altro illustre figlio della provincia pontina, Pietro Ingrao, ha ospitato la presentazione del libro di un altro studente della scuola formiana, l’ex direttore dell’Azienda di Promozione turistica della provincia di Latina e storica firma del quotidiano “Il Messaggero”, Pier Giacomo Sottoriva. Si intitola “Ventotene. Da confino fascista a Isola d’Europa”, edito dalla casa editrice “Ultima spiaggia” di Genova e Ventotene.
Ad affiancare l’autore, protagonista in mattinata di un lungo confronto con gli stessi liceali formiani, l’ingegner Gabriele Panizzi (ha firmato la prefazione), vicepresidente dell’Istituto di Studi Federalisti “Altiero Spinelli” ma anche più volte assessore regionale del Lazio e poi Presidente della Giunta Regionale per il Partito Socialista Italiano. Europeista convinto, educato alla scuola di Adriano Olivetti, il terracinese Panizzi è stato anche deputato al Parlamento europeo ed è considerato l’ideatore dei Seminari di studi europei che si svolgono da anni, nella prima decade di settembre, a Ventotene. Attingendo alla storia contemporanea ed alle vicissitudini delle isole di Ventotene e di Santo Stefano, con un riferimento preciso e sostanziale al confino fascista ed al “Manifesto di Ventotene”, documento cardine del federalismo europeo, l’incontro, moderato da Simona Gionta, ha affrontato tematiche tornate prepotentemente di attualità come il significato ed il ruolo di una federazione di Stati Europei, chiamati quotidianamente al confronto interno, come nel caso della Brexit, e costretti a rapportarsi, fra dazi e trattati di libero scambio, con le potenze economiche mondiali. Questo cammino a due voci non ha tralasciato l’origine borbonica del penitenziario o, meglio, dell’”ergastolo” di Santo Stefano e la funzione di prigione di stato che, insieme alla vicina Ventotene, hanno svolto nei confronti dei patrioti risorgimentali, dei confinati antifascisti, degli esponenti dei popoli ribelli e dei popoli vinti, dei regicidi come Gaetano Bresci e dei responsabili dei delitti più efferati, sino alla chiusura del penitenziario nel 1965 che affida alla storia ed alla memoria questo monumento simbolo della lotta per la democrazia e per la libertà.
Quale è stata la funzione delle due isole? Pier Giacomo Sottoriva, già direttore dell’Ente provinciale per il turismo di Latina poi trasformato in Apt, amante e profondo conoscitore della storia della provincia pontina, ha una sua condivisibile considerazione: “Alla fine del Settecento i Borboni di Napoli fecero costruire sull’isolotto di Santo Stefano un edificio da destinare ad ergastolo di Stato. Vi hanno trovato ospitalità forzosa prigionieri del primo Risorgimento italiano, come i fratelli Settembrini, il regicida Gaetano Bresci, che vi morì di una strana e mai spiegata morte; e delinquenti di ogni risma, poi i più strenui antifascisti, che venivano qui a valutare la differenza che passava tra un “soggiorno” da confinato ed uno da prigioniero in fortezza; e tanti poveri diavoli, soprattutto contadini analfabeti, colpiti, nel secondo immediato dopoguerra, dall’unica, definitiva e inesorabile sentenza inflitta dai tribunali speciali, che dannava all’ergastolo anche un rapinatore di biciclette”.
Con la presentazione del libro di Sottoriva viene inaugurata la nuova stagione di iniziative dell’associazione degli ex alunni che, affidata da pochi mesi all’inesauribile Annibale Mansillo, è amministratore di un fortunato gruppo facebook che annovera circa 1.500 ex liceali tenendo viva la memoria di questa istituzione che rappresenta, nei suoi 90 anni appena compiuti, un luogo simbolo per la cultura dell’intero territorio sud pontino. “L’Associazione degli ex alunni – ha affermato Mansillo – è custode della memoria del suo liceo, ricca di avvenimenti e di personaggi che hanno fatto la storia del nostro paese in vari ambiti, ed intende proporre iniziative di carattere sociale, culturale e ricreativo che servano a promuovere e a confermare la grande tradizione formativa del nostro Istituto. Non un’operazione nostalgia, dunque, ma una sinergia tra chi considera un punto d’orgoglio l’aver frequentato il Liceo e quanti lo stanno frequentando ora, per trarre dall’entusiasmo degli uni e dall’esperienza degli altri la spinta necessaria per l’affermazione della personalità e per un significativo contributo per una società migliore”.
Subito dopo la presentazione del libro di Piergiacomo Sottoriva su Ventotene, fra gli appuntamenti in programma dell’Associazione c’è il concerto di Marco Ciampi e della sua Accademia musicale “Anna Maria Pennella”, che si terrà giovedì 5 dicembre, e l’incontro degli studenti con la professoressa Anna Foa sul tema della Shoah, previsto per il 22 gennaio.
Saverio Forte