SPERLONGA – La Procura della Repubblica di Latina ha indagato cinque persone – D.C., un imprenditore di 70 anni, S.M., un medico del lavoro di 68 anni di Terracina, A.D., un responsabile di laboratorio di 64 anni e G.F. e C.P., due ingegneri di 69 a 41 anni, di Terracina e Latina – con l’ipotesi di reato di falso in atto pubblico e falsità ideologica – per aver falsificato i rispettivi certificati per l’idoneità al lavoro presso una nota discoteca di Sperlonga sequestrata lo scorso agosto per una serie di gravi irregolarità urbanistiche.
Scattarono parallelamente mirate verifiche anche per appurare il rispetto della normativa in materia di sicurezza sui luoghi preso la stessa struttura nel periodo clou della stagione turistica. Il titolare dell’immobile che si faccia sul mare lungo il litorale di levante di Sperlonga non produsse inizialmente agli agenti del commissariato di Gaeta e ai funzionari dell’Asl la documentazione amministrativa richiesta, perché – a suo dire – non disponibile in quel momento in azienda per i suoi 50 dipendenti. Gli uomini del vice questore Maurizio Mancini cercavano i certificati derivanti dalla formazione professionale che, previsti dal decreto legislativo 81/2008, avrebbero dovuto garantire l’idoneità al lavoro.
Questi certificati sollecitato dagli inquirenti di Gaeta furono presentati dallo stesso imprenditore 70enne un mese più tardi presso il commissariato di Polizia di Fondi. Era tutto apparentemente in regola al punto che il procedimento sanzionatorio venne archiviato. Ma la Polizia non si fermò. I successivi accertamenti per verificare la legittimità e la correttezza della documentazione depositata presso l’Asl dalla società proprietaria della struttura sequestrata di Sperlonga dimostrarono invece che le visite mediche erano state effettuate prima del blitz di inizio agosto da parte della Polizia e che gli stessi dipendenti non avevano mai partecipato ai corsi di formazione denunciati. L’esito di questi riscontri incrociati venne inoltrato alla Procura di Latina che maturò una precisa convinzione: l’imprenditore 70ennne aveva predisposto artatamente tutta la documentazione richiesta dall’Asl pontina con l’intento di evitare denunce e rilevanti sanzioni amministrative tentando, così,di eludere i controlli delle autorità preposte alla sicurezza dei lavoratori coinvolti.
Insomma non era vero che le visite mediche fossero state realizzate prima del controllo di inizio agosto e che gli stessi corsi di formazione per la sicurezza sui luoghi di lavoro fossero state svolti presso la stessa struttura danzante di Sperlonga. Le attività d’indagine proseguono a ritmo serrato e sono finalizzate ad individuare ulteriori responsabilità.
Saverio Forte