FORMIA – Torna ad essere un palazzo “normale” – o almeno – quello al civico 39 di piazza Mattej dove giovedì scorso Fausta Forcina, di 67 anni, ed il marito Giuseppe Gionta, di 69 anni, sono stati uccisi dal cugino della donna, Pasquale Forcina, di 64 anni, poi suicidatosi con un colpo di pistola calibro 38 sotto il mento. Il magistrato titolare delle indagini, il sostituto Emanuele De Franco, ha disposto oggi la revoca del provvedimento di sequestro dell’immobile resosi necessario per compiere una serie di accertamenti balistici. L’ultimo è stato effettuato mercoledì mattina dai Carabinieri del Nucleo Radiomobile della Compagnia di Formia. Successivamente il dottor De Franco ha autorizzato la revoca dei sigilli permettendo l’ingresso nel palazzo degli occupanti di due famiglie e, al terzo piano, dei componenti dello studio legale Pompei.
Intanto il cadavere di Forcina si trova tuttora presso l’obitorio dell’ospedale “Santa Scolastica” dove è stato sottoposto – come detto – sabato ad autopsia. Nessuno della sua cerchia familiare ha chiesto la restituzione della salma per organizzare i funerali. Di questa tragedia, che ha scosso l’intera comunità di Formia ponendo non pochi interrogativi a riguardo sulla bontà attuale delle relazioni umane, si occuperà giovedì 16 gennaio “Vista sul Golfo” la rubrica settimanale di Teleuniverso che, dedicata al sud pontino, andrà in onda in diretta, dalle 21.10, da Formia, dalla centralissima piazza Mattej, davanti il palazzo della mattanza Ospiti del conduttore Saverio Forte saranno diversi addetti ai lavori, persone e amici che hanno conosciuto e potuto apprezzare le indiscutibili doti e qualità umane dei due docenti di matematica uccisi da pistola calibro 7×65.
Si preannuncia una grande prima serata di Teleuniverso perché “Vista sul Golfo” dialogherà a distanza con la rubrica di approfondimento più importante dell’emittente più vista nel Lazio, “A porte aperte”. Il talk show di Fabio Cortina affronterà un altro e grave fatto di sangue che, ormai datato, sta conoscendo le prime verità processuali. Riguarda il delitto di Serena Mollicone, la studentessa di Arce uccisa in circostanze misteriose il 1 giugno 200. Martedì è entrata nel vivo l’udienza preliminare davanti il Gup del Tribunale di Cassino Domenico Di Croce che, dopo una canera di consiglio, ha deciso di ammettere la richiesta di parte civile dell’Arma dei Carabinieri nei confronti di tutti gli imputati ma anche dei familiari di Serena Mollicone, della figlia e dei familiari del brigadiere Santino Tuzi, morto suicida nel 2008. Il processo riprenderà il prossimo 7 febbraio e, oltre a questa udienza, ne sono state altre due udienze mentre la decisione sul rinvio a giudizio dovrebbe slittare a quella successiva.
Rischiano il processo l’ex maresciallo e comandante della stazione di Arce dei Carabiniri, Franco Mottola, la moglie Anna Maria, il figlio Marco ed il maresciallo Vincenzo Quatrale, accusati di concorso nell’omicidio. Quatrale è accusato di istigazione al suicidio del brigadiere Tuzi, la cui figlia Maria sarà ospite negli studi centrali di Teleuniverso. Il Gup Di Croce dovrà, infine, pronunciarsi anche sulla richiesta di rinvio a giudizio dell’appuntato originario di Itri Francesco Suprano, accusato, quest’ultimo, di favoreggiamento.