SUD PONTINO – La spesa natalizia per migliaia di famiglie residenti sul territorio del Golfo ha dovuto fare i conti con un’altra voce imprevista sino a qualche giorno fa: l’acquisto di partite di acqua per cucinare e per il più elementare scopo igienico-sanitario. L’ultima ed violenta ondata di maltempo ha provocato il riacutizzarsi del fenomeno della torbidità dell’acqua erogata dalle sorgenti di Capodacqua a Spigno Saturnia e di Mazzoccolo a Formia, le due fonti che alimentano l’intero territorio da Gaeta sino al Garigliano. I sindaci di molti comuni non hanno potuto e dovuto emettere le rispettive ordinanze di non potabilità del prezioso liquido per l’increscioso rimpallo di responsabilità riproposto da Acqualatina e dal competente dipartimento dell’Asl.
Non avendo ottenuto riscontri il sindaco di Spigno Saturnia, Salvatore Vento, sabato con molto coraggio ha preso carta e penna e ha firmato l’ordinanza numero 73 con cui ha accusato platealmente l’Asl di non aver messo in campo le necessarie attività per certificare la potabilità dell’acqua, le cui sembianze cromatiche, questa volta, a causa delle incessanti e lunghe piogge, sono andate oltre il tradizionale colore marrone. Ecco il passaggio cruciale ed innovativo dell’ordinanza del sindaco di Spigno Vento: “Vista l’inadempienza dell’Asl di Latin, l’autorità sanitaria locale ha potuto accertare solo visivamente con indagini a campione presso le utenze del territorio comunale, che effettivamente l’acqua erogata dal Gestore Idrico presenta un colore marrone intenso e una consistenza fangosa, con ogni probabilità attribuibile alla presenza di “argilla, sedimento, particelle colloidali, e microorganismi” (da i parametri torbidità indicati dal Ministero della Salute), tale da vietarne l’utilizzo sia per scopi igienici che per scopi alimentari”. Ma Vento è andato oltre. Ha ordinato all’Asl “di eseguire immediatamente le necessarie analisi chimiche necessarie a riscontrare i valori di torbidità dell’acqua e a comunicarle tempestivamente all’autorità sanitaria locale”.
A spalleggiare l’iniziativa “autonomista” del sindaco di Spigno è stato l’avvocato Franco Conte, l’attivo presidente provinciale della Confconsumatori di Latina: “E’ evidente che l’Asl non svolge il suo compito nonostante i sindaci richiedano analisi accurate, nonostante noi come associazione abbiamo già sollecitato con pec del 5 dicembre e del 16 dicembre interventi urgenti. Queste stesse pec furono inviate anche ai sindaci, al Prefetto, all’assessore regionale alla sanità, ma nulla! Nessuna autorità ha ritenuto di sollecitare con forza il gestore Acqualatina affinchè risolvesse una volta per tutte il problema della torbidità. E’ ormai un problema di salute pubblica ed i primi sindaci sono responsabili per la salute pubblica!”.
Nella vicina Formia a criticare l’operato dell’amministrazione Villa in rapporto all’ente gestore è il capogruppo del Partito Democratico Claudio Marciano che ha sollecitato un urgente confronto politico “in Consiglio Comunale, magari riattivando i contatti con i comitati e i movimenti locali per l’acqua, anziché chiudersi nel Palazzo, e fare i talebani a giorni alterni”. Il riferimento, chiaro, è rivolto al sindaco Paola Villa ma il capogruppo Dem inserisce al centro del suo bersaglio l’operato dell’ente gestore: “…Si giustifica dando la colpa al maltempo ma, alla pari di quanto accaduto nel 2017 per la crisi idrica, i fenomeni metereologici sono solo degli acceleratori che mostrano la negligenza e malagestione di questa società. Nel piano degli investimenti dell’Ato4 che, aggiornato al 2017 ha di fatto calcolato le tariffe, peraltro tra le più alte d’Italia, la quota, di circa un milione e mezzo di euro prevista per ridurre i fenomeni di torbidità della Mazzocolo a Formia, non è mai stata spesa. Non solo, ma la sua allocazione è sparita negli anni successivi, riducendosi prima della metà e poi del tutto. I lavori per la realizzazione del campo pozzi all’Acervara – che servirebbe in questi casi di emergenza – sono rimasti allo stesso punto di due anni fa, salvo il loro costo essere quasi triplicato rispetto alle previsioni originarie e il problema del cuneo salino – osserva Marciano – essere diventato di nuovo un forte impedimento (e dopo migliaia di euro di studi e sondaggi che avevano dimostrato il contrario quando si è trattato di autorizzare i lavori). In questo contesto, la dispersione idrica resta tra le più alte d’Italia, i lavori di rifacimento della rete sono al palo, le manutenzioni straordinarie e ordinarie procedono con la lentezza di sempre. L’unica cosa che cambia è l’utile di Acqualatina, che cresce anno per anno di milioni di euro, assieme alle bollette: l’acqua, che in tutte le città italiane civili costa meno delle altre utenze, in Provincia di Latina supera il costo del gas e dei rifiuti per una famiglia”. Claudio Marciano (che al Pd non è iscritto benché lo rappresenti in consiglio comunale) poi attacca frontalmente il presidente della Provincia e dell’assemblea dei sindaci dell’Ato 4, il sindaco di Pontinia Carlo Medici del Pd: “Sentirlo nel momento in cui difende questa enorme ingiustizia sostenendo che, votando a favore del piano tariffario costruito da Acqualatina, si sono ottenuti 4 (miserabili, rispetto alle esigenze) milioni di euro, non si capisce da chi e quando spendibili, fa venire veramente tristezza”. Un altro affronto è rivolto al Comune di Formia che risulta, rispetto a questi eventi, “impotente e ipocrita. La Sindaca finora non ha fatto nulla di quanto promesso in campagna elettorale contro il gestore, principalmente perché le sue erano posizioni prive di senso amministrativo e utili solo a fare cassa elettorale. Nessuna iniziativa per la ripubblicizzazione dell’acqua, nessuna denuncia o atto legale contro il gestore per le sue negligenze in merito ai lavori sulla crisi idrica, nessun avanzamento sul piano degli investimenti, né tentativo di fare rete con altri Comuni. Nemmeno il famoso ufficio per controllare i lavori di Acqualatina è stato più costituito (per fortuna, tanto sarebbe stato completamente inutile, oltre che illegale). In questi diciotto mesi se relazioni ci sono state tra Formia e Acqualatina, sono state di buon vicinato”. Ed il capogruppo Dem Marciano ricorda le “assemblee fatte a braccetto con Ennio Cima e i dirigenti di Acqualatina per pubblicizzare i lavori alla rete di Mola e San Giulio partiti con dieci anni di ritardo. Ora, con l’acqua colore delle feci, ci si ricorda che esiste una conferenza dei sindaci dove si può votare contro le decisioni già prese da altri, facendo pura testimonianza. Ci sono tanti piani su cui si può articolare un’iniziativa politica incisiva. Quello sulla ripubblicizzazione, rimasto al palo dal 2017. Quello sulle penali da esigere tramite la segreteria tecnica operativa per i ritardi sugli investimenti di Acqualatina. Quello per dichiarare legalmente invendibili le quote private di Veolia, facendone scendere il prezzo a livello nominale. Quello in Regione per l’approvazione degli Ato su base idrogeologica e nn amministrativa. Quello del piano degli investimenti, su cui mobilitare tutta la cittadinanza del Sudpontino per autorizzare in tariffa un piano straordinario di lavori sulle nostre reti colabrodo”.
Nel frattempo, il sindaco Villa ha presentato denunciato contro Acqualatina LEGGI QUI.
Intanto è interessante la replica di Acqualatina ai reclami reclami contro la torbidità promossi dalla Confconsumatori: “Il Gestore non ha nessuna responsabilità, è attivo per la ricerca di una soluzione permanente, non sono previsti indennizzi per la non potabilità dell’acqua e la riduzione dei corrispettivi fatturati!”. Acqualatina, poi, ha inviato una lettera aperta ai suoi utenti. Il fenomeno della torbidità dell’acqua “non è riconducibile a diretta responsabilità del Gestore, bensì ad eventi di forza maggiore determinanti l’ormai noto fenomeno naturale che interessa le centrali di Capodacqua e Mazzoccolo e per il quale il Gestore è comunque attivo nella ricerca di una soluzione permanente (filtri ad osmosi)”. E lo motiva. L’Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente, all’interno della Deliberazione n. 655/2015/R/idr, che disciplina la regolazione della qualità contrattuale del servizio idrico integrato, non ha previsto la corresponsione di indennizzi in caso di torbidità/non potabilità dell’acqua erogata.”Ugualmente, non è prevista alcuna riduzione dei corrispettivi fatturati, atteso che la tariffa applicata dal Gestore è applicata ai consumi registrati dallo strumento di misura nell’ambito del servizio idrico integrato, non alla qualità dell’acqua erogata”. E Acqualatina, infine, ha richiamato il contenuto dell’ordinanza numero 9381/2016 del Tribunale di Roma che, in merito alla ammissibilità di una class action avente ad oggetto una richiesta risarcitoria da inadempimento contrattuale per la mancata fruizione dell’acqua ai fini potabili, afferma “[…]neppure può essere accolta la domanda di condanna alla restituzione delle somme corrispondenti alle tariffe applicate agli utenti del servizio. Il corrispettivo del servizio è, infatti, commisurato al consumo dell’acqua, sicché al mancato o diminuito consumo è corrisposto un minor importo da versare. Inoltre, poiché il divieto non concerneva anche l’uso dell’acqua per l’uso igienico personale o dei locali, l’eventuale quota di tariffa fissa doveva essere in ogni caso corrisposta, non essendo stata sospesa l’erogazione del servizio”. Da qui l’invito, finale, a comunicare “l’autolettura del Suo contatore attraverso i canali messi a disposizione dal Gestore in modo da permettere il corretto conguaglio dei Suoi consumi.”
Saverio Forte