SUD LAZIO – Infiltrazioni della malavita organizzata sempre più strutturate, ma anche presenza e proliferazione di criminalità autoctona. E’ questo quanto emerge dalla relazione semestrale dell’antimafia, per la prima metà del 2019, nelle province di Frosinone e Latina. E’ tutto inserito in un documento di 688 pagine che, come accade ogni sei mesi, disegna la geografia della criminalità dell’Italia.
Un atlante che, un’edizione dopo l’altra, diventa sempre più ricco per la provincia pontina, in cui la Dia parla senza mezzi termini di compresenza di organizzazioni criminali locali e di proiezioni di quelle mafiose tradizionali. “Una convivenza – si legge – funzionale alla realizzazione degli affari illeciti”. L’antimafia parla del sud pontino e delle ‘ndrine calabresi presenti, coinvolte anche nel primo semestre 2019 in una importante operazione antidroga a Fondi. Ma si parla anche della camorra e delle sue varie anime. Una presenza – si legge – incentivata dalle potenzialità affaristiche del territorio, citando senza mezzi termini il Mof di Fondi. E poi il contesto geografico: lo sbocco pontino per le province di Roma, Napoli e Caserta, trasformando la provincia di Latina in una “cassa d’espansione” degli affari illeciti attraverso il riciclaggio di soldi sporchi.
A completare il quadro anche la presenza di clan di origine Rom, i Di Silvio in primis, che dalla DIA definiscono ormai come mafie autoctone in grado di gestire, intimidire ed infiltrarsi. La provincia di Frosinone vede invece la significativa presenza, dice la Dia, di clan soprattutto camorristici, attivi in spaccio e traffico di droga. Il riciclaggio invece viene privilegiato attraverso il settore dei giochi e delle scommesse. Nella relazione, come esempio di influenza dei clan camorristici sul territorio viene citata la vicenda relativa all’inchiesta sul cimitero di Ferentino, ma anche la presenza di esponenti di spicco nel cassinate, in alcuni casi latitanti arrestati negli ultimi anni. Anche qui non si può fare a meno di non notare la presenza nella relazione di un accenno a criminalità autoctona.
La Dia le colloca a Frosinone e provincia e sottolinea come la collaborazione tra criminali locali e clan di camorra radicati, abbia facilitato lo svolgimento dei reati senza trascurare il riciclaggio di denaro di provenienza illecita.
Saverio Forte